ARTICOLI E NOTIZIE SULL'INCESTO E LA PEDOFILIA E COME COMBATTERLI.

sabato 13 dicembre 2008

Pedopornografia: 2 arresti, 11 indagati in diverse regioni

2008-12-12 08:15
Pedopornografia: 2 arresti, 11 indagati in diverse regioni
Perquisiti un imprenditore, un religioso, un portiere d'albergo
(ANSA)-VENEZIA, 12 DIC-Due arresti, 11 persone indagate e perquisizioni in molte regioni italiane: e' il bilancio di un'operazione contro la pedopornografia on line.La polizia postale del Veneto ha collaborato con Usa, Inghilterra, Francia, Interpol ed altri paesi Est Europa. Il blitz e' stato effettuato nelle province di Venezia, Treviso, Belluno, Milano, Torino, Cuneo, Varese, Bologna, Roma e Napoli. Perquisiti un imprenditore che rientrava da Cuba, un religioso partenopeo ed il portiere di un albergo veneziano.

http://www.ansa.it/site/notizie/regioni/lazio/news/2008-12-12_112307345.html

domenica 30 novembre 2008

Referendum in Svizzera per lo spinello libero-si votava anche l'imprescrittibilità degli atti pedofili, promossa dall'associazione ''Marche blanche''

Referendum in Svizzera per lo spinello libero-si votava anche l'imprescrittibilità degli atti pedofili, promossa dall'associazione ''Marche blanche''
30 11 2008
A sorpresa, e con appena il 51,9 % di voti a favore hanno invece accettato l'iniziativa per l'imprescrittibilità degli atti pedofili, promossa dall'associazione ''Marche blanche''

Un'iniziativa popolare domanda di rendere imprescrittibili i reati di pedofilia e pedopornografia. Il governo e il parlamento propongono invece che le vittime abbiano tempo fino a 33 anni per sporgere denuncia. La decisione spetterà al popolo e ai cantoni il 30 novembre.
Diversi casi di pedofili multirecidivi venuti alla luce negli ultimi anni, in Svizzera e all'estero, hanno profondamente turbato l'opinione pubblica. Sull'onda dell'emozione, l'associazione Marche blanche, che si batte per la tutela dell'infanzia e contro la pedocriminalità, nell'agosto 2004, ha lanciato l'iniziativa popolare "per l'imprescrittibilità dei reati di pornografia infantile".

Il testo chiede di ancorare nella Costituzione federale – tramite l'introduzione di nuovo articolo - l'imprescrittibilità dell'azione penale e della pena, per gli autori di reati sessuali o di pornografia commessi su fanciulli impuberi. Esso è stato depositato il 1° marzo 2006, munito di quasi 120mila firme valide.

Di che si tratta?
Iniziativa popolare
Il governo e il parlamento raccomandano di respingerlo. Lo scorso giugno, il Consiglio degli Stati (Camera alta) lo ha bocciato con 41 voti senza opposizione, il Consiglio nazionale (Camera bassa), con 163 voti contro 19 e 5 astensioni.

I voti a favore sono venuti da una forte minoranza dell'Unione democratica di centro – per la precisione 15 deputati – e da quattro popolari democratici. Fra questi ultimi c'è il presidente del partito, il vallesano Christophe Darbellay, che fa parte del comitato promotore dell'iniziativa.

Prolungati i tempi del diritto vigente
Il diritto svizzero vigente fissa a 15 anni, a partire dal momento del reato, il tempo a disposizione delle vittime minori di 16 anni per querelare chi ha violato la loro integrità sessuale. Gli autori di tali reati sono in ogni caso perseguibili al minimo fino al momento in cui la vittima compie 25 anni.

Nell'esame dell'iniziativa, l'esecutivo e il legislativo hanno riconosciuto che i termini attuali sono troppo brevi. Perciò hanno deciso di modificare il Codice penale e il Codice penale militare. È stata mantenuta una prescrizione di 15 anni, ma che decorre a partire dal compimento dei 18 anni della vittima. In altri termini, ogni vittima ha tempo fino a 33 anni per sporgere denucia penale.

Questo controprogetto indiretto è stato approvato all'unanimità da entrambe le Camere. Ma Marche blanche lo ha giudicato insufficiente e non ha dunque ritirato l'iniziativa.

Atto di giustizia o rischio di sconfitta in tribunale?
I promotori sottolineano che spesso le vittime hanno bisogno di moltissimi anni prima di riuscire a rompere il silenzio. Occorre dunque dare loro tutto il tempo di cui hanno bisogno, affinché possano chiedere giustizia e liberarsi del loro trauma, quando trovano la forza di compiere tale passo.

D'altra parte, i promotori contestano il diritto all'oblio per gli autori di crimini pedofili, dal momento che le loro vittime non riescono mai a dimenticare gli abusi subiti.

Secondo i sostenitori dell'iniziativa, l'imprescrittibilità rappresenterebbe anche una misura preventiva. A loro avviso, il rischio di incorrere per tutta la vita in una pena, avrebbe un effetto dissuasivo.

Gli avversari replicano che, più passa il tempo, più diventa difficile stabilire i fatti. Poiché nel diritto svizzero vale il principio "in dubio pro reo", un procedimento penale a distanza di tanti anni rischierebbe di concludersi con un nulla di fatto, per mancanza di prove. Per la vittima, ciò comporterebbe una nuova sofferenza e dunque sarebbe controproducente.

Il testo pone peraltro un grosso problema poiché parla di "fanciulli impuberi". Dato che la pubertà nei singoli individui interviene in età diverse, in molti casi potrebbe risultare impossibile stabilire se la vittima fosse ancora impubera al momento dei fatti. Il pericolo sarebbe di creare errori giudiziari e disparità di trattamento.

Gli oppositori giudicano inoltre sproporzionata l'imprescrittibilità. Attualmente in Svizzera esiste solo per reati estremamente gravi che colpiscono molte persone, quali i crimini di guerra, i genocidi e gli atti terroristici. Una regola in vigore anche nei paesi vicini.

swissinfo, Sonia Fenazzi

http://www.swissinfo.org/ita/prima_pagina/Crimini_pedofili_perseguibili_a_vita.html?siteSect=106&sid=9872429&cKey=1225991080000&ty=st



l'imprescrittibilità dei reati di pornografia infantile' in SVIZZERA

L'iniziativa popolare che chiede l'imprescrittibilità dei reati di pornografia infantile è stata depositata mercoledì presso la Cancelleria federale.
Lanciata nel 2004 dall'associazione «Marche Blanche», ha raccolto quasi 120'000 firme.

L'iniziativa popolare 'per l'imprescrittibilità dei reati di pornografia infantile' è stata consegnata mercoledì mattina presso la Cancelleria federale, munita di 119'198 firme.

L'iniziativa, lanciata dall'associazione «Marche Blanche», chiede di modificare la Costituzione federale introducendo un nuovo articolo – il 123b – che vieti la caduta in prescrizione dei reati sessuali e di quelli di pornografia sui ragazzi che non hanno ancora raggiunto l'età della pubertà.

Molto resta da fare
"Nel campo della protezione dei bambini resta ancora molto da fare", ha dichiarato ai microfoni della Radio Svizzera romanda Christophe Darbellay, consigliere nazionale e membro del comitato promotore.

In primo luogo bisogna "dare dei segnali molto più forti, sia in politica che attraverso la giustizia", ha precisato Darbellay.

L'imprescrittibilità degli atti di pedofilia e degli abusi sessuali sui fanciulli si giustifica poiché le vittime sono in grado di denunciare le molestie solamente molti anni dopo averle subite, sostiene «Marche Blanche».

"A 4, 5 o 6 anni un bambino vittima di una violenza non sempre è in grado di denunciarla. È quindi importante che lo possa fare il giorno in cui si rende conto di ciò che gli è capitato. Anche a 30 anni", ha spiegato Darbellay.

Scuotere le coscienze
L'associazione "Marche Blanche" è un'organizzazione apolitica e aconfessionale fondata nel 2001 che cerca di sensibilizzare il pubblico con marce cittadine in vari cantoni svizzeri. In particolare «Marche Blanche» si prefigge di combattere la tratta di bambini e la pornografia infantile.

Oltre ad avere l'ambizione di "scuotere le coscienze", con le sue marce silenziose, l'associazione chiede alle autorità di prendere sul serio gli abusi sui bambini.

L'iniziativa era stata lanciata nell'agosto 2004. L'Assemblea federale si pronuncerà sulla sua validità, non appena questa sarà dichiarata ufficialmente riuscita.

swissinfo e agenzie

http://www.swissinfo.ch/ita/politica/votazioni/Depositata_un_iniziativa_contro_la_pedofilia.html?siteSect=301&sid=6515510&cKey=1224852174000&ty=st
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martedì 4 novembre 2008

DUE MOSTRUOSI CASI D'INCESTO IN POLONIA SCOPERTI A SETTEMBRE 2008

DUE MOSTRUOSI CASI D'INCESTO IN POLONIA SCOPERTI A SETTEMBRE 2008
PRIMO CASO

REPUBBLICA.IT
La 21enne sarebbe stata segregata per 6 anni e avrebbe avuto 2 figli dal genitore
Il 45enne arrestato dopo un tentativo di fuga verso l'Italia. Rischia 15 anni di carcere
Donna reclusa e stuprata dal padre in Polonia




La polizia polacca scorta l'uomo accusato di segregazione e stupro della figlia 21 all'uscita dal tribunale

VARSAVIA - Un uomo di 45 anni è stato arrestato nella Polonia orientale, per avere sequestrato e abusato per sei anni di sua figlia, che ha oggi 21 anni, una vicenda che ricorda quella della "casa degli orrori" dell'austriaco Josef Fritzl.

Secondo quanto reso noto dalla polizia locale di Siemiatycze, la giovane, tenuta segregata in casa dal padre, avrebbe anche partorito nel 2005 e 2007 due bambini, lasciati in ospedale per l'adozione. I bambini potrebbero essere frutto della relazione incestuosa col genitore. La donna ha raccontato alla polizia che l'uomo l'aveva costretta ad abbandonarli, dopo averla accompagnata al parto. La figlia si era presentata la settimana scorsa alla polizia di Siematycze insieme alla madre, denunciando che il padre la violentava dall'età di 15 anni e le impediva di lasciare la casa. La giovane aveva lasciato la scuola a 14 anni. Subito dopo per lei era cominciato un inferno famigliare. Il padre aveva cominciato a violentarla, a legarla e a minacciarla con un coltello.

Dopo la denuncia, l'uomo è fuggito e, secondo l'agenzia France Press, voleva raggiungere l'Italia. La polizia tuttavia l'ha arrestato in una altra città polacca, Siedlce, nel centro del paese. Ora rischia una condanna a 15 anni per violenza sessuale e sequestro di persona. Al momento il tribunale gli ha inflitto un fermo di tre mesi. La figlia è ospite di alcuni famigliari e riceve assistenza psicologica.

La vicenda polacca richiama quella venuta alla luce quest'anno in Austria, nella cittadina di Amstetten. Un uomo di 73 anni, Josef Fritzl, aveva tenuto segregata la figlia per 24 anni in una cantina-prigione sotto casa, violentandola e facendole partorire sette figli.


(8 settembre 2008)
http://www.repubblica.it/2008/09/sezioni/esteri/polonia-segregazione/polonia-segregazione/polonia-segregazione.html

RAINEWS24.IT

Varsavia | 9 settembre 2008
Incesto e segregazione, un altro padre mostro in Polonia


Un caso simile a quello di Josef Fritzl
Un uomo di 45 anni e' stato arrestato nella Polonia orientale, per avere sequestrato e abusato per sei anni di sua figlia, che ha oggi 21 anni, una vicenda che ricorda quella della "casa degli orrori" dell'austriaco Josef Fritzl.

Secondo quanto reso noto dalla polizia locale di Siemiatycze, la giovane, tenuta segregata in casa dal padre, avrebbe anche partorito nel 2005 e 2007 due bambini, lasciati in ospedale per l'adozione. I bambini potrebbero essere frutto della relazione incestuosa col genitore. La donna ha raccontato alla polizia che l'uomo l'aveva costretta ad abbandonarli, dopo averla
accompagnata al parto.

Secondo il racconto della vittima, fino a due anni fa la sua famiglia, composta dalla madre Teresa, il padre Krzysztof e il fratellino Jan, abitava a Pasikurice, in Bassa Slesia. Dopo il primo stupro subito dal padre, Alicja ha confessato tutto alla madre la quale pensava inizialmente di divorziare. Poi pero' e' stata picchiata e minacciata dal marito e non ha fatto piu'
nulla per denunciare il crimine.

Dal racconto della giovane a Fakt, il quotidiano del gruppo editoriale tedesco Axel Springer, risulta che il padre la violentava due, tre volte la settimana "come se fosse sua moglie". Diverse volte Alicja B. ha cercato anche di fuggire da casa ma il padre e' riuscito sempre a ritrovarla. Qualche volta la rinchiudeva nella sua stanza togliendo la maniglia.

Dopo il trasferimento della famiglia a Grodzisk, nella zona di Siemiatycze (Polonia orientale), Alicja B. e' riuscita ad avere un fidanzato. Il padre era pero' geloso della relazioni e l'ha costretta a seguirlo in Belgio dove ultimamente lavorava.

Dal Belgio, la ragazza e' riuscita a fuggire l'11 luglio scorso ed e' tornata in Polonia a vivere a casa del suo ragazzo. Rintracciata qualche giorno dopo, il padre l'ha prelevata e rinchiusa a chiave nella casa della nonna, da cui la giovane e' riuscita di nuovo a fuggire. Solo a questo punto, assieme alla madre, ha deciso, una settimana fa, di denunciare il suo martirio alla polizia. "Spero di non rivederlo mai piu", ha detto la ragazza descivendo il sollievo provato quando ha visto il padre portato via in manette.

La vicenda polacca richiama quella venuta alla luce quest'anno in Austria, nella cittadina di Amstetten. Un uomo di 73 anni, Josef Fritzl, aveva tenuto segregata la figlia per 24
anni in una cantina-prigione sotto casa, violentandola e facendole partorire sette figli.

http://www.rainews24.it/Notizia.asp?NewsId=85680

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SECONDO CASO




Un nuovo caso di incesto scuote la Polonia. L'ultimo scoperto solo quattro giorni fa
La giovane e il padre rischiano entrambi una condanna fino a cinque anni di reclusione
Abusa della figlia per nove anni
Dal rapporto nascono cinque figli


La casa dove l’uomo viveva con la figlia


REPUBBLICA.IT


VARSAVIA - Sono passati appena quattro giorni dalla la divulgazione di un caso di incesto e violenze sessuali di un padre sulla figlia e la Polonia è di nuovo sotto shock. Un altro uomo è stato arrestato con l'accusa di avere abusato per nove anni di sua figlia.
Dai rapporti tra i due sarebbero anche nati cinque figli.

Secondo quanto reso noto dall'agenzia di stampa polacca Pap, l'uomo, originario del villaggio di Pyrzyce, nella Pomerania occidentale, è accusato dalla procura polacca di avere avuto per almeno nove anni rapporti sessuali con sua figlia adulta.

Il tribunale lo ha condannato a tre mesi di reclusione in attesa del processo, mentre alla donna è stato vietato di lasciare il Paese. Entrambi rischiano una condanna fino a cinque anni di reclusione. Altri particolari sulla vicenda e l'identità dei protagonisti non sono stati resi noti.

Solo quattro giorni fa era venuto alla luce un caso di incesto che ha scioccato la Polonia: un uomo di 45 anni arrestato per aver abusato, per sei anni, di sua figlia. Dalla relazione sarebbero nati due bambini, dati in adozione. La vicenda aveva indotto i media a fare accostamenti con la storia agghiacciante di Amstetten, in Austria, dove Josef Fritzl (oggi 72enne) è accusato di avere tenuto segregata per oltre 20 anni la figlia Elisabeth e di averla sistematicamente violentata procurandole sette gravidanze.

(12 settembre 2008) Tutti gli articoli di esteri



http://www.repubblica.it/2008/09/sezioni/esteri/polonia-segregazione/nuovo-caso-incesto/nuovo-caso-incesto.html?rss

martedì 16 settembre 2008

EDUCATRICE FA SESSO CON STUDENTI MINORENNI-VERGOGNA !

» 2008-09-16 11:34
Doposcuola a 'luci rosse', educatrice sotto accusa
A Bassano del Grappa, giochi erotici con ragazzini stranieri
(ANSA)- VICENZA, 16 SET- Doposcuola a luci rosse a Bassano del Grappa per cinque ragazzini stranieri tra i 13 e i 16 anni. La loro educatrice di 23 anni li avrebbe coinvolti in giochi sessuali. L'assistente, nell'ambito di un progetto onlus, era stata chiamata per l'inserimento di alunni stranieri. I quali andavano anche a casa della donna. Oggi il tribunale di Bassano, in incidente probatorio, dovra' stabilire se la giovane sia in grado di intendere e di volere.

http://www.ansa.it/site/notizie/regioni/veneto/news/2008-09-16_116269424.html

giovedì 28 agosto 2008

CONDANNATI A 3 ANNI PADRE E FIGLIA INCESTUOSI AUSTRALIANI

Incesto in Australia, il padre di una bimba è il nonno
7 aprile 2008 alle 10:40 — Fonte: repubblica.it

Un caso di incesto scuote l’Australia: un uomo e sua figlia hanno rivelato di aver avuto una bimba insieme.

La piccola oggi ha 9 mesi ed è il secondo frutto della relazione incestuosa: nel 2001, un altro figlio morì pochi giorni dopo la nascita per problemi cardiaci congeniti. John Deaves, 61, e sua figlia Jenny, 39, adesso non potranno più avere rapporti sessuali, perché un tribunale li ha condannati per incesto e a tre anni di libertà vigilata. Il caso è balzato all’attenzione dei media quando la coppia è andata ospite di un talk-show, “60 Minutes” sulla rete tv Nine per raccontare la relazione, iniziata 8 anni fa, quando i due furono riuniti. John Deaves se ne andò di casa quando Jenny aveva appena un anno e i due non si sono incontrati per trent’anni.

Lei si è sposata e ha anche avuto due figli, fino a quando ha rivisto il padre. Ma dopo poche settimane dal nuovo incontro, i due hanno cominciato una relazione intima che, secondo gli psicologi, è dettata da “un’attrazione sessuale genetica”. “Siamo intellettuali adulti, che hanno avuto la loro carriera, una vita normale come tutti e, pur avendo un legame biologico, si sono innamorate quando, ad un certo punto della vita, si sono ritrovate”, ha raccontato Jenny in televisione. La bimba nata dalla relazione dei due è perfettamente sana, così come i due figli precedenti della donna; ma dalle testimonianze giunte nel corso del processo è emerso che la coppia ebbe un altro figlio nel 2001, deceduto poco dopo la nascita per problemi cardiaci. Nello stilare la condanna, il giudice ha tenuto conto dei rischi congeniti per i bimbi che nascono da relazioni incestuose oltreché delle conseguenze psicologiche di una situazione familiare così particolare.

AGI

http://news.kataweb.it/item/431365/incesto-in-australia-il-padre-di-una-bimba-e-il-nonno

mercoledì 27 agosto 2008

LA SACRA BIBBIA CONDANNA IL NUDISMO

CENTRO ANTI-BLAFEMIA
LA SACRA BIBBIA CONDANNA IL NUDISMO

Analisi di Alessio Bianchi biblista e studioso del cristianesimo primitivo

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IL NUDO UMANO SPAVENTA E TERRORIZZA
Uno psichiatra ha scoperto che fra i nudisti c'è alta immoralità sessuale, adulteri, orge e perfino l'incesto.
Questo psichiatra è contrario al nudismo, sebbene non è religioso.Il nudismo dice rovina la famiglia e la società.

COSA INSEGNA LA SACRA BIBBIA SUL NUDISMO?
La Sacra Bibbia ci parla all'inizio di Adamo ed Eva nudi, un realtà che ormai non è più possibile.
Nella Sacra Bibbia, vediamo che anche prima delle leggi di Mosè il nudo è considerato molto peccaminoso.
GENESI: 9,20 " Ora Noè cominciò come agricoltore e piantava una vigna.Egli beveva del vino e s'inebriò, e quindi si scopri nel mezzo della sua tenda.
Più tardi Cam, vide la nudità di suo padre e andò a riferirlo fuori ai suoi fratelli. Allora Sem e Iafet presero un mantello e se lo misero su entrambe le spalle camminando all'indietro.
Così coprirono la nudità del loro padre, mentre le loro facce erano volte, e non videro la nudità del loro padre.
Vediamo che quando Noè si sveglio e venne asapere cosa era successo, e che Cam suo figlio minore lo aveva guardato mentre era nudo,
lo smaledì a divenire schiavo dei fratelli Sem e Iafet che non vollero vedere il padre nudo,ma umanamente lo coprirono ".
Venne Mosè, ricevette le leggi dal Signore, e in queste leggi il nudo viene punito con la morte.
LEVITICO: 18,6 " Non vi dovete avvicinare, nessun di voi, ad alcun suo stretto parente carnale per scoprirne la nudità. IO SONO IL SIGNORE DIO TUO.
Non devi scoprire la nudità di tuo padre, tua madre, della moglie di tuo padre, di tua sorella, di tua nipote, di tua zia, di tuo zio,della tua nuora,di tua cognata ".
(abbiamo abbreviato per essere più sintetici).
Poi nel Vecchio Testamento, ci sarebbero dei profeti che hanno avuto il comando dal Signore a stare nudi come dimostrazione, ma portavano almeno un perizoma.
IL NUOVO TESTAMENTO
Vediamo che Gesù è venuto non a distruggere i comandamenti di Mosè ma a completarli: V.MATTEO : 5,17.
Gesù,disse riguardo alle opere di carità; V.MATTEO: 25,36-"Ero nudo e mi copriste",non tanto per il feddo quanto per l'indecenza.Infatti Gesù ci ordina di stare sempre vestiti:
V.LUCA: 12,35"Siate sempre pronti,con i fianchi cinti e le lucerne accese...."
Vediamo che grande pudore regnava fra gli Apostoli, un giorno S.Pietro era in barca a pescare nel lago, era seminudo, ma prima di andare da Gesù, si vestì! V.GIOVANNI: 21,7.
Gesù condanna il nudismo; RIVELAZIONE: 3,18 "Ti consiglio di comprare da me oro purificato dal fuoco per diventare ricco,
vesti bianche per coprire e nascondere la vergognosa tua nudità.
RIVELAZIONE: 16,15 "Ecco,io vengo come un ladro. Beato chi è vigilante e conserva le sue vesti per non andar nudo e lasciar vedere le sue vergogne".

Gli Ebrei al tempo di Gesù erano molto pudici, odiavano il nudismo, tanto che accadde che un soldato romano presso il Tempio si denudò mostrando un pò di sedere,
il popolo nel vederlo si infuriò tanto che ci fu un tumulto; storia riportata da Giuseppe Flavio.
Quindi come possiamo tollerare che la gente stia nuda e si vedano nudi anche tra famigliari?
Non dobbiamo seguire gli insegnamenti umani e le mode diaboliche, ma la Parola del Signore, la sola che ci porta la verità,la luce e la salvezza!


http://groups.google.com/group/centro-anti-blasfemia/pendmsg?hl=it

RIFLESSIONE SUI BAMBINI E IL NUDISMO

Chiusa la spiaggia nudista di Riva Trigoso
pubblicato: mercoledì 16 luglio 2008 da aelred in: Lesbo e altre catastrofi Cronaca
Attenti, voi che state organizzando un fine settimana di tintarella integrale. Per un po’ è il caso di evitare la spiaggia di Riva Trigoso (Genova), nota come luogo tranquillo di sole senza costume e, eventualmente, incontri.

La Capitaneria di porto, infatti, ha messo sotto sequestro l’area e l’ha recintata, in modo che non sia più raggiungibile. A quanto pare la decisione è arrivata dopo le denunce di alcuni genitori che non avevano voglia di badare ai loro figli e hanno scoperto che i pargoli, lasciati a sé stessi, si dilettavano a osservare i movimenti della spiaggia.

Meglio quindi che sia la forza pubblica a difendere i loro figli, vietando gli incontri a chiunque, anche in una spiaggia isolata e difficile da raggiungere, come Riva Trigoso. In ogni caso la Capitaneria ha deciso di intervenire in un giorno della settimana per evitare troppo clamore e la folla che nel weekend arriva in zona.



http://www.queerblog.it/post/3663/chiusa-la-spiaggia-nudista-di-riva-trigoso

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CENTRO ANTI-BLASFEMIA

RIFLESSIONE SUI BAMBINI E IL NUDISMO

Vediamo nell'articolo sopra che i bambini delle famiglie non nudiste vengono tutelati a non vedere i nudisti,

ma i bambini figli di nudisti chi li protegge, chi ha pietà di loro ?

Noi del Centro Anti-Blasfemia, solo il pensiero di essere bambini con genitori nudisti ci fa star male.

Vedere i propri genitori nudi ed osceni come i modelli della pornografia è traumatizzante lo dicono anche

i psico-pedagoghi.

Si parla di pedo-pornografia, se si analizza la situazione in cui si trovano i bambini dei nudisti è anche pedo-pornografia INCESTUOSA,

si vedono adulti e bambini nudi, che stando insieme si toccano, giocano scherzano, anche se i nudisti ed i naturisti

spiegano che il loro comportamnto è puro, chi ci può credere ?

http://groups.google.com:80/group/centro-anti-blasfemia/pendmsg?hl=it

BAMBINI AL MARE -CI SONO TANTI MOTIVI PER CUI NON DOVREBBERO STARE NUDI

BAMBINI AL MARE -CI SONO TANTI MOTIVI PER CUI NON DOVREBBERO STARE NUDI



certo ci son tanti motivi per cui non dovrebbero stare nudi...

1) le dermatiti che possono prendersi al contatto con la sabbia - che come sappiamo non è pulita ma ricca di focolai di infezioni e di funghi -

2) eventuali infezioni vaginali son + rischiose se privi di tessuto che protegga le zone intime

3) i raggi solari appunto, son forti e pericolosi

4) ribadisco: esporre i genitali in pubblico, senza sapere che tipo di gente stia osservando la patatina di nostra figlia, è come dare miele alle api...lasciare una torta alla panna davanti ad un amante folle dei dolci forzato al diguno dalla dieta. perchè rischiare? certi pensieri è vero li hanno anche coi bambini vestiti...ma non è peggio mostrare loro ncosa si stanno perdendo controllando i loro impulsi?
sostengo che sia semrpe meglio coprire i genitali.

E' anche nelle migliori terapie psicologiche cognitiviste: evitare situazioni che favoriscano l'innesto di pensieri abusanti...

Se possiamo quindi dare una mano a non far ritrovare i nostri bambini tra le fauci dei cosiddetti orchi...è molto ma molto meglio!
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Odi et Amo. Quare id faciam fortasse requiris. Nescio, sed fieri, et excrucior.

Carpe Diem...prima che i tuoi desideri più grandi cedano il posto ai pensieri di una mente adulta che ha smesso di sognare!


http://community.girlpower.it/-vp1936566.html

PROBLEMI SUL NUDISMO DEI BAMBINI IN SPIAGGIA

PROBLEMI SUL NUDISMO DEI BIMBI IN SPIAGGIA
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Ciao a tutti ragazzi e ragazze ^_^

Volevo affrontare questo nuovo argomento:

Secondo voi è bene o male, alla luce di tutti gli avvenimenti di pedofilia e di molestie sessuali sui minori ai quali abbiamo assistito negli ultimi anni, mostrare i genitali dei bambini in luoghi come la spiaggia?
E' pericoloso permettere ai bambini di giocare serenamente nudi in mezzo alla gente?
Potrebbero isitgare pensieri a sfondo pedofilo e sessuale nelle menti di chi guarda, in caso sia affetto da disturbi della sfera sessuale a sfondo pedofilo?
Me lo son sempre chiesta...e non vi nego che quando vedo bambini nudi in spiaggia temo sempre che possano innocentemente attirare a sè certe persone dalle intenzioni non troppo buone.
Secondo voi i genitori o chi si occupa dei bambini devono necessariamente fargli indossare il costune da bagno o è lecito lasciarli liberi in quanto innocenti e non ancora affetti dal pudore tipicamente adulto?
Mi interrogavo su questo e vorrei sentire cosa ne pensate...
Grazie a tutti coloro che posteranno ^_^
http://community.girlpower.it/bambini-nudi-spiaggia-preoccupante-per-gli-abusi-vt81246.html


Bambini nudi in spiaggia?
allora mi viene un nervoso vedere quelle madri che in spiaggia lasciano nudi i bambini!!! E li fanno sedere x terra sulla sabbia!!!! Ma nn capiscono k così si possono prendere infezioni?!? e poi tutti quei granuli di sabbia k ti possono entrare.......! K rabbia!!!!!
nn ho mai visto dll mamme far mettere il perizoma alle figlie (bambine) sconvolgente


Sono daccordissimo con te!!!E'davvero triste lasciare i bimbi nudi in spiaggia solo perche'non sono ancora sviluppatti e ignari del senso del pudore!!!
La sabbia e'la cosa piu'sporca ke esista...e'un party di germi!!!Cosa gli costa mettergli un costumino???
Ke Dio mi fulmini se in futuro faro'lo stesso con i miei figli!!!
Ciao!!!
concordo con quello che hai scritto, ed aggiungo inoltre che le spiagge sono il paese della cuccagna per i pedofili, dove possono fare tutte le foto e le riprese video che vogliono ai bambini più o meno vestiti.

Non è igienico, io credo che il costumino ai miei figli lo metterò sempre; magari il lato positivo è che il bambino sviluppa un buon rapporto con il proprio corpo, ma ribadisco che non è igienico...


io più che dei virus e della malattie che possono essere tranquillamente guariti..mi preoccuperei dei maiali schifosi che allungano l'occhio...

Si, lo noto sempre anch'io.
Devo dirti che la cosa mi fa proprio schifo!


Io sono daccordo più per una prevenzione contro la pedofilia che per le infezioni.
Ho letto da qualche parte, che le infezioni sono procurate più dal contatto con asciugamani o tessuti da spiaggia, che sono stati a contatto con persone soggette a patologie infettive, in particolare della pelle, che a contatto con la sabbia.
La sabbia infettata si trova nelle zone dell'Africa e Tropicali in genere.
Qui, possono esserci spiaggie infette solo nei pressi di scarichi fognari o su luoghi di ex zone industriali (vedi ex Italsider a Bagnoli quartiere di Napoli).
Il Mare invece, in molte delle nostre zone è inquinato da batteri fecali e da altri tipi molto pericolosi per la pelle e per i genitali, anche se l'acqua è limpida e trasparente,
Allora è li che bisogna che i bambini siano protetti col costume.
La cosa sconvolgente inammissibile, è anche far indossare a piccole bambine il costume a perizoma.
Le mamme in questione sono incoscienti

a me sinceramente fanno più schifo le babbione con le tette esposte che penzolano fino alle ginocchia...
o perizomi su sederoni carichi di cellulite.....

http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20070820030354AAXkSFr

UNA DONNA RACCONTA LA SUA ORRIBILE STORIA D'INCESTO CON IL PADRE PEDOFILO

Oggi è Giovedì 28 Agosto.
Donna Moderna


Io, vittima di un padre pedofilo

Ogni giorno ci sono bambini che subiscono abusi da parte degli adulti. E restano segnati per sempre. Come è successo a Ginevra, che ha voluto raccontarci la sua esperienza. E dirci che da questo inferno ci si può salvare

di Antonella Trentin
23/6/2003

È la nostra forma di autodifesa contro quell’orrore quotidiano chiamato pedofilia. Appena finiamo di leggere una nuova storia di bambini e violenze, cancelliamo subito dalla mente quegli adulti a caccia di piccole vittime. Sbagliamo. Perché loro, gli orchi, ci sono sempre: travestiti da padri, zii, amici di famiglia, perfino sacerdoti. Basta sfogliare i giornali dell’ultimo mese. Il 3 maggio è stato arrestato un prete bergamasco che finanziava un gruppo di pedofili e spartiva con loro i bambini adescati. Il 10 maggio è finito in galera un pregiudicato di Trapani: violentava la figlia di 11 anni, minacciandola con un coltello.
Il 29 maggio 400 persone in tutta Italia sono state indagate per aver scambiato su Internet foto pornografiche di bambini. Drammi troppo spesso dimenticati, su cui il criminologo Massimo Picozzi e l’ispettore di Polizia Michele Maggi hanno appena scritto un libro, pubblicato da Guerini: si intitola "Pedofilia, non chiamatelo amore". Questo amore mostruoso lo ha vissuto anche Ginevra, 40 anni, di Arezzo, un marito e due figli adolescenti.

Bellissima e tenera, lascia scivolare lacrime mute dai grandi occhi verdi: «Voglio parlare della mia storia, perché non si deve mai abbassare la guardia» dice. «I bambini che subiscono abusi lanciano sempre dei segnali forti: sono introversi, hanno uno sguardo rassegnato, spesso sono anche autolesionisti. Parenti, insegnanti, vicini di casa devono saper ascoltare le loro grida silenziose. Non si può girare la testa da un’altra parte».
Nel suo caso l’hanno fatto?
«Per fortuna no. Anche se i miei compagni di classe mi isolavano perché fiutavano la mia diversità, la scuola è stata la mia salvezza. Devo dire grazie a due professori: spesso mi vedevano piangere davanti a un foglio bianco. E, a furia di insistere e fare domande, mi hanno tirato fuori la verità».
Quale verità?
«Per anni mio padre ha abusato di me. Li chiamava “i nostri giochi segreti”. Era l’unica forma d’amore che sapeva darmi. Per il resto, solo botte».
E sua madre?
«Mia mamma è morta quando avevo quattro anni. Mio padre era innamoratissimo di lei. La sua scomparsa, e una famiglia cattiva e indifferente alle spalle, hanno fatto di lui un uomo sbandato e malato. Qualcuno avrebbe dovuto aiutarlo, invece c’ero solo io».
Quando suo padre ha rivolto le sue attenzioni sessuali verso di lei?
«Avevo otto anni. Durante la settimana vivevo con i nonni materni e gli zii, perché papà non era in grado di badare a me. Lo vedevo nei weekend. E, ogni sabato e domenica, quei giochi segreti si ripetevano. In una stanza sudicia e triste. Io lo odiavo e gli volevo bene allo stesso tempo: era l’unico genitore che mi era rimasto».
Non ha mai detto nulla ai suoi nonni?
«Non ammettevo neppure con me stessa che ci fosse qualcosa di strano».
E quando lo ha capito?
«Con il mio primo fidanzatino, a 14 anni. Volevo che mi coccolasse, che mi volesse bene. Ma carezze un po’ più intime, mai. Siamo andati avanti così per un anno. Io continuavo a dirgli: “Tu non capisci”. Alla fine, sono sbottata: “I rapporti fisici con te non funzionano perché tu non fai come il mio papà”. Ecco, la bomba era esplosa».
Allora ha parlato alla sua famiglia?
«Sì. Sono stati i miei professori a insistere: “Coraggio, ora torni a casa e ti togli questo peso” mi dicevano. Alla fine, mia zia mi ha preso da parte ed è riuscita a farsi raccontare tutto».
Poi che cosa è successo?
«Lei mi ha portato via: siamo andate a passare le vacanze estive su un’isola. Ma ogni notte, quando sentivo un rumore, mi svegliavo di soprassalto: avevo paura che papà fosse tornato a prendermi. Lui arrivava sempre quando meno me lo aspettavo, magari mentre ero in spiaggia con i miei amici, e mi picchiava davanti a tutti. Per fortuna, quell’estate non mi trovò. E non ci siamo visti per un anno intero».
Vi siete chiariti?
«Mai. Dopo aver confessato tutto a mia zia, gli ho scritto una lettera: gli dicevo che mi aveva fatto male e che dovevamo stare lontani. Quando mi ha rivisto, molto tempo dopo, mi ha aggredito: “Dobbiamo parlare noi due, perché lettere come quella non mi piacciono”. Poi è piombato il silenzio».
Ha mai denunciato suo padre?
«No. Non volevo fargli del male. E io non volevo finire in un tribunale».
Come ha superato il trauma?
«Ci sono voluti anni. Mi sentivo sporca, colpevole. So che è assurdo, ma avrei voluto che fosse mio padre ad aiutarmi, desideravo tanto un abbraccio, una manifestazione di affetto disinteressato. Non è mai arrivata. Così mi sono rivolta a uno psicologo che cura i problemi dell’infanzia, e mi sono sottoposta all’ipnosi per cinque mesi».
Questa esperienza come ha cambiato la sua vita sessuale?
«È rimasta un’ombra. Ancora oggi, mi capita di ripetere gli stessi gesti, le carezze che ricevevo da mio padre. Per fortuna, ho incontrato Paolo, mio marito, un uomo generoso, caro, intelligente. Abbiamo impiegato anni a trovare il nostro modo di fare l’amore».
Qual è stato l’ostacolo maggiore?
«La bambina che era rimasta in me. Veniva sempre fuori: facevo i capricci, esigevo un’attenzione costante, cambiavo addirittura voce. Tutto in nome della mia infanzia bruciata. Ho sofferto anche di pesanti crisi depressive: non riuscivo a capire chi fossi».
Com’è riuscita a diventare grande?
«Mio marito mi ha sempre avvolto nel suo immenso affetto. E anche gli amici. Ma, soprattutto, avevo un sogno: costruire una famiglia normale. Alla fine ce l’ho fatta. È questo che vorrei dire ai bambini vittime di abusi: che possono riconquistare la propria vita. Mai piangersi addosso: ognuno ha dentro di sé la forza giusta per reagire. Io, per esempio, ho imparato a non farmi travolgere dalle cose brutte della vita, a trasformare sempre il nero in rosa».
E suo padre?
«È morto. Era ridotto come un barbone: viveva solo in una casa piena d’immondizia, malato di cancro. Io ho passato con lui gli ultimi giorni di vita, stando accanto al suo letto d’ospedale notte e giorno. “Sono con te, papà” gli ho detto “e ti perdono”. Lui, poco prima di morire, si è lasciato andare: “Ho sbagliato, ti ho fatto soffrire”. È morto sereno. Il cerchio si era chiuso, la mia rabbia era volata via».

Articolo tratto da Donna moderna



http://www.sosinfanzia.org/2003/testi2003/Donna_moderna.asp

L'INCESTO E IL CLIMA DI OMERTÀ DI TANTE FAMIGLIE

Il minore vittima di abuso
L'INCESTO E IL CLIMA DI OMERTÀ DI TANTE FAMIGLIE
Il bambino che vive questa esperienza è una vittima. L’impatto sulla sua psiche è devastante. È importante prevenire gli abusi e curare le vittime.

Caro padre, mi riferisco alla risposta data dal teologo su Famiglia Cristiana n. 5/2000, relativa al tema dell’incesto. Credo che il problema vada inquadrato in modo diverso da come è stato fatto. L’incesto, infatti, non è un problema di deviazione sessuale. Non è un "adulterio aggravato", ma una violenza su un minore. Il 70 per cento delle vittime dell’abuso sessuale da parte di un familiare ha un’età inferiore ai 10 anni. E non sono rari i casi di bambini di 3 o 4 anni che hanno fatto questa drammatica esperienza.

Esiste dunque una sproporzione fra l’adulto e il bambino violentato. L’adulto esercita sul bambino un potere "assoluto", poiché lo domina nella sua dimensione più intima che è quella affettiva. E il bambino nella sua fragilità si affida totalmente all’adulto. L’abuso inoltre si perpetua indistintamente su maschi e femmine. Non si può allora parlare di incesto come di un adulterio. Come se fra i due si instaurasse una relazione. Non vi è nessuna relazione reciproca fra i due.

L’incesto è sempre una violenza. Anche se può essere vissuto in una forma non brutale o aggressiva. Anzi, al contrario, i modi d’approccio dell’adulto sono suadenti e seduttivi. Ma le conseguenze non sono meno devastanti. Il bambino che vive questa esperienza è una vittima. L’impatto sulla sua psiche è devastante. Si dice che è un’esperienza "destrutturante": dà cioè inizio ad una distruzione psichica del bambino. Capovolge il suo mondo di significati e la percezione che egli ha di sé. Per rendersene conto basterebbe vedere i disegni coi quali questi bambini descrivono la loro esperienza. O ascoltarne i racconti. Da essi emerge un vissuto di violenza e di angoscia inimmaginabile. Il bambino vive un carico di sofferenza così grande da non essere gestibile: non riesce neanche a trovare parole d’aiuto.

La nostra attenzione va posta allora sulla protezione del bambino, piuttosto che sulla sessualità deviata. La mamma che scopre una situazione di questo tipo deve immediatamente proteggere il bambino. E l’unica protezione possibile è quella di non conservare il "segreto familiare". Innanzitutto perché il bambino deve parlare del proprio dolore: continuare a tenerlo dentro, senza la possibilità di esprimerlo, accelera ulteriormente gli effetti distruttivi sulla sua psiche. Il tacere sull’abuso non fa altro che progredirne le conseguenze.

Il "segreto familiare" non consente di porre fine all’abuso, perché chi abusa non è capace di fermarsi da solo. E invece va fermato perché possa riconoscere la propria patologia. Va messo di fronte a ciò che ha compiuto, che quasi sempre continua a negare. Dal punto di vista giuridico, poi, l’abuso è un reato. E va denunciato: altrimenti chi ne è a conoscenza può essere accusato di favoreggiamento. La denuncia non va vista come qualcosa che ha come conseguenza la distruzione di una famiglia. O, peggio, come una vendetta. Ma, piuttosto, come la possibilità di iniziare un cammino terapeutico che possa riparare al male fatto.

La vittima dell’abuso prende coscienza di essere tale solo di fronte al riconoscimento del male subìto. Se ciò non avviene, il bambino avrà molte difficoltà a vincere i sensi di colpa che vive. E si sentirà ancora colpevole di quanto è accaduto. Anche se è molto raro e difficile, solo alla fine di un complesso cammino terapeutico c’è la possibilità di recuperare l’unità in una famiglia segnata dall’esperienza dell’abuso.

Vorrei infine invitare a riflettere sulla possibilità di "salvare il matrimonio". Dal punto di vista del codice canonico, una situazione di questo tipo dovrebbe far riflettere sulla validità del matrimonio celebrato. Infatti, poiché una patologia come quella dell’abuso è il più delle volte esistente prima del matrimonio, si potrebbe configurare nel matrimonio stesso un vizio di consenso. E potrebbe quindi non essere valido. Che cosa giustificherebbe poi un atteggiamento di prudenza? Il non voler dare scandalo? Ma che senso ha parlare di scandalo di fronte al male che il bambino abusato ha subìto, se non si cerca di difenderlo? Si vuole salvare un matrimonio? Ma che senso ha salvare un’immagine di famiglia se non si salva un bambino?

Don Giuseppe R. (Napoli)



Caro padre, siamo un’équipe di psicologi, pedagogisti, assistenti sociali, educatori che lavorano quotidianamente con bambini e ragazzi vittime di abusi sessuali intrafamiliari. L’associazione di cui facciamo parte gestisce un Centro anti abuso, un Centro per la tutela del bambino e la cura del disagio familiare e tre consultori diocesani. Leggendo la risposta del teologo, ci è sembrato che, al di là di una corretta presentazione del pensiero della Chiesa circa la sessualità tra i coniugi, al di là della esauriente disamina sessuologica di deviazioni e perversioni, al di là anche delle indicazioni di natura giuridica, sia canonistica che penalistica, il teologo abbia trascurato un qualsiasi accenno alla figura della vittima, alle conseguenze che atti tanto gravi, e per di più perpetrati da un familiare autorevole e affidabile, come appare un padre ad una figlia, hanno sullo sviluppo di una giovane creatura. Compromettendone per sempre, se non si interviene tempestivamente a bloccare l’incesto, l’equilibrio non solo sessuale, ma psico-affettivo.

Quali mezzi suggerisce il teologo alla madre, «per far cessare questa pratica abominevole?». Nella risposta non se ne trova traccia. E la nostra esperienza ci dice che è impossibile che queste pratiche vengano sospese solo con un intervento intrafamiliare, perché hanno radici profonde e lontane. Non per nulla esse sono qualificate dalla legislazione italiana come reato.

Ma, soprattutto, quale matrimonio il teologo consiglia alla signora di salvare, se la relazione coniugale è già giunta a questi livelli di degrado? Ci sembra che la risposta non aiuti a superare quel clima di omertà che purtroppo caratterizza ancora l’abuso sessuale sui minori (specialmente l’incesto). Omertà che porta a coprire, con scuse simili a quelle addotte dal teologo, non solo la sofferenza inflitta al minore, ma anche il vero e proprio reato.

Quanto alla sofferenza del minore, avrebbe potuto non essere fuori luogo richiamare le espressioni evangeliche riguardo allo scandalo che gli adulti possono dare ai bambini.

(Seguono otto firme)
Centro Anti abuso di Marghera Venezia

La risposta data dal teologo relativamente all’obbligo che ha una moglie di denunciare il marito, qualora venisse a conoscere che commette incesto con la figlia, non ha soddisfatto alcuni lettori. Si tratta, come si vede, di persone autorevoli, impegnate in prima linea nella lotta agli abusi all’infanzia. Per questo accogliamo il loro invito e torniamo sull’argomento, vincendo la ripugnanza che il tema suscita.

Purtroppo le violenze inflitte ai bambini – quelle sessuali in primo luogo – sono molto più frequenti di quello che vorremmo immaginare. È urgente mobilitarci per prevenire questi abusi. E per curare coloro che ne sono vittime.

Nella domanda rivolta al teologo e nella sua risposta non si faceva riferimento all’età della vittima dell’incesto. I lettori insoddisfatti della risposta hanno dato per scontato che si trattasse di un minore. Così infatti è il più delle volte. Ce lo dicono le statistiche. E ce lo ricorda don Giuseppe R.: il 70 per cento delle vittime di un abuso sessuale da parte di un familiare ha un’età inferiore a 10 anni.

La risposta del teologo sarebbe stata probabilmente diversa se fosse stato messo nel dovuto rilievo questo aspetto. In questo caso, infatti, la donna che fa l’agghiacciante scoperta di ciò che sta avvenendo dentro le mura domestiche non è in primo luogo una moglie tradita. Ma è una madre che si confronta con un fatto di un’enormità assoluta: il proprio figlio/figlia sottoposto a tortura.

E non sembri esagerato il termine. Gli esperti che hanno in cura bambini vittime di abusi non trovano parole sufficientemente efficaci per descrivere gli effetti devastanti che l’incesto ha nella psiche e nella vita affettiva delle vittime. Con conseguenze a lungo termine: coloro che hanno subìto questo tipo di violenza tendono a infliggerlo a loro volta ai propri figli. Se così è, il silenzio non può essere un’alternativa da prendere in considerazione. Non si può mettere sullo stesso piano l’interesse a "salvare il matrimonio" e la difesa del bambino.

L’intervento di una madre responsabile non può tendere solo a bloccare l’abuso, ma deve mettere in atto, il più rapidamente ed efficacemente possibile, un intervento terapeutico. L’incesto non è una piccola "bua" che si cura con un bacino. L’intervento riparatore è difficile. E deve essere eseguito da professionisti competenti. L’atteggiamento di "prudenza", raccomandato dal teologo alla moglie del marito incestuoso, è stato fortemente criticato da alcuni nostri lettori. Chiedere consiglio a persona prudente, che conosca la situazione della famiglia e sappia giudicare con saggezza non è stato considerato un consiglio accettabile da coloro che lavorano con questi abusi. La prudenza rischia di trasformarsi in pusillanimità. È comprensibile, ma non condivisibile. Se prevale la strategia di non pensarci più, di "metterci una pietra sopra", questa rischia di diventare una pietra tombale per la psiche del bambino che è stato vittima.

Inoltre, gli esperti testimoniano che le pratiche di abuso non vengono sospese solo per un intervento intrafamiliare. I comportamenti patologici che in esse si esprimono hanno radici profonde: non basta un proposito della volontà, per quanto sincero, a farli cessare (ancor meno di quanto serva a un alcolista un proposito di questo genere per staccarsi dalla bottiglia). Il consiglio più appropriato, perciò, è che la moglie si rivolga a un centro specializzato, rompendo l’omertà familiare e permettendo ai professionisti competenti di avviare le misure necessarie per "bloccare" il padre incestuoso e per avviare l’intervento terapeutico per il bambino violato.

È utile tener presente la Dichiarazione in tema di abuso sessuale all’infanzia (1999), che esprime il consenso raggiunto dal "Coordinamento italiano dei servizi contro il maltrattamento e l’abuso all’infanzia", dopo un lavoro di tre anni. Gli esperti hanno riconosciuto che il danno che subisce il bambino è tanto maggiore quanto più il fenomeno resta nascosto. O non viene riconosciuto, e non viene attivata alcuna protezione.

Infine, portare il problema nella sede giusta, costituita dai servizi specialistici, è benefico anche per la madre. Non bisogna sminuire, infatti, il trauma che la notizia costituisce per la donna. Anch’essa, pur con maggiori difese di un bambino, è un essere umano profondamente ferito. Bisognosa di un aiuto specifico.

d. a.

http://www.club3.it/fc00/0019fc/0019fc04.htm

AUSTRALIA: ORRIBILE STORIA D'INCESTO TRA PADRE E FIGLIA CONSEZIENTI

AUSTRALIA: ORRIBILE STORIA D'INCESTO TRA PADRE E FIGLIA CONSEZIENTI



Australia - 30 anni fa John Deaves si separava dalla sua precedente moglie. Dico precedente perchè quella attuale pare essere a tutti gli effetti (tranne quello legale) sua figlia Jenny, avuta dalla stessa moglie un anno prima di separarsi. I due stanno insieme e nove mesi fa hanno concepito un figlio, Celeste. Avrete capito da soli che roba tipo Beautiful a questi qui fa un baffo.

Il piccolo Celeste gode fortunatamente di ottima salute (non si sa mai, in questi casi la medicina ci insegna che possono nascere i mostri).
John, che quindi è l’ unico uomo al mondo a godere del titolo di “padre della madre di suo figlio”, sostiene che la loro trattasi di relazione matura tra due adulti consenzienti, che chiedono rispetto e comprensione e che non c’è nulla di male (“nooooo, assolutamente. E’ tutto okay”, ndr). Sempre John ammette di aver avuto inizialmente qualche dubbio che fare sesso con sua figlia fosse sbagliato: “Ho sempre saputo che la cosa non è legale. Ma le emozioni prendono il sopravvento e ti controllano il cuore. Ed il cuore ti comanda la testa”. Dice, ed aggiunge di essere anche molto appagato sessualmente.

Per la figlia nonchè compagna invece è come avere rapporti con un qualsiasi altro uomo, perchè dice di vederlo prima come un uomo, poi come un padre.

La Polizia Australiana fa sapere con un comunicato che la coppia è sotto monitoraggio.



http://www.ilrock.net/2008/04/07/john-jenny-deaves-incesto-padre-figlia-sesso-bambino/

giovedì 3 luglio 2008

ROMA : ARRESTATO SACERDOTE PER PEDOFILIA

Sacerdote arrestato per pedofilia, cinque giorni
per sapere se verrà scarcerato per motivi di salute


ROMA (2 luglio) - Entro cinque giorni si conosceranno gli esiti della perizia disposta dal gip di Roma Andrea Vardaro per valutare se sono compatibili con il regime carcerario le condizioni di salute di R.C., il sacerdote di 55 anni della parrocchia romana Natività di Maria Santissima arrestato nei giorni scorsi perchè accusato di avere abusato per circa 10 anni di alcuni ragazzi, affidati alle sue cure nell'oratorio e nei campi religiosi estivi.

Questa mattina, il perito nominato dal gip ha visitato a Regina Coeli il sacerdote; ha chiesto e ottenuto 5 giorni per depositare l'esito dei suoi accertamenti, dal quale dipenderà la valutazione della richiesta di scarcerazione o di concessione degli arresti domiciliari.

La difesa di R.C., sostenuta dagli avvocati Riccardo Olivo e Anna D'Alessandro, ha nominato Giulio Sacchetti dell'Università romana di Tor Vergata come consulente di parte. Il sacerdote ha da subito sostenuto che è stato un «complotto» quello ordito nei suoi confronti. A sostegno di questa tesi i suoi difensori hanno reso noto che intendono presentare in procura una serie di attestati di stima nei confronti del loro assistito.



http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=26996&sez=HOME_ROMA&desc_sez=ROMA

COMPRA BAMBINA-ARRESTATO

causa della sua giovane età, la ragazzina non può dare un consenso legalmente valido ad un rapporto con un adulto

Brescia, 'compra' una bambina di 12anni e la mette incinta: arrestato

Tragica storia di matrimonio imposto. L'uomo, kosovaro, ha pagato 17mila euro per la giovane 'moglie', che pochi giorni fa ha partorito in ospedale. Ora è accusato di riduzione in schiavitù e violenza sessuale

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Brescia, 3 lug. - (Adnkronos/Ign) - Un ragazzo di 21 anni, nato in Kosovo, è stato arrestato due giorni fa dagli uomini della squadra Mobile di Brescia con l'accusa di riduzione in schiavitù e violenza sessualesu una bambina di 12 anni di orgigini serbe.

Quando l'adolescente è andata in ospedale pochi giorni fa per partorire, è emersa la tragica storia di un matrimonio combinato e imposto dai rispettivi genitori. Il giovane 'marito' infatti aveva pagato 17mila euro per sposarsi con la ragazzina, che poi ha messo incinta.

I genitori del ragazzo si erano recati nel marzo 2007 in Serbia per conoscere l'adolescente. Il suo viso piace anche al 21enne che, vedendola solo in foto, acconsente all'unione. Per la 12enne viene quindi stabilito il prezzo: 17mila euro. Nel luglio scorso, con i futuri suoceri che da anni vivono a Brescia, arriva in modo clandestino in Italia e a settembre, con una cerimonia tradizionale dell'Est Europa, sposa uno sconosciuto. Un uomo che abusa di lei, la mette incinta e diventa il suo padrone.

Ora però per il kosovaro, disoccupato e con precedenti per rapina e spaccio di droga, si sono aperte le porte del carcere. Per lui c'è anche l'accusa di violenza sessuale perché secondo la legge una bambina di 12 anni non è in grado di dare un consenso legalmente valido ad un rapporto sessuale.

La ragazzina ora è tra braccia sicure: è stata affidata, insieme alla sua piccola, a una comunità protetta.





http://www.adnkronos.com/IGN/Cronaca/?id=1.0.2307943805

mercoledì 2 luglio 2008

PEDOPORNOGRAFIA : MAXI-SEQUESTRO

Forlì, 2 luglio 2008 - Anche Forlì è finita nel mirino della 'V-Brake', nome in codice dell'operazione contro la pedopornografia condotta dal compartimento polizia postale e delle comunicazioni di Venezia. L'indagine ha interessato diverse città italiane lungo tutta la penisola. Il bilancio è di diciotto persone indagate per cessione di materiale pedopornografico, dodici perquisizioni domiciliari effettuate, decine di computer analizzati e centinaia di supporti informatici sequestrati.


Pedopornografia: maxi-sequestro
anche Forlì coinvolta nell'indagine
L'operazione della polizia postale di Venezia ha interessato 11 provincie lungo tutta la penisola. Le ingenti quantità di materiale informatico requisite sono al vaglio degli inquirenti. Un trentenne di Lecco è stato arrestato in flagranza di reato





L'operazione ha visto impegnati oltre 80 uomini della polizia e si è conclusa da poche ore, interessando oltre alla provincia di Forlì-Cesenadal anche Lecco, Mantova, Bologna, Roma, Caserta, Napoli, Taranto, Padova, Torino e Messina. Notevole la quantità di materiale informatico anche di ultimissima generazione che è stato sequestrato ed ora al vaglio degli inquirenti. E le attività di analisi forense subito svolte dagli esperti della polizia postale hanno consentito l'arresto in flagranza di reato di un trentenne residente in provincia di Lecco, trovato in possesso di veri e propri archivi informatici di materiale pedopornografico, riproducente bambini anche in tenera età costretti a subire violenze sessuali ad opera di adulti.



L'indagine è frutto di una complessa attività investigativa che ha visto gli operatori della polizia postale impegnati per mesi sotto copertura nella Rete fingendosi pedofili. Gli investigatori hanno indagato su un noto servizio di messaggistica istantanea molto utilizzato dagli internauti, che nella circostanza veniva utilizzato come strumento per cedere e diffondere in tempo reale materiale pornografico realizzato mediante l'utilizzo di minori 18 anni.

http://ilrestodelcarlino.ilsole24ore.com/forli/2008/07/02/101542-pedopornografia_maxi_sequestro.shtml

lunedì 30 giugno 2008

Minacce sessuali per costringere i figli a rubare: arrestati 8 rom croati

Gli indagati fermati dalla polizia di Verona

Minacce sessuali per costringere i figli a rubare: arrestati 8 rom croati

I bambini venivano mandati a compiere furti in appartamenti. Insulti e botte per convincerli. La banda agiva nel nord Italia

ascolta la notizia



Verona, 30 giu. - (Adnkronos/Ign) - Insulti, botte e persino minacce di ritorsioni sessuali. Così otto rom di nazionalità croata costringevano i loro figli a compiere furti in appartamenti.

Centinaia i colpi messi a segno dalla banda, che sfruttava i minori perché non imputabili, in tutto il nord Italia. Gli arrestati, fermati dalla polizia di Verona, girovagavano per il Veneto, Trentino Alto Adige, Lombardia, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia, utilizzando documenti di identità falsi e portando con sé numerosi bambini, alcuni propri figli ed altri probabilmente avuti in affido da altre famiglie.

Un'attività che evidentemente dava i suoi frutti, dato che gli indagati possedevano un parco auto con Mercedes e camper nuovissimi e avevano acquistato alcuni appartamenti in Veneto, appoggiandosi a un'agenzia immobiliare per la stipula di rogiti con nomi di copertura. La banda è stata fermata tra il Piemonte ed il Veneto, proprio mentre tre degli indagati con i rispettivi camper stavano per oltrepassare il confine italo-francese, in direzione di Bordeaux. Le accuse nei loro confronti sono di associazione a delinquere finalizzata a commettere furti aggravati in abitazione con l'induzione dei minori a perpetrarli, maltrattamenti in famiglia ed abbandono di minori.

Il Tribunale per i Minori di Venezia ha affidato sei bambini a strutture di accoglienza e, il passo successivo, sarà la revoca della potestà genitoriale

http://www.adnkronos.com/IGN/Cronaca/?id=1.0.2298258394

sabato 28 giugno 2008

RAGAZZINA VENDE AUTOSCATTI SEXY PER COMPRARE ABITI FIRMATI

RAGAZZINA VENDE AUTOSCATTI SEXY PER COMPRARE ABITI FIRMATI

Pose sexy, autoscatto, la vendita ai compagni di scuola per comprarsi gli ambiti abiti firmati per i quali i genitori si rifiutavano di darle i soldi. Protagonista della vicenda, una dodicenne trevigiana, al momento in vacanza. Il fatto e' stato segnalato dall'Ufficio scolastico di Treviso: la ragazzina dovra' cambiare scuola e sara' seguita da una psicologa. "Sono troppi i genitori - ha commentato la dirigente Maria Giuliana Bigardi - che sottovalutano episodi di questo tipo". Commenta la vicenda con preoccupazione don Fortunato Di Noto, presidente di Meter, secondo il quale "e' un fenomeno, questo delle foto vendute tra minori in crescita, basti pensare ai numerosissimi portali dove ci sono 'piccole modelle' che si espongono per pedofili e amanti dei bambini nudi: la cosi' detta pedosoft". Per don Di Noto "oggi c'e' una vera e propria emergenza educativa, legata soprattutto alla banalizzazione del corpo, sempre di piu' esposto come merce che come dono da vivere che permette di relazioni e crescita. Ma ancor di piu' ci inquieta che la direttiva del ministero per i telefonini a scuola, e' sempre di piu' disattesa e inefficace". (AGI) - Venezia, 28 giugno -

mercoledì 25 giugno 2008

PEDOFILIA : 21.600 SITI SU WEB IN 6 MESI

Cronaca
PEDOFILIA: TELEFONO ARCOBALENO, SEGNALATI 21.600 SITI SU WEB IN SOLI 6 MESI
Roma, 24 giu. (Adnkronos)- Sono 21.600 le segnalazioni di siti web a contenuto pedopornografico solo nei primi 6 mesi del 2008 e ci si aspetta un incremento della pedofilia on line per il prossimo anno di circa il 35%. Telefono Arcobaleno, l'Associazione che da ormai dodici anni lotta contro la pedofilia on line, si schiera con questi dati alla mano contro la divulgazione del pensiero pedofilo per dire "stop al fenomeno culturale della pedofilia". "Telefono Arcobaleno, oggi, con questa denuncia al Nit, Nucleo Investigativo Telematico, pone l'accento sull'urgente necessita' di valorizzare e incrementare l'attivita' di contrasto al fenomeno della pedopornografia in internet attraverso azioni integrate sul territorio nazionale e internazionale" afferma l'associazione sottolineando che nella mappatura mondiale spicca anche l'Italia tra i Paesi coinvolti, insieme a Svezia e Olanda. "L'obiettivo -afferma ancora l'associazione- e' quello di conoscere per prevenire il fenomeno e non lasciare che questa pseudocultura, che incita ad usare i bambini, minacci, sempre piu' da vicino, l'infanzia. Proprio pochi minuti fa, questa preziosa attivita' condotta dall'equipe informatica di Telefono Arcobaleno, ha consentito di ottenere e denunciare il libro bianco della pedofilia culturale, la dinamica mappatura dei principali siti internet con diretti, chiari ed espliciti contenuti pedopornografici di tipo 'culturale', che non nascondono l'intento di ottenere la 'normalizzazione' del comportamento pedofilo". (segue)
http://iltempo.ilsole24ore.com/adnkronos/?q=YToxOntzOjEyOiJ4bWxfZmlsZW5hbWUiO3M6MjE6IkFETjIwMDgwNjI0MTI1OTM3LnhtbCI7fQ

giovedì 12 giugno 2008

Pedopornografia on line: dal 2002, 201 arresti e 177 siti chiusi in Italia

Pedopornografia on line: dal 2002, 201 arresti e 177 siti chiusi in Italia


Un minore su 10 ha avuto contatti pericolosi sul web
Sono 201 gli arresti per pedopornografia on line effettuati dal 2002 a oggi, 4.007 le denunce, 3.949 le perquisizioni, 273.334 i siti monitorati, dei quali 177 chiusi in Italia e 10.907 segnalati ad organismi stranieri, 60 le operazioni di rilievo internazionale. Il bilancio è stato diffuso dalla polizia postale in occasione della giornata dedicata alla tutela dei minori della Settimana nazionale della sicurezza in rete.

Secondo i dati raccolti dalla polizia nelle scuole secondarie italiane, il 91% dei minori naviga in internet e quasi l'80% lo fa senza la supervisione di un genitore. Il 27% utilizza le chat. Più di un ragazzo su 10 dichiara inoltre di avere avuto contatti "pericolosi" sul web e più della metà dei minori italiani ha accesso al mondo della pornografia tramite la rete.

Nel 2006 Microsoft ha donato alla polizia postale la piattaforma Cets (Child Exploitation Tracking System - Sistema di tracciamento contro la pedopornografia), uno strumento di indagine on line che consente agli investigatori di indagare con maggior efficacia gli individui e i siti internet sospetti. "L'utilizzo di tecnologie e software investigativi di altissimo livello come il Cets - spiega Domenico Vulpiani, direttore del Servizio di polizia postale e delle comunicazioni - rappresenta sempre più oggi un aspetto di fondamentale importanza per un efficace contrasto alla pedopornografia su internet".



http://www.rainews24.it/notizia.asp?newsID=82687

mercoledì 30 aprile 2008

VOGLIONO LEGALIZZARE L'INCESTO

CENTRO ANTI BLASFEMIA

VOGLIONO LEGALIZZARE L'INCESTO !

Ecco poi una notizia a cui non crederete;
il ministro della famiglia tedesco ha fatto un libro con cui chiede ai padri
di masturbare le figlie da uno a sei anni, perché questo stimolo alla
clitoride e alla vagina renderebbe le bimbe orgogliose del loro sesso
La polizia tedesca fa sapere che questo abuso incestuoso-pedofilo
richiedeva la punizione, ora è legale, cioè il governo sta legalizzano
l’incesto e la pedofilia ,i medici e gli psicologi dicono che questo
è uno chiaffo a tutte le donne e le bambine che sono in cura dopo
essere state traumatizzate dagli abusi del padre incestuoso.
In Germania forze occulte cercano di legalizzare l’incesto,
qualche anno fa ha fatto scandalo il telefilm Liebekind,
dove una ragazza ha sedotto il padre e poi hanno consumato l’incesto,

la regista si è giustificata dicendo
che l’incesto è e deve rimanere un taboo, ma il teleflm vuole porre questa domana,

è se c’è il consenso nelll’incesto,
cosa si deve fare? Comunque in Svezia ci sono dei gruppi
che lanciano l’incesto,negli USA c’è un criminologo che
si sta battendo a legalizzare l’incesto.L’incesto è la fine della civiltà,

perchè se a dei bambini trasformi i genitori in amanti
sessuali, i bambini diventano pazzi e perfino si suicidano.
L’incesto non è adatto per la razza umana, nella quale
gli istinti bestiali sono scomparsi cedendo il posto agli
istinti umani !

L'INCESTO LASCIAMOLO AGLI ANIMALI !

Sono anni che studiamo l’incesto.Non vogliamo parlare dei
matrimoni tra cugini, che non viene classificato come incestuoso vero.

I casi che portano conseguenze psicologiche
e traumatiche, riquardano genitori e figli, nonni e nipoti,
zii e nipoti, tra fratelli e fratelli e sorelle, pare che esistino
relazioni erotiche vissute come gioco durante l’infanzia.
Ci sono molti casi di fratelli che diventano amanti, in Francia
non è più condannato l’incesto conseziente dal tempo di Napoleone.
In Svezia è consenito ai fratelli sposarsi se hanno solo un
genitore in comune.Comunque i casi di incesto conseziente
è comune nei malati di mente, come anche chi commette
l’incesto violento contro un consaguineo è una persona
alterata mentalmente, infatti i padri incestuosi sono
in genere alcolizzati o drogati.Un vero fratello e una vera sorella se si vogliono

bene come tali,mai diverrebbero incestuosi anche se praticassero il nudismo.
Degli studi fatti in USA hanno dimostrato che fra consanguinei sani non esiste

attrazione sessuale, anzi c’è ansia e la paura
che questo accadi, cioè c’è un forte rifiuto verso questa perversione.

Naturalmente come c’è la perversione zoofila,
necrofila, sado-maso, feticista, ci sono persone di ogni grado
sociale che sono incestuose. Ragazzi mettiamo dei paletti,
l’incesto uccide chi lo subisce, ci sono tante testimonianze,
libri, riviste psichiatriche, notizie, informatevi di come soffre
una ragazza violentata dal padre o dal fratello o un ragazzo violentato dal padre o

da nonno e altro ancora.Solo il pensiero che dei parenti stretti si attraggono sessualmente
a noi fa venire il vomito. L’incesto lasciamolo agli animali,
se non vogliamo tornare primitivi e bestiali !

L'INCESTO E' TABU' PERCHE' ?

CENTRO ANTI-BLASFEMIA

L'INCESTO E' TABU'PERCHE' ?

L'incesto è tabu' e resterà tabù, nella razza umana finchè resterà umana.
Il motivo del divieto non è solo genetico-biologico o altra inibizione fisiologica.
Il vero divieto è principalmente questo, l'amore tra figli e genitori, fratelli e sorelle,
fratelli e fratelli, sorelle e sorelle, nipoti e nonni, nipoti e zii, è il vero Amore,
quello che appaga l'anima, è lo stesso Amore che vivranno per sempre
coloro che entreranno nel Regno dei Cieli, è un Amore sincero e puro.
L' incesto distrugge questo Amore fraterno,materno,paterno,filiale, e
perdendo quest'Amore si perde tutto, l'anima, lo spirito, la voglia di vivere.
Ecco un esempio, una signora ci ha raccontato che è rimasta sola,
si trova divorziata, l'unica figlia è morta in un incidente, anche i suoi
genitori sono morti, ha una zia malata, e altri parenti lontani.
Si ha pure un fratello, ma ormai tra loro c'è odio e repulsione,
dovuto all'incesto, compiuto quando erano ancora ragazzi, dopo una festa
con spinelli, si trovavano in una casa di montagna, fuori c'era un forte
temporale, lei avendo paura, si abbracciò al fratello, poco dopo
avevano consumato l'incesto. Da quel giorno tra loro è finito l'Amore
fraterno, è passata l'attrazione perversa sessuale, si sono trovati
come due nemici che si evitano. Dal giorno dell'incesto la signora
vive incubi ed è molto ansiosa, il fratello invece vive una vita disordinata
tra droga e bisessualità.
Quindi ecco perché non vogliamo l'incesto sappiamo benissimo che
l'incesto ci cancella la famiglia e la nostra stessa esistenza.
La base della vita e della società umana è la famiglia, che per esistere
ha bsogno di certe regole, ecco l'incesto è il nemico principale della famiglia,
quindi della vita, della società e del clan tribale.
Chi ama l'Amore non può accettare l'incesto, ci sono però molti che hanno
la perversione incestuosa come chi ha quella pedifila, necrofila, zoofila,
e tutte le altre. Gli incestuosi esistono, ma questi individui sono senza
anima, non amano nulla e odiano tutto, o sono totalmente indifferenti e senza
ideali, prima di coimpiere l'incesto dovrebbero recarsi da uno psichiatra
per farsi curare, infatti le cure esistono.
Tutti coloro che lanciano l'incesto sono persone da curare.

http://groups.google.com/group/centro-anti-blasfemia?hl=it

L'ORIGINE DELL'INCESTO

Sessualità di Dott.ssa Flavia Rainaldi guida dal 21-03-2000

LE ORIGINI DELL'INCESTO
Come è nato il tabù dell'incesto? Cause biologiche e sociali del divieto più antico del mondo.

La questione del divieto d'incesto è molto controversa e vede schierati su due fronti biologi e antropologi. Secondo i biologi la proibizione dell'endogamia ( cioè l'unione tra consanguinei)deriverebbe dal fatto che essa riduce il successo riproduttivo della specie, producendo una razza uniforme comunque adattata all'ambiente circostante, ma non in grado di mutare ad opera della selezione naturale. Proprio per questo alcune specie di animali, come le anatre, evitano l'accoppiamento con i parenti più prossimi, quali fratelli e sorelle, scegliendo individui leggermente diversi. Questo dato, e quello che sembra indicare una mancanza di attrazione sessuale tra persone cresciute insieme, fa scaturire la seguente ipotesi: la selezione naturale avrebbe prodotto un'inibizione inconscia verso l'accoppiamento di individui molto familiari (Hinde). Questa ipotesi però non è in grado di spiegare le diversità culturali legate ai tabù dell'incesto. A questo riguardo gli antropologi fanno notare che in alcune società il divieto di accoppiarsi con determinate persone deriva solo in minima parte dai legami di sangue. E' il caso degli aborigeni austrialiani, presso i quali vige la legge del totemismo. Le tribù sono divise in piccoli gruppi ognuno dei quali prende il nome del suo totem. I membri dello stesso totem non possono contrarre matrimonio o avere rapporti sessuali tra loro. L'esogamia legata al totem va quindi oltre la difesa d'incesto tra consanguinei. Secondo Freud la sostituzione della consanguineità reale con la parentela totemica, rivela l'enorme senso di orrore che questo popolo nutre nei confronti dell'incesto. Ogni società ha poi un suo modo di classificare la parentela e fattori come eredità, potere e proprietà possono influire sull'osservanza del divieto di incesto. E' il caso di alcune società arabe in cui l'alleanza tra fratelli viene sancita dall'unione matrimoniale dei loro figli. Tutto ciò crea delle contraddizioni in quanto la cultura islamica è particolarmente attenta a questo divieto: è addirittura vietato il matrimonio con la propria balia e con le figlie e le sorelle di questa. Un simile atteggiamento lo abbiamo trovato anche presso gli ebrei i quali hanno sempre mostrato un apparente disdegno verso l'incesto che veniva punito con fustigazioni e lapidazioni. Questo atteggiamento però era in netto contrasto con la "legge del levirato", secondo la quale la donna vedova doveva sposare il fratello del defunto. Nella civiltà degli Inca solo il re poteva sposare la propria sorella, madre o nipote. A chi non osservava questo divieto venivano cavati gli occhi.Anche i faraoni egiziani consideravano l'incesto come un requisito regale. I sovrani di queste civiltà infrangevano intenzionalmente questo divieto per affermare la loro posizione di superiorità e di potere assoluto. Possiamo quindi affermare, per concludere, che il divieto di incesto non dipende solo ed esclusivamente da influenze biologiche ma anche dagli aspetti socio-culturali dei diversi popoli. Abbiamo però anche visto come, in certi casi, gli uomini abbiano infranto questo tabù per soddisfare la loro personale sete di beni e di potere o per affermare la loro, quanto mai presunta, "superiorità".

TITO BALDINI-INCESTO E PERVERSIONE IN ADOLESCENZA

Tra violenza e connivenza. Incesto e perversione in adolescenza
Tito Baldini *



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INTRODUZIONE

In questo contributo intendo riflettere intorno ad alcune caratteristiche della trasmissione transgenerazionale della perversione, a partire dall’esame dell’esperienza psicoterapeutica psicoanalitica con 7 adolescenti, madri di bambini avuti a seguito di rapporti sessuali incestuosi con il proprio padre o con altri partner.

CONSIDERAZIONI TEORICHE

a) Freud: evoluzione del concetto all’interno dell’evoluzione del pensiero di Freud.
Col concetto di perverso, Freud spiega l’avvio dell’evoluzione dello psichismo, considerando lo stesso psichico una perversione del funzionamento istintuale. Questo modello, seguendo il pensiero di Conrotto (1999), sembra attraversare come ossatura tutta la prima topica, partendo dall’”Interpretazione” (1900), per poi svilupparsi nelle quattro linee definibili della psicologia del sogno (1901); della psicologia delle nevrosi (1905/a); dei rapporti tra rappresentazione di cosa e rappresentazione di parola (1905/b); del rapporto corpo-mente (1905/c).
A tale proposito Laplanche (1970, p. 45) ritiene che “Si tratta in effetti di una “sessualità allargata”, dal momento che siamo passati dal sessuale come istinto vitale al sessuale come vera e propria perversione universale dell’istinto”. Fino al 1905 la perversione è associata essenzialmente alla nevrosi, ed è intesa come una fissazione agli aspetti pregenitali dell’organizzazione libidica. A partire dal 1905, coi “Tre saggi” e l’avvio dello sviluppo della “teoria dell’appoggio” (1905/c), fino al ’14, col “Narcisismo” (1914/a), si iniziano a definire due sviluppi: uno tipicamente nevrotico, fondato sulla centralità del riconoscimento della significatività dell’esperienza di piacere-dispiacere (nuclei auto erotici, Io-libidico o Io piacere e sua rimozione; instaurazione della catena congiunzione-disgiunzione tra significato originario e suo rappresentante; catena di rappresentazioni; strutturazione psichica); l’altro funzionamento è quello narcisistico, che nelle sue forme più estreme (psicosi) si osserva nel caso Schreber (1910/a) e nell’Uomo dei lupi (1914/b). In quest’ultimo, alla fine del testo, vengono messe in sequenza le 3 tecniche difensive di fronte alla castrazione: nella prima essa è accettata (nevrosi); nella seconda viene rigettata dopo averla conosciuta (perversione); nella terza non ci si pone proprio il problema (psicosi paranoica). E’ importante considerare, per noi, che nella forma intermedia, perversa, il significato non sia stato respinto, bensì sia stato riconosciuto originariamente e poi rifiutato, come Freud esemplifica descrivendo le due forme cliniche della perversione (omosessualità e feticismo). Con il narcisismo si accede, quindi ad una considerazione della perversione non tanto e non solo come fissazione preedipica dello sviluppo ma come organizzazione psichica a se stante, con uno spazio a sé tra nevrosi e psicosi. Freud pare anche proporre un concetto di perversione in stretto legame con la fisiologia della sessualità ed in relazione sinonimica col concetto stesso di nascita, evolutività e funzionalità dell’esperienza psichica. Questo elemento teorico tornerà utile nel tentativo di descrizione di alcune complessità, nella perversione delle pazienti trattate, ove 'perverso' e 'verso' sembrano affiancarsi fino alla sovrapposizione, ove nel perverso affondano le uniche radici dell’evolutività delle pazienti. La teoria della seduzione, con l’abbandono (Freud 1897) e i successivi ritorni elaborativi anche nel senso della fantasmatizzazione (Laplanche e Pontalis 1985), sembra permettere, come più estesamente si osserverà nella discussione, di veder costituita la struttura dell’après coup proprio da una condizione, fantasmatica secondo le ulteriori elaborazioni di Freud, in cui un adulto se-duce, ed in questo senso tenta di per-vertire alla propria sessualità matura, una bambina, e successivamente si ripeterebbe l’atto, su cui incide la risignificazione del primo, con il soggetto divenuto pubere (Freud 1905/a). La collocazione cronologica dell’avvento del perverso sembra quindi in Freud non assumere significatività, in quanto elemento di strutturazione psichica a probabile base fantasmatica, esordio precoce e frequente ripetibilità.

b) Sulla psicogenesi delle perversioni.
In Norsa e Zavattini (1988) si può cogliere una sensibilizzazione verso un modello di angoscia che come avvento precederebbe quella tradizionalmente definita di castrazione - che per Freud, secondo gli autori, sarebbe la tipica angoscia del perverso - e che sarebbe collegata alla separazione dall’oggetto primario. Pur dissentendo dagli Autori sul concetto di collocazione temporale e relativizzazione della questione castrazione - ritenendo tale fantasmatica all’origine della vita psichica stessa - penso che il loro punto di vista aiuti a collocare alle origini della vita psichica lo scenario dell’organizzazione perversa.
Greenacre (1971) colloca l’origine delle perversioni in disturbi nei rapporti tra la madre e il bambino nei primi 2-3 anni di vita. Ella connette processi strutturanti lo psichismo infantile con fenomeni emergenti in adolescenza. Il suo sforzo sembra teso a coniugare il modello teorico freudiano dell’angoscia di castrazione e del ricorso al feticcio alle teorie della relazione d’oggetto.
In questo senso Novelletto (1989, p. 19) ritiene che “lo spostamento di attenzione dalla meccanica pulsionale alla relazione oggettuale e alla sua evoluzione ha riaccostato la perversione alla patologia narcisistica, e infatti per certi autori (Glasser e Mc Dougall) il perverso sembra infondo essere un particolare tipo di borderline”.
Khan (1979, pp. 14-15), come è noto, connette la genesi della perversione a relazioni primarie con madri idoleggianti, che hanno amato, nel bambino, qualcosa che era in lui ma che non coincideva col bambino stesso. Egli descrive bambini sedotti e poi rifiutati, in fase edipica, con una traumatica separazione tardiva (ivi, p. 15). Presenta bambini attirati e allontanati, pieni di sé e senza nulla da offrire, speciali e soli. Da adulti, l’oggetto sessuale ha un ruolo transizionale e lo sfogo sessuale copre stati di angoscia. Il riconoscimento dell’oggetto sembra in parte compromesso (ivi, p. 17). Dato quanto espresso, Khan colloca la loro personalità nell’ambito delle organizzazioni schizoidi, con la ricerca di oggetti libidici in grado di condividere “la loro preferenza per la comunicazione attraverso il linguaggio del corpo” (ivi, p. 18), e l’inclinazione a “regredire a questa fase e a queste modalità di rapporto reciproco” (ivi, p. 19). Del resto, quanto riportato sembra aver avuto una significativa anticipazione nel “Leonardo” (Freud 1910/b).
Tra concezioni classiche che connettono la perversione all’angoscia di castrazione e visioni ulteriori che la legano a condizioni evolutivamente più primitive, Stuart (1961) sembra tendere un ponte, tra vissuti precoci e scenario edipico, ove la perversione transiterebbe in un andirivieni a tipo après coup. Pare che alle spalle della modalità perversa di accedere e di gestire l’edipico, siano per l’autore presenti ed agenti organizzazioni, dinamiche e relazioni perverse che raggiungono il bambino in età tradizionalmente definita preedipica, e che in seguito giustificherebbero in lui il successivo intervento di eccessi di angoscia di castrazione e di relative difese (feticcio).
Circa la psicogenesi delle organizzazioni a tipo perverso, sembra quindi che la letteratura attribuisca consistente centralità alla relazione precoce madre-bambino, individuando aree di convergenza o coincidenza con i disturbi narcisistici e le patologie di frontiera. Del resto, è possibile individuare nel feticcio stesso l’utilizzo di meccanismi proiettivo-identificativi simili a quelli che nelle psicosi impediscono il riconoscimento dell’oggetto non soggettivo.
Limentani (1986) riflette sull’evoluzione della teoria delle perversioni, nel senso dell’incremento della focalizzazione sull’esperienza affettiva precoce. L’autore ritiene che l’eccitazione che provoca il sintomo perverso sia da associare a sentimenti di sovraeccitazione e/o deprivazione della prima infanzia e che a causa di questi si costituisca il nucleo di una sindrome che ad un certo punto si manifesta in azioni perverse.
Cahn (1991) dà credito alla trasmissione transgenerazionale della problematica edipica, intorno alla quale la letteratura precedentemente visionata spesso colloca o le dinamiche a sostegno di organizzazioni a tipo perverso. L’autore pare connettere rischio di “slegamento” in adolescenza , e conseguente agito difensivo nel corpo sessuato, con qualità dell’eccitazione primitiva. Ciò contribuirebbe a collocare l’investimento compulsivo sull’agìto nel corpo sessuato all’interno delle possibilità difensive rispetto al rischio di frantumazione psichica secondaria a relazioni affettive primarie seduttive. Una nota sull’eccitazione procurata dal padre può contribuire a riflettere su dinamiche dell’esperienza clinica. Vengono altresì proposte considerazioni sui legami tra seduzione originaria, ripetizioni in infanzia e adolescenza ed après coup.

c) Perversione come stato mentale. Concetto di “relazione perversa”.
Alcuni autori (Klein 1940; Bion 1962; Rosenfeld 1987) si soffermano sulla qualità dell’esperienza psichica del perverso, indicando, forse anche sulla scia dell’impianto delle teorie della relazione oggettuale e di quelle del narcisismo in parte già menzionate, nella perversione una modalità di funzionamento mentale che nel narcisista pervertirebbe il modello di relazione naturalmente spinto agli affetti e alle emozioni. Pare si venga accreditando l’esistenza di una condizione perversa connessa alla qualità delle relazioni d’oggetto ed in particolare alla difficoltà del perverso di riconoscere affetti propri e dell’altro. In tal senso si parla di “relazione perversa” (Norsa Zavattini 1988).
Nell’area della evidenziazione di condizioni mentali perverse anche fisiologiche, nel senso aggiuntivo di un’intima convivenza di ciascuno con l’esperienza perversa, Meltzer (1978, pp. 101-102) separa le “perversioni sessuali come aspetto organizzato della vita mentale - dalla - perversità come parte del processo totale del funzionamento mentale”.

d) Organizzazione perversa e altre organizzazioni.
L’assunto che la perversione in adolescenza occupi “un’area psicopatologica autonoma tra nevrosi e psicosi” (Novelletto 1989, p.13), e che una “scelta inconscia” (Novelletto 1986 pp. 124) possa permettere di orientarsi all’interno di un “ampio ventaglio di scelte patologiche fra nevrosi e perversione” (ivi, p. 125), sembra sufficientemente validato anche da parte di altra letteratura presentata.. Kernberg (1992, p. 309) in proposito sostiene che: “I casi di perversione stabile e di organizzazione borderline della personalità (...), presentano la medesima condensazione di conflitti edipici e preedipici”.
La letteratura, anche datata, sembra trovare condizioni di transitabilità tra psicosi e perversione, ove la fasi perverse “fungono da protezione contro le angosce suscettibili di mettere in moto processi schizofrenici, cioè salvaguardano in una certa misura il senso di realtà” (Glover, 1933).
Chasseguet-Smirgel (1985) sembra produrre una sintesi del pensiero psicoanalitico sulla perversione, sia per il credito dato all’impianto teorico freudiano, a cui contribuisce anche sostenendo il legame tra perversione e regressione al sadismo anale, sia per l’attenzione mostrata verso il legame tra perversione, genitalità, edipico e condizioni di derealizzazione, proponendo una personale lettura del processo mentale perverso come erosione della doppia differenza tra i sessi e le generazioni.


Un focus a partire dal pensiero degli autori

Coniugando il pensiero di diversi autori e riferendolo a quello di Freud, penso sia possibile considerare intorno a una designificazione epistemologica del concetto di separazione tra preedipico ed edipico, a vantaggio di una visione transgenerazionale dello sviluppo secondo cui un bambino, in fase preedipica, sarebbe collocato in pieno nell’edipico, più o meno psichicizzato, della coppia genitoriale. Ciò potrebbe in parte svincolare il pensiero sull’avvento del perverso da legami topici a vantaggio di visioni dinamiche longitudinali e trasversali. In tal senso la perversione si potrebbe considerare anche come organizzazione a se stante, ad insorgenza assai precoce ed a stretta relazione con l’ambito delle organizzazioni narcisistiche, avente altresì caratteristiche precipue nell’area della qualità degli affetti e del pensiero.

ESPERIENZA CLINICA

Riferisco l’esperienza relativa a psicoterapie psicoanalitiche con 7 adolescenti-madri. I trattamenti sono nella maggior parte ancora in corso ed effettuati privatamente, nell’ambito di collaborazioni con comunità. Fenomeni di drop-out si sono verificati più all’inizio che non a relazione terapeutica avviata. Dopo i primi mesi, nessun trattamento è stato interrotto. I trattamenti hanno frequenza orientativamente trisettimanale, a seconda delle necessità e delle risorse nel senso della tenuta di assetti più stretti.
Dal lavoro con le ragazze è stato possibile, almeno in parte, risalire ad elementi dell’identità genitoriale, di dinamiche collusive della coppia coniugale, di investimenti sulla prole.
In tutti i casi il padre, o chi ne svolgeva stabilmente il ruolo, ha iniziato ad avviare dinamiche di seduzione nei confronti delle figlie già dall’inizio della vita di quest’ultime. I padri, mediamente, risulterebbero possedere una struttura fortemente narcisistica con marcata tendenza alla maniacalità e all’onnipotenza. Le madri sono risultate spesso agire la depressione denegata del coniuge; alla ricerca di un assetto identitario, hanno colluso col bisogno di affermazione del coniuge per tentare di realizzarsi, adesivamente, all’interno di un sentimento di appartenenza. La procreatività sembra sia stata collusivamente vissuta dalla coppia come dimostrazione, interna ed esterna, dell’onnipotenza del padre (creazione). La genitura pare esser stata spesso fortemente investita di fantasie restitutive, da parte dei padri, sostitutive, da parte delle madri. Una volta nate, le ragazze sembra siano state annesse al potere onnipotente del padre, al quale veniva restituita, e rinnovata la garanzia di superiorità. Le bambine divenivano quindi oggetto prezioso di tale potere; oggetto privato della propria soggettività. Le madri, stanche della gestione psichica della maniacalità del coniuge, si sono rese complici, sempre passive, delle seduzioni paterne; trovando ristoro nella migrazione verso un’orbita periferica rispetto alle cariche libidiche del coniuge e agendo, dentro e fuori, un processo di graduale sostituzione di sé con la figlia prescelta. I concetti di “figlio bersaglio” e di madre perversogenica (Novelletto 1989, p. 19), anche in parte ritrovabili nella cultura dinamica dell’ambito delle psicosi (Searles 1965), sembra trovino forte riscontro clinico nell’esperienza presentata e contribuirebbero a confermare elementi di contiguità e analogia nel rapporto tra fantasie inconsce genitoriali e sofferenza mentale nei figli, sia nel caso della psicosi sia in quello della perversione.
La seduzione ha caratterizzato la relazione di transfert, come vedremo anche nella discussione. Essa aveva qualità specifiche nel senso della passivizzazione e della normalizzazione del rapporto perverso. Infatti come terapeuta mi sono spesso sentito controtransferalmente raggiunto da sentimenti di passività, quasi di scivolamento nella condotta mentale perversa, ove tutto sarebbe stato possibile senza nessuna condizione egoica o ritorsione superegoica. Ho frequentemente avuto modo di sentirmi raggiungere da qualità a probabile origine nel padre seduttore delle pazienti: qualità inerenti la forza fisica, la mascolinità sessuale. Ad un livello più profondo, però, sono stato raggiunto da modalità non attive di seduzione; ancora una volta qualcosa di passivo, come se la seduzione di questi padri avesse scalzato quella difensivamente prevista nella mente del terapeuta, nel senso dell’attivismo maschile perverso, per collocarsi invece in un’area meno prevedibile, meno difesa, fortemente primitiva e caratterizzata da modalità di tipo orale passivo o attivo. A questo livello si annidava la compiacenza e la connivenza: quasi a dare al terapeuta il cibo che la paziente pensava che egli desiderasse, tentarlo oralmente in maniera preconflittuale, in maniera priva del confronto tra due modelli - forse rappresentabili come verso e perverso - contrapposti o contigui o conflittuali, priva di imposizioni. Quanto detto pare evidenziarsi con chiarezza dal materiale onirico: dopo la fase di inizio, le pazienti hanno generalmente cominciato a portare sogni che sono sembrati Գognati per l’analista’. A titolo esemplificativo riporto il seguente frammento di seduta:

Paz.: “Ho fatto molti sogni stanotte, proprio tanti. Riguardano tutti o P. (località ove è cresciuta e dove tuttora risiede la famiglia d’origine) o M.” (un ragazzo col quale ha avuto una storia e dal quale recentemente è stata lasciata per un’altra, che chiameremo G.).

Ter.: Lei racconta i primi. Mentre racconta io vado mentalmente associando al fatto che proprio ultimamente sto nutrendo un forte interesse per i sogni di queste ragazze e per i suoi in particolare, che li vorrei raccogliere e utilizzare in un lavoro scientifico.

Paz.: “Ero al bar ... c’era penombra ... eravamo io e M. Lui mi spiega come è andata con G. ... come un bisogno di chiarimento. Lui mi bacia appassionatamente, mentre io piango. Facciamo l’amore. Mentre lo facciamo, penso che quelli del bar sanno di M. e di G. e allora come mai lo facciamo qui? Entra G. e mi abbraccia e bacia calorosamente, passionalmente. Poi G. e M. escono dal bar insieme. Lui bacia G. sulla schiena: Io li guardo da dietro il vetro del bar”.

(Ter.): Poi ha raccontato gli altri . Io seguivo ciascun sogno. Mi sembravano tutti pieni di chiari riferimenti all’andamento delle ultime sedute, alle considerazioni e alle interpretazioni ma, più che altro, mi sembrano pieni di riferimenti ai miei pensieri non detti circa lei e la terapia. Si vengono delineando rappresentazioni di lei che comprende, che propone di sostituire il chiarore all’oscurità, che non vuole più compromettersi anche se non è ancora in condizioni di evitarlo; che osserva voyeuristicamente la scena edipica da dietro un vetro. Si rappresentano aspetti di non integrazione di un Super Io-avventori del bar, vissuto ancora come minaccioso al cospetto di un Es che domina la scena ma che è al tempo stesso raggiunto da elementi depressivi, abbandonici che fanno pensare a posizioni di integrazione nella relazione d’oggetto. Vado pensando che su questo sogno potrei pensare moltissimo e così potrei fare su ciascuno degli altri. Mi sento felice delle prestazioni della paziente, la quale mi dà ciò che neanche devo chiederle: sogni che confermano le mie ipotesi, la direzione del cammino, i passi compiuti e quelli da compiere, il suo bisogno di me e la nostra collaborazione. Finalmente il velo si squarcia e mi rendo conto della portata controtransferale delle sensazioni e dei pensieri contattati: penso infatti che lei mi stia inconsciamente seducendo, servendomi un pasto sostanzioso senza neanche doverlo chiedere o pagare. Una seduzione primaria assai poco evidente, nella quale scivolare dentro senza barriere da superare, senza giri di boa da dover non compiere per non compromettersi. Mi sento di avere a che fare con l’appagamento allucinatorio di un bisogno, qualcosa di arcaico, preconflittuale e seduttivo allo stesso tempo. Mi rendo conto che forse l’elemento più importante è che si sta definendo una sorta di seduzione di transfert.

Il lavoro interpretativo sulla seduzione di transfert, come si vedrà anche nella discussione, è risultato essere l’unico strumento terapeutico in grado di favorire processi elaborativi. A tali interpretazioni ha spesso fatto seguito l’elicitazione nelle pazienti di aperture associative connotate da insight.

Ter.: “Pare che tu mi stia dando delle cose che pensi che io voglia, che ritieni che mi piacciano, come delle golosità, per farmi felice. Sembra che tu dica tante cose poiché io avrei piacere di sentirle, e ciò potrebbe avere a che fare con un tentativo di farmi stare bene, trattarmi bene, come invitarmi a mangiare ciò che mi piace”.

Paz.: “V. - (il padre) - non mi trattava male, pare strano.... ma mi faceva stare bene e io lo facevo felice. Era tutto così ... era tutti qui ... grandi regali, di quelli che una bambina non si aspetta, quelli che tute sognavamo. Io ero ancora una bambina e lui a un certo punto, forse stavo crescendo, ha iniziato a farmi regali da bambina come si fanno regali ad una donna ... con quel qualcosa ... insomma. Era bello, però ...per tutti e due ... di questo ho nostalgia. Insomma andava così come andava e non poteva andare in altro modo. Non c’era altro modo.

Si può ipotizzare un rapporto di mutua seduzione in una relazione con caratteristiche evolutive di fissazione e organizzazione intorno alla passività orale (Chasseguet Smirgel 1985).
In nessun caso considerato l’incesto ha avuto caratteristiche di violenza, d’imposizione attiva e subìto passivo. Pare che le bambine siano arrivate all’iniziazione incestuosa come unica via evolutiva conosciuta, come il senso stesso dello sviluppo.
I padri avrebbero mostrato marcati elementi di omosessualità negata attraverso l’agito maniacale; una omosessualità organizzata intorno al non superamento del primitivo rapporto orale-ricettivo con la madre, della identificazione incorporativa, primitiva, con lei e del conseguenziale fallimento dei tentativi di accesso all’edipico, non potendo altresì superare senza conseguenze patologiche la fase passiva o negativa. Dal vissuto delle ragazze pare che, nella storia evolutiva dei loro padri, l’avvento dell’edipico abbia forzato un passaggio brusco dalla passività all’attività con il carattere della concretezza, come se la primitività dell’organizzazione psichica limitasse l’accesso all’esperienza di rappresentazione e che, al di là di una difesa nel diniego onnipotente, non si recuperassero risorse evolutive :

Paz.: “Quando papà mi metteva le mani addosso, nonna mi diceva che lui era stato sempre un diavolo anche con lei: la toccava, la guardava se era nuda, non le dava pace, fin da piccolissimo ... anzi diceva che proprio da piccolissimo no; prima ancora era stato il bambino più buono del mondo: la guardava sempre, stava le ore col biberon in bocca ... buono buono ... poi era cambiato tantissimo ... Diceva che dovevo portare pazienza, che papà infondo era tanto buono”.

Il passaggio riportato permette anche una visione della trasmissione transgenerazionale di quelle alterazioni per difetto o per eccesso della fisiologica seduzione del genitore che sembra possano difensivamente motivare e favorire l’organizzazione della personalità in senso perverso. I padri forse si sarebbero rivolti libidicamente alla figlie come tentativo di identificazione incorporativa con madre e padre attivi, in una confusa sovrapposizione di tappe evolutive e in un confuso tentativo di superamento di livelli evolutivi precoci e caratterizzati da passività. L’Edipo non avrebbe potuto avere che le caratteristiche della concretezza e della non storicizzazione. Ciò motiverebbe anche l’analogia col carattere di concretezza dello psichismo delle pazienti.
Il lavoro psicoterapeutico svolto ad altri livelli che non fossero quello della seduzione di transfert pare non aver dato nessun risultato in senso evolutivo. Qualsiasi forma di comunicazione o anche interpretazioni diversamente orientate venivano utilizzate come comunicazioni concrete e mentalizzate in una sorta di ԰ensiero perverso’, con conseguenza nell’incremento dell’occultamento della problematica di base. Nei confronti della seduzione di transfert, a livello controtransferale ho dovuto tentare di riconoscere e gestire primitivi andamenti alternativamente centrifughi e centripeti, tentativi di fuga e scivolamenti all’interno, stati preludenti alla confusione, ma anche tentativi difensivi nell’irrigidimento superegoico. Il non riconoscimento di tali stati mentali nel terapeuta da parte del terapeuta stesso, avrebbe provocato la loro immediata utilizzazione in senso perverso da parte delle pazienti: se mi irrigidivo in una posizione di rifiuto mentale, ad esempio, di un racconto:

“Ho tentato di farlo con mio figlio sopra di me, sulla mia pancia, anzi sotto, proprio messo lì a fare su e giù”,

e non andavo interpretativamente sul tentativo di seduzione del terapeuta che sottendeva sia l’atto compiuto sia la scelta di raccontarlo, a tale atto avrebbe con buona probabilità fatto seguito un agito ancora più rappresentativo in senso perverso, come a utilizzare la perversione come unico referente identitario (qualora non l’avessi riconosciuta con l’interpretazione) ma anche come elemento dimostrativo del non riconoscimento (includente quindi la speranza). Il mio rifugiarmi nel veto superegoico provocava quindi intensa eccitazione, la quale, per definizione, non poteva che essere di tipo perverso, come se l’esposizione alla barriera (incesto) stimolasse concretamente il desiderio dello scavalcamento. Questo, in certe fasi, in maniera anche un po’ paranoica, mi faceva pensare nei termini di un desiderio di trasmissione infettante del modello affettivo impostato sulla primitività senza barriere né legami, e quindi sulla perversione (Chasseguet Smirgel. op cit.).
La risposta nel perverso al rifiuto ricevuto da parte del terapeuta-genitore avrebbe potuto rappresentare transferalmente la reazione ad un precoce rifiuto primario e la primaria soluzione difensiva nel perverso; il quale, in aggiunta, pareva connotarsi come unica esperienza affettiva precocemente apprendibile, oltreché come unica alternativa alla soluzione difensiva di tipo psicotico all’angoscia pervasiva. Anche a questi livelli, l’interpretazione di transfert è parsa essere la strada percorribile. Ho potuto vedere che l’uso diretto dell’interpretazione di transfert riusciva bene anche nonostante la tendenza alla concretezza che caratterizzava le pazienti: ad esempio, interpretare il rossore che faceva seguito ad una interpretazione su aspetti perversi sembrava impedire ulteriori annidamenti di alternative perverse e sembrava favorire la loro neutralizzazione, il raggiungimento, nelle pazienti, di un senso di benessere e l’emergere dell’esperienza di rappresentazione. Il livello più profondo della perversione di transfert sopra descritto, poteva essere affiancato o alternato a livelli più superficiali e meglio evocativi nel transfert quali quelli attivi della seduzione diretta. Sentivo, nelle varie condizioni transferali, che qualitativamente il pensiero era strutturato nel senso della perversione: la perversione si rappresentava alle volte principalmente in termini di qualità del pensiero, mentre la condotta perversa più facilmente veniva, come agito, utilizzata come strumento di regolazione della tensione interna scarsamente psichicizzabile (Blos 1962, p. 41).

Paz.: “ci sono momenti che devo proprio scopare, non ne posso fare a meno, è come quando fumi ... non ti reggi più dalla voglia, sei pieno di qualcosa, e poi fumi e tutto si distende e torni calma ... devo assolutamente scopare, alle volte, altrimenti scoppio dentro”

Nel percorso clinico si è evidenziato, dopo un sufficiente periodo di trattamento, che il sentimento di vergogna, già portato come materiale, ha iniziato a comparire nella relazione di transfert. E’ stato così possibile ipotizzare che elementi di scissione della struttura soggettiva avrebbero facilitato movimenti proiettivi di istanze superegoiche sulla persona dell’analista. Ciò avrebbe permesso allo psichismo l’evitamento del conflitto che avrebbe dato la convivenza di una parte primitiva, caratterizzata da modalità primarie quali il principio di piacere e definibile perversa, con una parte maggiormente evoluta, caratterizzata dalla presenza di istanze maggiormente psichicizzate. Il lavoro intepretativo del transfert sulla vergogna avrebbe contribuito a creare una breccia che col tempo pare aver permesso alla coppia analitica di collocare nel setting, e di evidenziare nello specifico della relazione di transfert, la presenza di una struttura scarsamente integrata ma non frammentata, nel senso dell’unità soggettivo, e di derivare in essa l’azione di una precoce ed intensa libidizzazione dei rapporti primari divenuti successivamente incestuosi, unica area psichica di erotizzazione: lontano dall’analista investito di valenze superegoiche, le pazienti potevano vivere relazioni simbolicamente incestuose senza provare alcuna vergogna. Il fatto di “venire a vergognarsi” dall’analista è stato interpretato come desiderio di riunificazione soggettivo, anche se agita involutivamente sul corpo e con modalità regressive quali il desiderio della purificazione nel perdono. La restituzione con l’interpretazione di elementi dell’unità soggettivo sembra aver favorito movimenti nel senso del ricompattamento ed il passaggio graduale a posizioni a tipo depressivo.
I figli delle pazienti risulterebbero essere fortemente investiti dalle fantasie delle madri. Il pensiero di possedere finalmente nel corpo ciò che di loro piace al padre, pare aver attraversato pensieri coscienti, sogni e associazioni libere delle pazienti in gravidanza. Una volta nati, facilmente i figli sono stati bersagliati da proiezioni identificative: se maschi, frequentemente sono stati identificati col padre - o col pene del padre - fino all’allucinazione di caratteristiche antropomorfe di lui (peli, spalle, pene); se femmine, sono stati frequentemente disposti alla preparazione per la successione nel ruolo interpretato dalla giovane madre. I maschi sarebbero spesso stati oggetto di soddisfacimento di desideri sessuali delle madri, mentre le bambine avrebbero subìto attacchi sadici, alle volte cruenti. Difficilmente le pazienti dimostrano di esser state in condizioni di accogliere la persona del bambino. La seduzione in senso perverso del bambino sarebbe iniziata assai precocemente ed è parsa favorire la trasmissione transgenerazionale dell’organizzazione mentale di tipo perverso o, nei casi peggiori, di tipo schizoide.

DISCUSSIONE

Coniugando esperienza clinica e considerazioni teoriche pare emergere che nelle pazienti la perversione, prima di divenire una modalità di vivere la sessualità, possa essere stata sede degli affetti genitoriali, quindi organizzatore psichico primario, fondamentale. Tale condizione sarebbe stata secondaria anche all’azione di precoci investimenti genitoriali di tipo idoleggiante e comunque caratterizzati da fantasie sostitutive e restitutive che in epoche precoci avrebbero limitato il riconoscimento della persona delle figlie. Una caratteristica patogenetica dell’affetto genitoriale pare esser stata l’intermittenza: le pazienti, da bambine, sembra siano state fatte sentire significative purchè assecondanti fantasie genitoriali, altrimenti sarebbero state affettivamente attaccate o mortificate. Pare che nello psichismo rudimentale, primitivo dei padri fosse presente, in quanto fantasma centrale, la relazione incestuosa come esaltazione e conferma dell’onnipotenza infantile primaria attraverso l’abbattimento delle barriere tra i sessi e le generazioni; mentre le madri avrebbero portato il carico di elementi depressivi scissi e proiettati del padre, con segreta ricerca di sollievo nell’accettazione passiva dello spostamento sulla genitura. La caratteristica di primitività dello psichico genitoriale, in primis paterno, pare aver determinato qualità di assoluta concretezza al fantasmatico: l’incesto non poteva essere rappresentato ma agito. Pare che i padri con l’incesto non abbiano tanto tentato una risoluzione, seppur onnipotente, dell’Edipo, quanto invece, di fronte al potere ordinatore, strutturante dell’Edipo stesso, optato per un ripiegamento narcisistico con arroccamento nell’estrema difesa di primitive qualità più che preedipiche si potrebbe dire, con Racamier (1980), “antedipiche”. L’incesto, infatti, pare sia stato, nel conscio e nell’inconscio, premeditato e raggiunto. L’incesto onnipotente, per esser tale, pare non avrebbe potuto che avvalersi della partecipazione complice della figlia e della non utilizzazione della costrizione violenta. Laddove le pazienti hanno alle volte dovuto subire anche la costrizione all’atto sessuale, l’incidenza di questo vissuto sull’organizzazione psichica pare sia stata minore di quella determinata dall’atto accettato con connivenza, in quanto il primo avrebbe permesso una presa di posizione, un orientamento nel senso del rifiuto. La gravità dell’incesto con connivenza pare quindi risiedere nell’impossibilità di possedere un’alternativa psichica, una struttura parallela ed antagonista o conflittuale a quella del padre con cui confrontare se stesse e l’atto. Pare quindi compromesso ab initio l’utilizzo di meccanismi di difesa centrati sulla rimozione e sul conflitto inconscio, poiché si presenterebbe una condizione psichica assai più rudimentale, mono-orientata, perverso-polimorfa per definizione, cioè priva del raggiungimento evolutivo dell’accettazione del divieto, priva della strutturazione psichica favorita, dai genitori alle figlie, dall’avvento e dal superamento dell’edipico. Come i loro padri, anche le ragazze avrebbero cercato, nella trasmissione transgenerazionale, la liceità della permanenza nell’organizzazione onnipotente, primaria, connessa al principio di piacere e naturalmente preedipica. Come i propri padri con loro, le pazienti sarebbero risultate essere fortemente eccitate dai figli, prima fantasticati poi procreati; un’eccitazione che superava la capacità di tolleranza del bambino e comunque non a disposizione dell’infante. Con una modalità psichica arcaica, che ricorda quella del tossicomane che vuole infettare per sentire affetto nella condivisione, le pazienti avrebbero cercato, nell’uniformare a sé i figli, una via per l’affezione, per un contatto che non avrebbe avuto altro modo, più evoluto, di essere rappresentato e altra risorsa per essere fruito.
Sul piano dell’organizzazione di personalità, come evidenziato anche nella parte clinica, il legame tra condizione borderline e perversioni ipotizzato, tra altri, da Kernberg (1992 pp. 285-302), sembra inquadrare l’area in cui pare collocabile il livello psicoevolutivo delle pazienti. Del resto la definizione di “struttura al limite” di Kenberg (1984, p 18), poiché “caratterizzata dall’uso di meccanismi di scissione” in soggetti “con intatta la funzione dell’esame di realtà”, sembra ampiamente riconoscibile nel contesto clinico in visione. In aggiunta, la descrizione di Green (1990, pp. 114-115) dei meccanismi di scissione dei casi-limite sembra contribuire a collocare su un piano metapsicologico lo psichismo delle pazienti.
Si potrebbe ipotizzare una lettura della perversione che sposti l’attenzione da posizioni relative all’età di insorgenza (infanzia; adolescenza; oltre) o ai rapporti con altre sindromi, verso la sua considerazione nel senso di organizzatore psichico precocemente insorgente, affettivamente investito, originario da una condizione di relazioni primarie caratterizzate da primitività, rudimentalità psichica e organizzate intorno al principio di piacere nello specifico dell’evitamento del divieto. Tale condizione assumerebbe caratteristiche sessuali relativamente alla fase evolutiva in corso.
Riflettendo sull’evoluzione della teoria freudiana della seduzione e coniugandola con la pratica clinica, vien da pensare che nell’esperienza psichica delle pazienti la seduzione sia stata vissuta con una confusiva sovrapposizione del livello fantasmatico e di quello reale, poiché le due condizioni sarebbero risultate sovrapposte ab initio nello psichismo rudimentale dei padri, con compromissione, da questi alle figlie, di azioni di filtraggio tra fantasia, fantasticheria e realtà concreta e di azioni di cesura tra desiderio e sua realizzazione.
I racconti sul primo rapporto sessuale incestuoso, spesso precedente l’avvento del menarca, pare definiscano uno scenario in cui fantasie incestuose del padre e fantasie incestuose delle figlie sarebbero state copresenti ma non coincidenti: le pazienti avrebbero desiderato qualcosa che non sapevano descrivere a se stesse, che non aveva che scarsa rappresentabilità, e solo successivamente lo avrebbero collocato nelle rappresentazioni del padre:

“c’era qualcosa di magico, di bello nell’aria, era così strano ... era tutto ... era la poesia ... era l’odore ... era lui ... poi lui ha voluto farlo e io ... io non capivo, non è che non volevo ... ma non capivo ... e poi ... è stato così ... ”,

padre che le avrebbe veicolate verso un vissuto al quale le pazienti non riuscivano inizialmente a dare significato, ad ascrivere all’ordine della significanza e della pensabilità:

“è stato così ... insomma lui lo ha messo dentro ... ma io non capivo ... non capivo cosa succedeva ... non pensavo più a nulla ... ecco: lui si muoveva ed io non pensavo più a nulla .. guardavo nel vuoto”.

In seguito l’incesto sarebbe stato inserito nella struttura soggettivo in qualità di elemento egosintonico al pari di altri fattori costitutivi dell’organizzazione psichica in senso perverso. In quest’ottica il perverso pare definibile come precoce organizzatore psichico investito affettivamente.
La teoria della seduzione, quanto mai attuale nella pratica clinica considerata, potrebbe in essa articolarsi nel senso che l’evento traumatico in pre- o prima adolescenza (incesto) possa essere considerabile anche come il defluire psicotizzante dalla realtà alla fantasia e dal sé all’oggetto, e se è vero che esso potrebbe funzionare da copertura rispetto ad un trauma pregresso, reale o fantasmatico, tale trauma degli inizi parrebbe assumere una prospettiva pluri-e-transgenerazionale, raggiungendo l’infanzia del padre e forse scavalcandone retrospetticamente i confini.
Sul piano dell’intervento psicoterapeutico, potrebbe esser rappresentata la costante attenzione del terapeuta alla ricerca della seduzione di transfert; l’attribuzione di significanza solo all’interno di paradigmi ascrivibili a tale elemento transferale; il lavoro centrato sull’interpretazione di tale transfert. Nei trattamenti fin qui condotti, l’impatto emozionale sul terapeuta e la sua capacità di tenuta sembrano essere stati elementi determinanti: la mia mente era raggiunta, specialmente nelle prime fasi, da pezzi di emozioni estremamente rudimentali e fortemente caratterizzati da seduzione. Molto spesso mi sembrava che la parte fondamentale del mio lavoro consistesse nella capacità di non cedere e non rifiutare ma trasformare. Le volte che per fisiologica debolezza ho rifiutato il lato più perverso delle pazienti, ho ottenuto, come conseguenza, un incremento dell’eccitazione perversa, come se il rifiuto, il divieto, la barriera avesse funzionato da stimolo per superare l’impedimento e confermare la possibilità di libero movimento tra i sessi e le generazioni. Quando riuscivo emozionalmente a non cedere e non rifiutare, si potevano realizzare, nello spazio teso tra le pazienti e me, alcune possibilità trasformative, ri-costruttive. Spesso, data la primitività del livello psichico - a parte quindi le forti risorse dimostrate nel senso del falso Sé - anche tali esperienze ricostruttive e trasformative avevano, specialmente agli inizi, connotazioni prevalentemente e pregnantemente corporee. Era come se, seguendo un pensiero di Searles (1965, p. 283) mi trovassi metaforicamente con la bambina in braccio e dovessi farle sentire che il papà non rifiuta la sua (di lei) eccitazione ma la esperisce come qualcosa di “sessuale-non-sessuale”, per dirla con Freud, e la restituisce con qualità prive di investimento sessuale adoltomorfo. Penso che tale approccio abbia potuto favorire nelle pazienti processi trasformativi e ricostruttivi. Si dovrebbe a questo punto considerare intorno alla componente di seduttività presente nel terapeuta. La si può, ad esempio, scorgere nell’assioma del non cedere e non rifiutare e nell’uso alle volte incalzante dell’interpretazione. Dalla mia esperienza appare improponibile, con tali pazienti, un trattamento ove intimamente si respinga la seduzione: esso risulterebbe per loro privo di qualsiasi significato e facilmente verrebbe ricusato, come se il non seduttivo fosse non ascrivibile ad un ordine di significanza ed affettivamenete non investibile. Forse risulta più utile, parafrasando Novelletto (1989, cap. 2-3) accettare tutta la loro ambiguità e rifarsi ad una forte stabilità dell’assetto interno dell’analista e del setting.
Per quanto concerne le interpretazioni, penso possa essere utile considerare brevemente intorno all’uso del linguaggio, inteso nel senso di rappresentazione inconscia e conscia di parola. Nella storia delle pazienti, è come se il perverso avesse avuto, tra altro, la caratteristica del non detto:

“di tutto quel che succedeva quando usciva mamma, non se ne parlava mai ... succedeva e basta. Non ci dicevamo mai nulla ... io e papà ... quando c’era modo, si faceva, e allora si entrava come dentro un’altra storia ... poi era finita la storia e si tornava alla vita normale ... Poi non ne ho potuto mai parlare neanche con mia madre, neanche quando ero incinta e lei sapeva di chi ...”.

Questo fatto avrebbe inciso, nello psichico delle pazienti, anche nel senso della limitazione della possibilità di ascrivere gli affetti legati agli atti incestuosi a categorie di pensabilità, rappresentabilità e quindi elaborabilità e trasformabilità tipiche dello psichismo. Tutto sembrava essere stato reificato, e l’incesto iniziava e finiva con l’atto stesso. In terapia, l’uso appropriato del linguaggio, l’uso diretto, non mediato, verso, pare abbia contribuito ad avviare processi di concatenamento di rappresentazioni dello specifico del vissuto incestuoso il quale, fino ad allora, se veniva descritto, lo era attraverso parole, appunto, reificate e spogliate di legami affettivi. Il non detto avrebbe quindi a più livelli contribuito all’evoluzione dell’organizzazione perversa: dai più superficiali, connessi a conseguenze di dinamiche di connivenza, ai più profondi, relativi ai processi di formazione del mondo interno.
Circa l’evoluzione in senso metapsicologico, il lavoro interpretativo sul transfert di seduzione sembra aver favorito processi elaborativi, con appropriazione di elementi dell’unità soggettivo della struttura psichica (ad es. del super-Io) precedentemente in parte scissi e proiettati, con graduale acquisizione di capacità di controllo intrapsichico delle pulsioni e conseguente progressiva sostituzione di modelli di persecutore superegoico esterno. Il consolidamento dell’Io e la reintegrazione delle esperienze fisiche e psichiche all’interno dell’unità soggettivo, pare aver favorito il passaggio alla depressione come rinuncia all’onnipotenza primaria perverso-polimorfa. Il conseguenziale graduale declino dell’eccitazione incestuosa avrebbe lasciato spazio ad un vuoto pulsionale che sembra sia stato possibile rappresentare nel complessivo vissuto di depressione; vissuto, vuoto, fortemente sostenuto anche dalla difficoltà di sostituzione dell’eccitazione incestuosa con quella per l’oggetto riconosciuto ed affettivamente investito:

“adesso non vado più cercando tutti quegli uomini, come prima, sai, ora col mio ragazzo va, è molto che stiamo insieme e sento, per la prima volta, di volergli bene ... e lui è uno affettuoso, non lo stronzo di turno che mi voleva solo scopare, come prima. Non le nascondo che quello con la Maserati Biturbo se mi guarda mi fa venire voglia di ... di ... non le nascondo che quello mi eccita; non le nascondo che il mio ragazzo non mi eccita: non mi sento attratta da lui ... però gli voglio un gran bene ... spero che non lo tradirò mai ... spero che lei mi aiuterà a trovare la strada per superare questa freddezza del desiderio verso di lui ... spero che si farà qualcosa per questo senso di vuoto ...”.

Dall’ultimo sogno riferito da questa paziente (cinque mesi dopo la precedente comunicazione):
Residuo diurno: “Ieri rientravo a casa e c’era un folto gruppo di giovani pompieri che forse andavano a donare il sangue. Dovevo passare dentro al gruppo. Hanno fatto i soliti commenti da militari”.
Sogno: “scendevo la via di casa e c’era il gruppo di pompieri. Mi metto le cuffie per non sentire i loro commenti, preferisco non sentirli ed ascoltare la musica. Poi c’è una donna che sta insieme ad un uomo di colore, molto bello. Lei mi dice che l’uomo ha un fratello gemello e mi chiede se voglio conoscerlo. Io dico che sono già fidanzata e che il mio ragazzo mi basta”.


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* Tito Baldini
Membro S.I. Ps.I.A.; Membro A.R.P.Ad.
E-mail tito.baldini@fastwebnet.it