ARTICOLI E NOTIZIE SULL'INCESTO E LA PEDOFILIA E COME COMBATTERLI.

giovedì 28 agosto 2008

CONDANNATI A 3 ANNI PADRE E FIGLIA INCESTUOSI AUSTRALIANI

Incesto in Australia, il padre di una bimba è il nonno
7 aprile 2008 alle 10:40 — Fonte: repubblica.it

Un caso di incesto scuote l’Australia: un uomo e sua figlia hanno rivelato di aver avuto una bimba insieme.

La piccola oggi ha 9 mesi ed è il secondo frutto della relazione incestuosa: nel 2001, un altro figlio morì pochi giorni dopo la nascita per problemi cardiaci congeniti. John Deaves, 61, e sua figlia Jenny, 39, adesso non potranno più avere rapporti sessuali, perché un tribunale li ha condannati per incesto e a tre anni di libertà vigilata. Il caso è balzato all’attenzione dei media quando la coppia è andata ospite di un talk-show, “60 Minutes” sulla rete tv Nine per raccontare la relazione, iniziata 8 anni fa, quando i due furono riuniti. John Deaves se ne andò di casa quando Jenny aveva appena un anno e i due non si sono incontrati per trent’anni.

Lei si è sposata e ha anche avuto due figli, fino a quando ha rivisto il padre. Ma dopo poche settimane dal nuovo incontro, i due hanno cominciato una relazione intima che, secondo gli psicologi, è dettata da “un’attrazione sessuale genetica”. “Siamo intellettuali adulti, che hanno avuto la loro carriera, una vita normale come tutti e, pur avendo un legame biologico, si sono innamorate quando, ad un certo punto della vita, si sono ritrovate”, ha raccontato Jenny in televisione. La bimba nata dalla relazione dei due è perfettamente sana, così come i due figli precedenti della donna; ma dalle testimonianze giunte nel corso del processo è emerso che la coppia ebbe un altro figlio nel 2001, deceduto poco dopo la nascita per problemi cardiaci. Nello stilare la condanna, il giudice ha tenuto conto dei rischi congeniti per i bimbi che nascono da relazioni incestuose oltreché delle conseguenze psicologiche di una situazione familiare così particolare.

AGI

http://news.kataweb.it/item/431365/incesto-in-australia-il-padre-di-una-bimba-e-il-nonno

mercoledì 27 agosto 2008

LA SACRA BIBBIA CONDANNA IL NUDISMO

CENTRO ANTI-BLAFEMIA
LA SACRA BIBBIA CONDANNA IL NUDISMO

Analisi di Alessio Bianchi biblista e studioso del cristianesimo primitivo

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IL NUDO UMANO SPAVENTA E TERRORIZZA
Uno psichiatra ha scoperto che fra i nudisti c'è alta immoralità sessuale, adulteri, orge e perfino l'incesto.
Questo psichiatra è contrario al nudismo, sebbene non è religioso.Il nudismo dice rovina la famiglia e la società.

COSA INSEGNA LA SACRA BIBBIA SUL NUDISMO?
La Sacra Bibbia ci parla all'inizio di Adamo ed Eva nudi, un realtà che ormai non è più possibile.
Nella Sacra Bibbia, vediamo che anche prima delle leggi di Mosè il nudo è considerato molto peccaminoso.
GENESI: 9,20 " Ora Noè cominciò come agricoltore e piantava una vigna.Egli beveva del vino e s'inebriò, e quindi si scopri nel mezzo della sua tenda.
Più tardi Cam, vide la nudità di suo padre e andò a riferirlo fuori ai suoi fratelli. Allora Sem e Iafet presero un mantello e se lo misero su entrambe le spalle camminando all'indietro.
Così coprirono la nudità del loro padre, mentre le loro facce erano volte, e non videro la nudità del loro padre.
Vediamo che quando Noè si sveglio e venne asapere cosa era successo, e che Cam suo figlio minore lo aveva guardato mentre era nudo,
lo smaledì a divenire schiavo dei fratelli Sem e Iafet che non vollero vedere il padre nudo,ma umanamente lo coprirono ".
Venne Mosè, ricevette le leggi dal Signore, e in queste leggi il nudo viene punito con la morte.
LEVITICO: 18,6 " Non vi dovete avvicinare, nessun di voi, ad alcun suo stretto parente carnale per scoprirne la nudità. IO SONO IL SIGNORE DIO TUO.
Non devi scoprire la nudità di tuo padre, tua madre, della moglie di tuo padre, di tua sorella, di tua nipote, di tua zia, di tuo zio,della tua nuora,di tua cognata ".
(abbiamo abbreviato per essere più sintetici).
Poi nel Vecchio Testamento, ci sarebbero dei profeti che hanno avuto il comando dal Signore a stare nudi come dimostrazione, ma portavano almeno un perizoma.
IL NUOVO TESTAMENTO
Vediamo che Gesù è venuto non a distruggere i comandamenti di Mosè ma a completarli: V.MATTEO : 5,17.
Gesù,disse riguardo alle opere di carità; V.MATTEO: 25,36-"Ero nudo e mi copriste",non tanto per il feddo quanto per l'indecenza.Infatti Gesù ci ordina di stare sempre vestiti:
V.LUCA: 12,35"Siate sempre pronti,con i fianchi cinti e le lucerne accese...."
Vediamo che grande pudore regnava fra gli Apostoli, un giorno S.Pietro era in barca a pescare nel lago, era seminudo, ma prima di andare da Gesù, si vestì! V.GIOVANNI: 21,7.
Gesù condanna il nudismo; RIVELAZIONE: 3,18 "Ti consiglio di comprare da me oro purificato dal fuoco per diventare ricco,
vesti bianche per coprire e nascondere la vergognosa tua nudità.
RIVELAZIONE: 16,15 "Ecco,io vengo come un ladro. Beato chi è vigilante e conserva le sue vesti per non andar nudo e lasciar vedere le sue vergogne".

Gli Ebrei al tempo di Gesù erano molto pudici, odiavano il nudismo, tanto che accadde che un soldato romano presso il Tempio si denudò mostrando un pò di sedere,
il popolo nel vederlo si infuriò tanto che ci fu un tumulto; storia riportata da Giuseppe Flavio.
Quindi come possiamo tollerare che la gente stia nuda e si vedano nudi anche tra famigliari?
Non dobbiamo seguire gli insegnamenti umani e le mode diaboliche, ma la Parola del Signore, la sola che ci porta la verità,la luce e la salvezza!


http://groups.google.com/group/centro-anti-blasfemia/pendmsg?hl=it

RIFLESSIONE SUI BAMBINI E IL NUDISMO

Chiusa la spiaggia nudista di Riva Trigoso
pubblicato: mercoledì 16 luglio 2008 da aelred in: Lesbo e altre catastrofi Cronaca
Attenti, voi che state organizzando un fine settimana di tintarella integrale. Per un po’ è il caso di evitare la spiaggia di Riva Trigoso (Genova), nota come luogo tranquillo di sole senza costume e, eventualmente, incontri.

La Capitaneria di porto, infatti, ha messo sotto sequestro l’area e l’ha recintata, in modo che non sia più raggiungibile. A quanto pare la decisione è arrivata dopo le denunce di alcuni genitori che non avevano voglia di badare ai loro figli e hanno scoperto che i pargoli, lasciati a sé stessi, si dilettavano a osservare i movimenti della spiaggia.

Meglio quindi che sia la forza pubblica a difendere i loro figli, vietando gli incontri a chiunque, anche in una spiaggia isolata e difficile da raggiungere, come Riva Trigoso. In ogni caso la Capitaneria ha deciso di intervenire in un giorno della settimana per evitare troppo clamore e la folla che nel weekend arriva in zona.



http://www.queerblog.it/post/3663/chiusa-la-spiaggia-nudista-di-riva-trigoso

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CENTRO ANTI-BLASFEMIA

RIFLESSIONE SUI BAMBINI E IL NUDISMO

Vediamo nell'articolo sopra che i bambini delle famiglie non nudiste vengono tutelati a non vedere i nudisti,

ma i bambini figli di nudisti chi li protegge, chi ha pietà di loro ?

Noi del Centro Anti-Blasfemia, solo il pensiero di essere bambini con genitori nudisti ci fa star male.

Vedere i propri genitori nudi ed osceni come i modelli della pornografia è traumatizzante lo dicono anche

i psico-pedagoghi.

Si parla di pedo-pornografia, se si analizza la situazione in cui si trovano i bambini dei nudisti è anche pedo-pornografia INCESTUOSA,

si vedono adulti e bambini nudi, che stando insieme si toccano, giocano scherzano, anche se i nudisti ed i naturisti

spiegano che il loro comportamnto è puro, chi ci può credere ?

http://groups.google.com:80/group/centro-anti-blasfemia/pendmsg?hl=it

BAMBINI AL MARE -CI SONO TANTI MOTIVI PER CUI NON DOVREBBERO STARE NUDI

BAMBINI AL MARE -CI SONO TANTI MOTIVI PER CUI NON DOVREBBERO STARE NUDI



certo ci son tanti motivi per cui non dovrebbero stare nudi...

1) le dermatiti che possono prendersi al contatto con la sabbia - che come sappiamo non è pulita ma ricca di focolai di infezioni e di funghi -

2) eventuali infezioni vaginali son + rischiose se privi di tessuto che protegga le zone intime

3) i raggi solari appunto, son forti e pericolosi

4) ribadisco: esporre i genitali in pubblico, senza sapere che tipo di gente stia osservando la patatina di nostra figlia, è come dare miele alle api...lasciare una torta alla panna davanti ad un amante folle dei dolci forzato al diguno dalla dieta. perchè rischiare? certi pensieri è vero li hanno anche coi bambini vestiti...ma non è peggio mostrare loro ncosa si stanno perdendo controllando i loro impulsi?
sostengo che sia semrpe meglio coprire i genitali.

E' anche nelle migliori terapie psicologiche cognitiviste: evitare situazioni che favoriscano l'innesto di pensieri abusanti...

Se possiamo quindi dare una mano a non far ritrovare i nostri bambini tra le fauci dei cosiddetti orchi...è molto ma molto meglio!
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Odi et Amo. Quare id faciam fortasse requiris. Nescio, sed fieri, et excrucior.

Carpe Diem...prima che i tuoi desideri più grandi cedano il posto ai pensieri di una mente adulta che ha smesso di sognare!


http://community.girlpower.it/-vp1936566.html

PROBLEMI SUL NUDISMO DEI BAMBINI IN SPIAGGIA

PROBLEMI SUL NUDISMO DEI BIMBI IN SPIAGGIA
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Ciao a tutti ragazzi e ragazze ^_^

Volevo affrontare questo nuovo argomento:

Secondo voi è bene o male, alla luce di tutti gli avvenimenti di pedofilia e di molestie sessuali sui minori ai quali abbiamo assistito negli ultimi anni, mostrare i genitali dei bambini in luoghi come la spiaggia?
E' pericoloso permettere ai bambini di giocare serenamente nudi in mezzo alla gente?
Potrebbero isitgare pensieri a sfondo pedofilo e sessuale nelle menti di chi guarda, in caso sia affetto da disturbi della sfera sessuale a sfondo pedofilo?
Me lo son sempre chiesta...e non vi nego che quando vedo bambini nudi in spiaggia temo sempre che possano innocentemente attirare a sè certe persone dalle intenzioni non troppo buone.
Secondo voi i genitori o chi si occupa dei bambini devono necessariamente fargli indossare il costune da bagno o è lecito lasciarli liberi in quanto innocenti e non ancora affetti dal pudore tipicamente adulto?
Mi interrogavo su questo e vorrei sentire cosa ne pensate...
Grazie a tutti coloro che posteranno ^_^
http://community.girlpower.it/bambini-nudi-spiaggia-preoccupante-per-gli-abusi-vt81246.html


Bambini nudi in spiaggia?
allora mi viene un nervoso vedere quelle madri che in spiaggia lasciano nudi i bambini!!! E li fanno sedere x terra sulla sabbia!!!! Ma nn capiscono k così si possono prendere infezioni?!? e poi tutti quei granuli di sabbia k ti possono entrare.......! K rabbia!!!!!
nn ho mai visto dll mamme far mettere il perizoma alle figlie (bambine) sconvolgente


Sono daccordissimo con te!!!E'davvero triste lasciare i bimbi nudi in spiaggia solo perche'non sono ancora sviluppatti e ignari del senso del pudore!!!
La sabbia e'la cosa piu'sporca ke esista...e'un party di germi!!!Cosa gli costa mettergli un costumino???
Ke Dio mi fulmini se in futuro faro'lo stesso con i miei figli!!!
Ciao!!!
concordo con quello che hai scritto, ed aggiungo inoltre che le spiagge sono il paese della cuccagna per i pedofili, dove possono fare tutte le foto e le riprese video che vogliono ai bambini più o meno vestiti.

Non è igienico, io credo che il costumino ai miei figli lo metterò sempre; magari il lato positivo è che il bambino sviluppa un buon rapporto con il proprio corpo, ma ribadisco che non è igienico...


io più che dei virus e della malattie che possono essere tranquillamente guariti..mi preoccuperei dei maiali schifosi che allungano l'occhio...

Si, lo noto sempre anch'io.
Devo dirti che la cosa mi fa proprio schifo!


Io sono daccordo più per una prevenzione contro la pedofilia che per le infezioni.
Ho letto da qualche parte, che le infezioni sono procurate più dal contatto con asciugamani o tessuti da spiaggia, che sono stati a contatto con persone soggette a patologie infettive, in particolare della pelle, che a contatto con la sabbia.
La sabbia infettata si trova nelle zone dell'Africa e Tropicali in genere.
Qui, possono esserci spiaggie infette solo nei pressi di scarichi fognari o su luoghi di ex zone industriali (vedi ex Italsider a Bagnoli quartiere di Napoli).
Il Mare invece, in molte delle nostre zone è inquinato da batteri fecali e da altri tipi molto pericolosi per la pelle e per i genitali, anche se l'acqua è limpida e trasparente,
Allora è li che bisogna che i bambini siano protetti col costume.
La cosa sconvolgente inammissibile, è anche far indossare a piccole bambine il costume a perizoma.
Le mamme in questione sono incoscienti

a me sinceramente fanno più schifo le babbione con le tette esposte che penzolano fino alle ginocchia...
o perizomi su sederoni carichi di cellulite.....

http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20070820030354AAXkSFr

UNA DONNA RACCONTA LA SUA ORRIBILE STORIA D'INCESTO CON IL PADRE PEDOFILO

Oggi è Giovedì 28 Agosto.
Donna Moderna


Io, vittima di un padre pedofilo

Ogni giorno ci sono bambini che subiscono abusi da parte degli adulti. E restano segnati per sempre. Come è successo a Ginevra, che ha voluto raccontarci la sua esperienza. E dirci che da questo inferno ci si può salvare

di Antonella Trentin
23/6/2003

È la nostra forma di autodifesa contro quell’orrore quotidiano chiamato pedofilia. Appena finiamo di leggere una nuova storia di bambini e violenze, cancelliamo subito dalla mente quegli adulti a caccia di piccole vittime. Sbagliamo. Perché loro, gli orchi, ci sono sempre: travestiti da padri, zii, amici di famiglia, perfino sacerdoti. Basta sfogliare i giornali dell’ultimo mese. Il 3 maggio è stato arrestato un prete bergamasco che finanziava un gruppo di pedofili e spartiva con loro i bambini adescati. Il 10 maggio è finito in galera un pregiudicato di Trapani: violentava la figlia di 11 anni, minacciandola con un coltello.
Il 29 maggio 400 persone in tutta Italia sono state indagate per aver scambiato su Internet foto pornografiche di bambini. Drammi troppo spesso dimenticati, su cui il criminologo Massimo Picozzi e l’ispettore di Polizia Michele Maggi hanno appena scritto un libro, pubblicato da Guerini: si intitola "Pedofilia, non chiamatelo amore". Questo amore mostruoso lo ha vissuto anche Ginevra, 40 anni, di Arezzo, un marito e due figli adolescenti.

Bellissima e tenera, lascia scivolare lacrime mute dai grandi occhi verdi: «Voglio parlare della mia storia, perché non si deve mai abbassare la guardia» dice. «I bambini che subiscono abusi lanciano sempre dei segnali forti: sono introversi, hanno uno sguardo rassegnato, spesso sono anche autolesionisti. Parenti, insegnanti, vicini di casa devono saper ascoltare le loro grida silenziose. Non si può girare la testa da un’altra parte».
Nel suo caso l’hanno fatto?
«Per fortuna no. Anche se i miei compagni di classe mi isolavano perché fiutavano la mia diversità, la scuola è stata la mia salvezza. Devo dire grazie a due professori: spesso mi vedevano piangere davanti a un foglio bianco. E, a furia di insistere e fare domande, mi hanno tirato fuori la verità».
Quale verità?
«Per anni mio padre ha abusato di me. Li chiamava “i nostri giochi segreti”. Era l’unica forma d’amore che sapeva darmi. Per il resto, solo botte».
E sua madre?
«Mia mamma è morta quando avevo quattro anni. Mio padre era innamoratissimo di lei. La sua scomparsa, e una famiglia cattiva e indifferente alle spalle, hanno fatto di lui un uomo sbandato e malato. Qualcuno avrebbe dovuto aiutarlo, invece c’ero solo io».
Quando suo padre ha rivolto le sue attenzioni sessuali verso di lei?
«Avevo otto anni. Durante la settimana vivevo con i nonni materni e gli zii, perché papà non era in grado di badare a me. Lo vedevo nei weekend. E, ogni sabato e domenica, quei giochi segreti si ripetevano. In una stanza sudicia e triste. Io lo odiavo e gli volevo bene allo stesso tempo: era l’unico genitore che mi era rimasto».
Non ha mai detto nulla ai suoi nonni?
«Non ammettevo neppure con me stessa che ci fosse qualcosa di strano».
E quando lo ha capito?
«Con il mio primo fidanzatino, a 14 anni. Volevo che mi coccolasse, che mi volesse bene. Ma carezze un po’ più intime, mai. Siamo andati avanti così per un anno. Io continuavo a dirgli: “Tu non capisci”. Alla fine, sono sbottata: “I rapporti fisici con te non funzionano perché tu non fai come il mio papà”. Ecco, la bomba era esplosa».
Allora ha parlato alla sua famiglia?
«Sì. Sono stati i miei professori a insistere: “Coraggio, ora torni a casa e ti togli questo peso” mi dicevano. Alla fine, mia zia mi ha preso da parte ed è riuscita a farsi raccontare tutto».
Poi che cosa è successo?
«Lei mi ha portato via: siamo andate a passare le vacanze estive su un’isola. Ma ogni notte, quando sentivo un rumore, mi svegliavo di soprassalto: avevo paura che papà fosse tornato a prendermi. Lui arrivava sempre quando meno me lo aspettavo, magari mentre ero in spiaggia con i miei amici, e mi picchiava davanti a tutti. Per fortuna, quell’estate non mi trovò. E non ci siamo visti per un anno intero».
Vi siete chiariti?
«Mai. Dopo aver confessato tutto a mia zia, gli ho scritto una lettera: gli dicevo che mi aveva fatto male e che dovevamo stare lontani. Quando mi ha rivisto, molto tempo dopo, mi ha aggredito: “Dobbiamo parlare noi due, perché lettere come quella non mi piacciono”. Poi è piombato il silenzio».
Ha mai denunciato suo padre?
«No. Non volevo fargli del male. E io non volevo finire in un tribunale».
Come ha superato il trauma?
«Ci sono voluti anni. Mi sentivo sporca, colpevole. So che è assurdo, ma avrei voluto che fosse mio padre ad aiutarmi, desideravo tanto un abbraccio, una manifestazione di affetto disinteressato. Non è mai arrivata. Così mi sono rivolta a uno psicologo che cura i problemi dell’infanzia, e mi sono sottoposta all’ipnosi per cinque mesi».
Questa esperienza come ha cambiato la sua vita sessuale?
«È rimasta un’ombra. Ancora oggi, mi capita di ripetere gli stessi gesti, le carezze che ricevevo da mio padre. Per fortuna, ho incontrato Paolo, mio marito, un uomo generoso, caro, intelligente. Abbiamo impiegato anni a trovare il nostro modo di fare l’amore».
Qual è stato l’ostacolo maggiore?
«La bambina che era rimasta in me. Veniva sempre fuori: facevo i capricci, esigevo un’attenzione costante, cambiavo addirittura voce. Tutto in nome della mia infanzia bruciata. Ho sofferto anche di pesanti crisi depressive: non riuscivo a capire chi fossi».
Com’è riuscita a diventare grande?
«Mio marito mi ha sempre avvolto nel suo immenso affetto. E anche gli amici. Ma, soprattutto, avevo un sogno: costruire una famiglia normale. Alla fine ce l’ho fatta. È questo che vorrei dire ai bambini vittime di abusi: che possono riconquistare la propria vita. Mai piangersi addosso: ognuno ha dentro di sé la forza giusta per reagire. Io, per esempio, ho imparato a non farmi travolgere dalle cose brutte della vita, a trasformare sempre il nero in rosa».
E suo padre?
«È morto. Era ridotto come un barbone: viveva solo in una casa piena d’immondizia, malato di cancro. Io ho passato con lui gli ultimi giorni di vita, stando accanto al suo letto d’ospedale notte e giorno. “Sono con te, papà” gli ho detto “e ti perdono”. Lui, poco prima di morire, si è lasciato andare: “Ho sbagliato, ti ho fatto soffrire”. È morto sereno. Il cerchio si era chiuso, la mia rabbia era volata via».

Articolo tratto da Donna moderna



http://www.sosinfanzia.org/2003/testi2003/Donna_moderna.asp

L'INCESTO E IL CLIMA DI OMERTÀ DI TANTE FAMIGLIE

Il minore vittima di abuso
L'INCESTO E IL CLIMA DI OMERTÀ DI TANTE FAMIGLIE
Il bambino che vive questa esperienza è una vittima. L’impatto sulla sua psiche è devastante. È importante prevenire gli abusi e curare le vittime.

Caro padre, mi riferisco alla risposta data dal teologo su Famiglia Cristiana n. 5/2000, relativa al tema dell’incesto. Credo che il problema vada inquadrato in modo diverso da come è stato fatto. L’incesto, infatti, non è un problema di deviazione sessuale. Non è un "adulterio aggravato", ma una violenza su un minore. Il 70 per cento delle vittime dell’abuso sessuale da parte di un familiare ha un’età inferiore ai 10 anni. E non sono rari i casi di bambini di 3 o 4 anni che hanno fatto questa drammatica esperienza.

Esiste dunque una sproporzione fra l’adulto e il bambino violentato. L’adulto esercita sul bambino un potere "assoluto", poiché lo domina nella sua dimensione più intima che è quella affettiva. E il bambino nella sua fragilità si affida totalmente all’adulto. L’abuso inoltre si perpetua indistintamente su maschi e femmine. Non si può allora parlare di incesto come di un adulterio. Come se fra i due si instaurasse una relazione. Non vi è nessuna relazione reciproca fra i due.

L’incesto è sempre una violenza. Anche se può essere vissuto in una forma non brutale o aggressiva. Anzi, al contrario, i modi d’approccio dell’adulto sono suadenti e seduttivi. Ma le conseguenze non sono meno devastanti. Il bambino che vive questa esperienza è una vittima. L’impatto sulla sua psiche è devastante. Si dice che è un’esperienza "destrutturante": dà cioè inizio ad una distruzione psichica del bambino. Capovolge il suo mondo di significati e la percezione che egli ha di sé. Per rendersene conto basterebbe vedere i disegni coi quali questi bambini descrivono la loro esperienza. O ascoltarne i racconti. Da essi emerge un vissuto di violenza e di angoscia inimmaginabile. Il bambino vive un carico di sofferenza così grande da non essere gestibile: non riesce neanche a trovare parole d’aiuto.

La nostra attenzione va posta allora sulla protezione del bambino, piuttosto che sulla sessualità deviata. La mamma che scopre una situazione di questo tipo deve immediatamente proteggere il bambino. E l’unica protezione possibile è quella di non conservare il "segreto familiare". Innanzitutto perché il bambino deve parlare del proprio dolore: continuare a tenerlo dentro, senza la possibilità di esprimerlo, accelera ulteriormente gli effetti distruttivi sulla sua psiche. Il tacere sull’abuso non fa altro che progredirne le conseguenze.

Il "segreto familiare" non consente di porre fine all’abuso, perché chi abusa non è capace di fermarsi da solo. E invece va fermato perché possa riconoscere la propria patologia. Va messo di fronte a ciò che ha compiuto, che quasi sempre continua a negare. Dal punto di vista giuridico, poi, l’abuso è un reato. E va denunciato: altrimenti chi ne è a conoscenza può essere accusato di favoreggiamento. La denuncia non va vista come qualcosa che ha come conseguenza la distruzione di una famiglia. O, peggio, come una vendetta. Ma, piuttosto, come la possibilità di iniziare un cammino terapeutico che possa riparare al male fatto.

La vittima dell’abuso prende coscienza di essere tale solo di fronte al riconoscimento del male subìto. Se ciò non avviene, il bambino avrà molte difficoltà a vincere i sensi di colpa che vive. E si sentirà ancora colpevole di quanto è accaduto. Anche se è molto raro e difficile, solo alla fine di un complesso cammino terapeutico c’è la possibilità di recuperare l’unità in una famiglia segnata dall’esperienza dell’abuso.

Vorrei infine invitare a riflettere sulla possibilità di "salvare il matrimonio". Dal punto di vista del codice canonico, una situazione di questo tipo dovrebbe far riflettere sulla validità del matrimonio celebrato. Infatti, poiché una patologia come quella dell’abuso è il più delle volte esistente prima del matrimonio, si potrebbe configurare nel matrimonio stesso un vizio di consenso. E potrebbe quindi non essere valido. Che cosa giustificherebbe poi un atteggiamento di prudenza? Il non voler dare scandalo? Ma che senso ha parlare di scandalo di fronte al male che il bambino abusato ha subìto, se non si cerca di difenderlo? Si vuole salvare un matrimonio? Ma che senso ha salvare un’immagine di famiglia se non si salva un bambino?

Don Giuseppe R. (Napoli)



Caro padre, siamo un’équipe di psicologi, pedagogisti, assistenti sociali, educatori che lavorano quotidianamente con bambini e ragazzi vittime di abusi sessuali intrafamiliari. L’associazione di cui facciamo parte gestisce un Centro anti abuso, un Centro per la tutela del bambino e la cura del disagio familiare e tre consultori diocesani. Leggendo la risposta del teologo, ci è sembrato che, al di là di una corretta presentazione del pensiero della Chiesa circa la sessualità tra i coniugi, al di là della esauriente disamina sessuologica di deviazioni e perversioni, al di là anche delle indicazioni di natura giuridica, sia canonistica che penalistica, il teologo abbia trascurato un qualsiasi accenno alla figura della vittima, alle conseguenze che atti tanto gravi, e per di più perpetrati da un familiare autorevole e affidabile, come appare un padre ad una figlia, hanno sullo sviluppo di una giovane creatura. Compromettendone per sempre, se non si interviene tempestivamente a bloccare l’incesto, l’equilibrio non solo sessuale, ma psico-affettivo.

Quali mezzi suggerisce il teologo alla madre, «per far cessare questa pratica abominevole?». Nella risposta non se ne trova traccia. E la nostra esperienza ci dice che è impossibile che queste pratiche vengano sospese solo con un intervento intrafamiliare, perché hanno radici profonde e lontane. Non per nulla esse sono qualificate dalla legislazione italiana come reato.

Ma, soprattutto, quale matrimonio il teologo consiglia alla signora di salvare, se la relazione coniugale è già giunta a questi livelli di degrado? Ci sembra che la risposta non aiuti a superare quel clima di omertà che purtroppo caratterizza ancora l’abuso sessuale sui minori (specialmente l’incesto). Omertà che porta a coprire, con scuse simili a quelle addotte dal teologo, non solo la sofferenza inflitta al minore, ma anche il vero e proprio reato.

Quanto alla sofferenza del minore, avrebbe potuto non essere fuori luogo richiamare le espressioni evangeliche riguardo allo scandalo che gli adulti possono dare ai bambini.

(Seguono otto firme)
Centro Anti abuso di Marghera Venezia

La risposta data dal teologo relativamente all’obbligo che ha una moglie di denunciare il marito, qualora venisse a conoscere che commette incesto con la figlia, non ha soddisfatto alcuni lettori. Si tratta, come si vede, di persone autorevoli, impegnate in prima linea nella lotta agli abusi all’infanzia. Per questo accogliamo il loro invito e torniamo sull’argomento, vincendo la ripugnanza che il tema suscita.

Purtroppo le violenze inflitte ai bambini – quelle sessuali in primo luogo – sono molto più frequenti di quello che vorremmo immaginare. È urgente mobilitarci per prevenire questi abusi. E per curare coloro che ne sono vittime.

Nella domanda rivolta al teologo e nella sua risposta non si faceva riferimento all’età della vittima dell’incesto. I lettori insoddisfatti della risposta hanno dato per scontato che si trattasse di un minore. Così infatti è il più delle volte. Ce lo dicono le statistiche. E ce lo ricorda don Giuseppe R.: il 70 per cento delle vittime di un abuso sessuale da parte di un familiare ha un’età inferiore a 10 anni.

La risposta del teologo sarebbe stata probabilmente diversa se fosse stato messo nel dovuto rilievo questo aspetto. In questo caso, infatti, la donna che fa l’agghiacciante scoperta di ciò che sta avvenendo dentro le mura domestiche non è in primo luogo una moglie tradita. Ma è una madre che si confronta con un fatto di un’enormità assoluta: il proprio figlio/figlia sottoposto a tortura.

E non sembri esagerato il termine. Gli esperti che hanno in cura bambini vittime di abusi non trovano parole sufficientemente efficaci per descrivere gli effetti devastanti che l’incesto ha nella psiche e nella vita affettiva delle vittime. Con conseguenze a lungo termine: coloro che hanno subìto questo tipo di violenza tendono a infliggerlo a loro volta ai propri figli. Se così è, il silenzio non può essere un’alternativa da prendere in considerazione. Non si può mettere sullo stesso piano l’interesse a "salvare il matrimonio" e la difesa del bambino.

L’intervento di una madre responsabile non può tendere solo a bloccare l’abuso, ma deve mettere in atto, il più rapidamente ed efficacemente possibile, un intervento terapeutico. L’incesto non è una piccola "bua" che si cura con un bacino. L’intervento riparatore è difficile. E deve essere eseguito da professionisti competenti. L’atteggiamento di "prudenza", raccomandato dal teologo alla moglie del marito incestuoso, è stato fortemente criticato da alcuni nostri lettori. Chiedere consiglio a persona prudente, che conosca la situazione della famiglia e sappia giudicare con saggezza non è stato considerato un consiglio accettabile da coloro che lavorano con questi abusi. La prudenza rischia di trasformarsi in pusillanimità. È comprensibile, ma non condivisibile. Se prevale la strategia di non pensarci più, di "metterci una pietra sopra", questa rischia di diventare una pietra tombale per la psiche del bambino che è stato vittima.

Inoltre, gli esperti testimoniano che le pratiche di abuso non vengono sospese solo per un intervento intrafamiliare. I comportamenti patologici che in esse si esprimono hanno radici profonde: non basta un proposito della volontà, per quanto sincero, a farli cessare (ancor meno di quanto serva a un alcolista un proposito di questo genere per staccarsi dalla bottiglia). Il consiglio più appropriato, perciò, è che la moglie si rivolga a un centro specializzato, rompendo l’omertà familiare e permettendo ai professionisti competenti di avviare le misure necessarie per "bloccare" il padre incestuoso e per avviare l’intervento terapeutico per il bambino violato.

È utile tener presente la Dichiarazione in tema di abuso sessuale all’infanzia (1999), che esprime il consenso raggiunto dal "Coordinamento italiano dei servizi contro il maltrattamento e l’abuso all’infanzia", dopo un lavoro di tre anni. Gli esperti hanno riconosciuto che il danno che subisce il bambino è tanto maggiore quanto più il fenomeno resta nascosto. O non viene riconosciuto, e non viene attivata alcuna protezione.

Infine, portare il problema nella sede giusta, costituita dai servizi specialistici, è benefico anche per la madre. Non bisogna sminuire, infatti, il trauma che la notizia costituisce per la donna. Anch’essa, pur con maggiori difese di un bambino, è un essere umano profondamente ferito. Bisognosa di un aiuto specifico.

d. a.

http://www.club3.it/fc00/0019fc/0019fc04.htm

AUSTRALIA: ORRIBILE STORIA D'INCESTO TRA PADRE E FIGLIA CONSEZIENTI

AUSTRALIA: ORRIBILE STORIA D'INCESTO TRA PADRE E FIGLIA CONSEZIENTI



Australia - 30 anni fa John Deaves si separava dalla sua precedente moglie. Dico precedente perchè quella attuale pare essere a tutti gli effetti (tranne quello legale) sua figlia Jenny, avuta dalla stessa moglie un anno prima di separarsi. I due stanno insieme e nove mesi fa hanno concepito un figlio, Celeste. Avrete capito da soli che roba tipo Beautiful a questi qui fa un baffo.

Il piccolo Celeste gode fortunatamente di ottima salute (non si sa mai, in questi casi la medicina ci insegna che possono nascere i mostri).
John, che quindi è l’ unico uomo al mondo a godere del titolo di “padre della madre di suo figlio”, sostiene che la loro trattasi di relazione matura tra due adulti consenzienti, che chiedono rispetto e comprensione e che non c’è nulla di male (“nooooo, assolutamente. E’ tutto okay”, ndr). Sempre John ammette di aver avuto inizialmente qualche dubbio che fare sesso con sua figlia fosse sbagliato: “Ho sempre saputo che la cosa non è legale. Ma le emozioni prendono il sopravvento e ti controllano il cuore. Ed il cuore ti comanda la testa”. Dice, ed aggiunge di essere anche molto appagato sessualmente.

Per la figlia nonchè compagna invece è come avere rapporti con un qualsiasi altro uomo, perchè dice di vederlo prima come un uomo, poi come un padre.

La Polizia Australiana fa sapere con un comunicato che la coppia è sotto monitoraggio.



http://www.ilrock.net/2008/04/07/john-jenny-deaves-incesto-padre-figlia-sesso-bambino/