ARTICOLI E NOTIZIE SULL'INCESTO E LA PEDOFILIA E COME COMBATTERLI.

martedì 29 aprile 2008

ALTRE NOTIZIE SUL MOSTRUOSO CASO D'INCESTO AUSTRIACO

Amstetten - Austria) Lascia senza parole quello che è stato definito uno dei peggiori crimini della storia dell’Austria. Josef Fritzl ha confessato di aver segregato per 24 anni la figlia Elisabeth abusando sessualmente di lei e avendone sette figli. Come il 73enne abbia potuto condurre per 24 anni una doppia vita riuscendo a "ingannare tutti", compresa la moglie Rosemarie che era all'oscuro dell'intera vicenda, resta un mistero e pone un’inquietante interrogativo:
''Com’è possibile che i vicini di casa non si siano accorti di nulla in questi 24 anni di segregazione e di violenze? Come è possibile che siano nati sette figli, magari anche regolarmente registrati ed oggi adulti e nessuno si sia insospettito di nulla?''. Se lo chiede il teologo moralista padre Antonio Runci, che denunciando ''probabili coperture'' invita l'opinione pubblica a ''interrogarsi su quale strade si sta incamminando il nostro mondo occidentale, le nostre città, i nostri luoghi ove una volta le donne erano davvero protette, in bambini difesi da ogni violenza, i figli garantiti e sicuri all'interno delle famiglie e dello stesso territorio''. ''L'anonimato, l'indifferenza, in non intromettersi nei problemi degli altri a volte - rileva il religioso - generano delle vere e proprie barbarie, come sembra essere questo caso. La coscienza di appartenere a un popolo, a un territorio, a una nazione, a una cultura devono far scattare in noi la coscienza che ogni essere umano deve essere protetto anche quando questo non è fatto in famiglia. Anzi - conclude padre Runci - proprio sulle famiglie bisogna vigilare di più perché i più gravi crimini contro le donne, i bambini sembrano che avvengano tra le mura domestiche, anzi nel porcile di un’umanità sempre più degenerata e sempre più accondiscendente o nella migliore delle ipotesi indifferente verso fatti criminali che se rasentano la patologia del singolo, certamente mettono pure in risalto la fragilità della moralità soggettiva e collettiva''.

Ma veniamo ai fatti: Elisabeth era scomparsa 24 anni fa, una fuga giustificata dal padre-padrone e aguzzino, con una lettera nella quale la ragazza spiegava di essersi unita a una setta e pregava i genitori di non cercarla.

Ben più drammatica purtroppo, la realtà. Elisabeth, che oggi ha 42 anni, ha vissuto segregata dal 1984 in un seminterrato dell'abitazione dei genitori, dov’era stata attirata dal padre, cloroformizzata e ammanettata; e da allora non ne era più uscita. La sua prigione era un dedalo di stanzette senza finestre, dal soffitto alto appena 1,7 metri e sigillato con una porta di cemento armato con un sistema di accesso elettronico funzionante con un codice noto solo all'uomo. Quasi un sepolcro, dove la donna è stata oggetto di abusi sessuali - ininterrottamente, fin dall'età di undici anni –, dove per sette volte è diventata mamma. Tre dei suoi bambini vennero in seguito affidati ai nonni, mentre gli altri tre (i primi due, di 19 e 18 anni, e il più piccolo, di 5 anni) rimasero con lei; il settimo sarebbe invece morto poco dopo la nascita e Fritzl ha raccontato di essersi disfatto del corpo gettandolo in un inceneritore.

E’ un incubo questa storia, il peggiore degli incubi. Un crimine orrendo, scoperto solo lo scorso 19 aprile, quando una ragazza 19enne era stata abbandonata in stato di incoscienza nell'abitazione dei nonni ed era poi stata ricoverata all'ospedale di Amstetten in gravi condizioni: i medici lanciarono un appello televisivo alla madre della giovane perché si presentasse e li aiutasse a formulare una diagnosi. Elisabeth, ascoltato l'appello in televisione, aveva pregato il padre di lasciarla andare all'ospedale. Ed è qui che il mostro decide di liberarla insieme agli altri due figli ancora segregati, spiegando alla moglie che Elisabeth aveva deciso di "tornare a casa".

Il resto della storia è rimbalzato ieri su tutti i media provocando sconcerto e orrore. La vicenda ha molte analogie con quella di Natascha Kampusch, la ragazza austriaca sequestrata nel 1998 all'età di dieci anni e tenuta prigioniera fino all'agosto del 2006, quanto è riuscita a fuggire dal suo aguzzino, Wolfgang Priklopil, che ieri ha offerto ad Elisabeth e ai suoi figli (che hanno sempre vissuto nella cantina e hanno visto per la prima volta la luce del sole dopo la loro liberazione) il suo aiuto, sia psicologico che economico.

"Un crimine unico nella storia criminale dell'Austria - l’ha definita il capo della polizia provinciale Franz Pruchner - al di là di qualsiasi dimensione conosciuta". Di fronte all'orrore suscitato dalla vicenda emersa sabato scorso in questa cittadina di 20 mila abitanti, le autorità locali hanno respinto ogni responsabilità, affermando che l'uomo ha condotto una doppia vita in maniera perfetta, ingannando tutti, anche la moglie, 69enne, sembra, all’oscuro di tutto.

Com’è possibile? ripetiamo, convivere con un mostro simile per tutti questi anni, non conoscere il mistero di quel seminterrato, la cantina della propria casa, che rischiava di trasformarsi in tomba per tutti i suoi abitanti?

Il ministro degli Interni Guenther Platter ha espresso tutto il suo sgomento per questo caso di violenza brutale, inconcepibile, ripugnante. Si tratta senza dubbio "del caso più grave e sconvolgente di cui si sia venuti a conoscenza in Austria", ha dichiarato Platter. Alle vittime sarà offerta adesso la massima tranquillità e la migliore assistenza medica e psicologica possibile. Quella che offre Natascha Kampusch, che ieri, un'intervista alla radio austriaca "Oe1" ha spiegato che aver vissuto un dramma simile la mette in sintonia con Elisabeth e le permette di aiutarla ad affrontare la situazione in cui si trova. "E' un desiderio che mi é sorto spontaneo", ha spiegato Natascha, "anche se da settimane avvertivo il bisogno di fare qualcosa per le persone scomparse e seviziate". Natascha ha poi aggiunto di voler mettere a disposizione di Elisabeth una parte delle donazioni ricevute dopo la sua liberazione. Il denaro dovrà servire per l'istruzione dei figli nati dall'incesto e a favorire il reinserimento sociale loro e della madre. "Bisogna rendersi conto di dove sono cresciuti e delle difficoltà dei contatti sociali che hanno avuto", ha spiegato ancora Natascha, secondo cui "anche il denaro può aiutare. In questo caso mi sembra una cosa ragionevole". La ragazza si è anche mostrata preoccupata per l'enorme risalto mediatico dato alla vicenda di Elisabeth. "Penso che tutto questo trambusto", ha affermato, "non sia d'aiuto a queste persone”.

(Delt@ Anno VI, N. 99 del 29 Aprile 2008)

http://www.deltanews.it/primopiano/aprile08/290408.htm





La terribile storia di Elisabeth Fritzl, 42 anni, che non vedeva la luce del sole dal lontano 1984, quando aveva solo 19 anni, è stata svelata nella cittadina di Amstetten, in Austria, Paese dove neanche due anni fa fu svelato il caso, per certi versi analogo, della giovane Natascha Kampusch, prigioniera per otto anni di uno spasimante- aguzzino, Wolfgang Priklopil.

Il padre di Elisabeth, il 73.enne Joseph Fritzl, è stato arrestato e si è chiuso in un mutismo totale, mentre la donna e cinque dei sei figli nati dall'incesto forzato - tre maschi e tre femmine compresi fra i 5 e i 19 anni - sono stati affidati a un'equipe di psicologi.
La sesta figlia, Kerstin, 19 anni, la maggiore, è invece ricoverata in gravi condizioni all'ospedale con una malattia, di cui non è stata rivelata la natura, e sta «lottando con la morte», secondo Franz Polzer, capo della polizia del Land della Bassa Austria, che ha anche annunciato che su i protagonisti della vicenda saranno effettuati test del Dna.
Proprio Kerstin ha permesso di levare il velo sulla vicenda: la presunta figlia maggiore di Elisabeth e del padre è stata portata e lasciata all'ospedale di Amstetten lo scorso fine settimana perchè in preda a sintomi gravi. I medici dell'ospedale hanno chiesto di parlare con la madre della ragazza, che secondo la versione fornita da Joseph era scomparsa nel 1984 e si riteneva caduta nelle mani di una setta.

A quel punto il padre ha fatto ricomparire la figlia dicendo a sua moglie che Elisabeth aveva deciso di tornare a casa. Ma Elisabeth ha raccontato alla polizia di aver subito le attenzioni sessuali del padre da quando aveva 11 anni e di essere stata attirata da lui quando ne aveva 19, il 28 agosto del 1984, nello scantinato dello stabile dove la famiglia viveva ad Amstetten, una cella senza finestre, dove è stata drogata e ammanettata.


Da lì non è più uscita. Nel corso degli anni si sono succedute violenze e gravidanze. I due figli più grandi, di 19 e 18 anni e il più piccolo di cinque, sono sempre rimasti con lei, mentre gli altri tre sono stati adottati dal padre che li faceva trovare alla moglie Rosemarie davanti alla porta di casa con una lettera nella quale si spiegava che Elisabeth non era in grado di occuparsene. Joseph portava loro cibo, acqua e vestiario, ma i figli incarcerati con lei non hanno mai visto il sole o ricevuto alcuna istruzione. Il settimo figlio, gemello di uno dei sopravissuti, quando morì, dopo il parto, fu portato via dal padre che ne bruciò il cadavere, secondo quanto riferito da Elisabeth.
Quanto a Rosemarie la polizia afferma che fosse sempre stata all'oscuro di tutto.

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28/04/2008



http://www.iltempo.it/interni_esteri/2008/04/28/871445-stuprata_padre.shtml#

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