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martedì 24 febbraio 2009

L'AIDS IN ITALIA COLPISCE SUBDOLO

38 anni, eterosessuale, sieropositivo e inconsapevole

L’Aids continua a colpire in Italia e diventa sempre più subdolo. Basti pensare che negli anni Ottanta, quando si iniziò a parlare di Aids e la malattia ebbe la sua prima vera esplosione, il 70% dei sieropositivi era rappresentato da tossicodipendenti (età media: 26 anni) che si ammalavano a seguito dell’utilizzo in condivisione di aghi infetti.

Oggi, invece, solo dieci sieropositivi su cento sono tossicodipendenti, tutti gli altri sono individui che conducono una vita apparentemente normale e senza vizi e che si ammalano a seguito di un rapporto sessuale – generalmente eterosessuale – non protetto e che non si accorgono di essere malati fino a quando non è troppo tardi. Il dato emerge da un recente rapporto sulla situazione HIV nel nostro Paese presentato a Roma da Andrea Antinori, direttore del Dipartimento clinico dell'Istituto nazionale malattie infettive Lazzaro Spallanzani.

Il punto più importante di questo rapporto è proprio quello relativo alla mancanza di consapevolezza di essere sieropositivi. Ecco l’identikit del paziente-tipo nel terzo millennio: ha in media 38 anni, è eterosessuale e il pensiero di poter essere sieropositivo sembra non sfiorarlo nemmeno alla lontana, al punto da trasformarsi in veicolo di contagio per anni e anni prima di scoprire di essere malato e di iniziare a seguire una terapia antiretrovirale, che al giorno d’oggi permette alla maggior parte dei pazienti di tenere sotto controllo la malattia e di aspirare a una qualità della vita assolutamente soddisfacente.

Antinori ha spiegato che il 30% dei pazienti scopre di essere malato solo quando l’infezione ha raggiunto una fase avanzata e un quarto dei 120.000 nuovi sieropositivi non ha la minima idea di essere malato.



http://news.paginemediche.it/it/231/la-mela-del-giorno/infettivologia/detail_105069_38-anni-eterosessuale-sieropositivo-e-inconsapevole.aspx?c1=41

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