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martedì 5 maggio 2009

Parla Luca Barbareschi, presentando la sua Fondazione.


Fondazione Luca Barbareschi




“HANNO ABUSATO DI ME ORA AIUTO LE VITTIME”
Parla Luca Barbareschi, presentando la sua Fondazione.


ROMA. Luca Barbareschi, durante l’intervista rilasciata ieri sera, domenica 18 marzo, ad Antonello Piroso nel suo “Niente di Personale” su La7 ha annunciato il proprio impegno di difesa dei bambini vittime di molestie sessuali.
Il 20 Aprile nascerà infatti la “Fondazione Onlus barbareschi”, fortemente voluta dall’attore, anche per un coinvolgimento personale. Barbareschi nella conversazione ha ricordato “la drastica decisione” di recarsi negli stati Uniti presso l’Alcolisti anonimi Americana, per superare il trauma di un abuso sessuale subito durante l’infanzia. Barbareschi ha accettato di raccontare questo suo passato “pesante” dicendo:
“Il problema delle molestie sessuali sui bambini e bambine in Italia va oltre l’immaginazione. Ed è una cosa spaventosa. Lo so, perché l’ho vissuto sulla mia pelle e ho impiegato molti anni prima di riavere di nuovo stima di me stesso”.
Da questa esperienza drammatica l’intento di aiutare altri che hanno vissuto la stessa situazione:
“Nella Fondazione, che gestisco assieme all’Associazione Prometeo di Bergamo, io metterò tutte le mie risorse.
Voglio che questa sia una battaglia importante”.




Barbareschi: «Così salverò i bimbi violati»
Prometeo diverrà il braccio operativo della nascente Fondazione Barbareschi.
di Luciano Gulli - venerdì 20 aprile 2007
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Si chiama così: «Fondazione Luca Barbareschi. Dalla parte dei bambini». Luca Barbareschi è l’attore che tutti conoscono. Bell’uomo con fama di sciupafemmine, intelligente, colto, politicamente controcorrente, essendo uno dei pochi uomini di spettacolo non impaludati nelle acque morte del conformismo di sinistra dove guazzano tutti gli altri tenendosi per la coda. Quasi tutti gli altri.
La Fondazione che porta il suo nome, e che lui ha creato mettendoci un bel po' di passione, un bel po' di denaro, e anche un bel po' di dolore, si presenta oggi alle 19 a Milano, all'hotel Principe di Savoia. Il nome scelto per la sua onlus dice già di che si tratta, senza pindarici o tartufeschi giri di parole. Barbareschi sta dalla parte dei bambini vittime della pedofilia perché lui c'è passato. E sa che vuol dire. E ora - ma ci pensava da un pezzo - gli è venuta voglia di spendersi in prima persona per contrastare (abbattere no, se i numeri che lui cita - spaventosi - sono reali. E temo che lo siano) un fenomeno abietto, indegno. Un fenomeno che dai bassifondi di turpi latitudini mentali legate a un mondo criminale e malato, ma che si pensava circoscritto, si è allargato come una lurida bava venefica e ora dilaga per il mondo grazie (si fa per dire) a Internet.
La Fondazione Luca Barbareschi si occuperà non solo di garantire la tutela di minori offesi, anche sotto il profilo legale, ma anche del recupero di bambini vittime di molestie costretti a vivere in condizioni di degrado sociale o di sudditanza psicologica. «Quando il mostro è dentro casa, e accade spesso - dice Barbareschi - è ancora più difficile. Lì si tratta di intervenire con operazioni chirurgiche di difficoltà estreme. Ci sono casi in cui la madre sa da anni che il marito abusa della figlia e non trova il coraggio di denunciarlo. E se lo fa rischia di imbattersi, come è accaduto, in un giudice che assolve dicendo che il padre incriminato era affetto da sonnambulismo». Alla presentazione della Fondazione Barbareschi ci saranno funzionari dell'Fbi, di Scotland Yard e della polizia italiana. Perché il cancro infetta ormai vaste aree del pianeta.
Lei sostiene che il giro d'affari legato alla pedofilia ha superato in Italia quello della droga. Possibile?
«Consideri questo dato. Ogni sito pedopornografico rende in media fra gli 80 e i 90mila euro al giorno. Per scaricare una foto da questi siti si spendono anche 300-400 euro. Ora lei sa quanti sono questi siti, in Italia e in giro per il mondo? Decine e decine di migliaia. Pensi che in Olanda vogliono addirittura fondare un partito a favore della pedofilia. Ecco, a me sta a cuore questo aspetto: aiutare la gente a spezzare il muro della vergogna, dell'imbarazzo, a denunciare il malaffare».
Ammetterà che non è facile.
«Lo so, è maledettamente difficile. Spesso, chi è vittima dei pedofili, o chi è testimone diretto di casi di pedofilia rilutta a sporgere denuncia perché ritiene la cosa denigratoria della propria persona. Pensa di restarne segnato, infangato a sua volta. Io posso invece testimoniare il contrario».
Lei ha raccontato una volta, in televisione, di essere stato molestato da bambino. Vuol raccontare come andò?
«Accadde in due occasioni. La prima quando avevo 8 anni, in un istituto retto da religiosi, a Torino. La seconda quando ero più grande, alle medie, in quella che passa per la migliore scuola "cattolica" di Milano, e dalla quale aspetto ancora scuse formali».
Chi era il suo molestatore?
«Il mio padre spirituale. Ovvero il sacerdote che era anche il mio confessore. Il massimo del tradimento, come vede, visto che il soggetto in questione aveva accesso alla mia anima, ai miei sentimenti più riposti. Era la stessa scuola, quella di Milano, in cui gli allievi venivano presi per le orecchie, fino a fargliele sanguinare, o in cui si amministravano ceffoni perché il malcapitato, a mensa, aveva fatto rumore giocherellando con il coltello e la forchetta sul piatto».
Quanto le è costato superare quel disagio?
«Un prezzo altissimo. Mi sentivo sporco dentro, inadatto al mondo. Per molto tempo, negli anni della formazione, ho pensato che non sarei stato capace di recuperare una dimensione di equilibrio. Anche solo l'idea di affermarmi professionalmente, di trovare un mio ruolo sembrava impraticabile, difficile, illusoria».
Perché ha dato il suo nome alla fondazione?
«Perché voglio che resti testimonianza di uno che ha avuto il coraggio di alzare la testa in un Paese in cui molti la abbassano. Sa, il nostro è un Paese di servi. Siamo quelli descritti da Tolstoj in Guerra e pace: gente disposta a dare anche la propria moglie agli invasori per un posto da fattorino, da usciere. Dignità: zero. Sarà dura, ma bisogna che la gente cominci a realizzare che il posto di chi sbaglia è la galera».


ROMA. Luca Barbareschi, durante l'intervista rilasciata, domenica 18 marzo, ad Antonello Piroso nel suo "Niente di Personale" su La7 ha annunciato il proprio impegno di difesa dei bambini vittime di molestie sessuali.
Il 20 Aprile è nata infatti la "Fondazione Onlus Barbareschi", fortemente voluta dall'attore, anche per un coinvolgimento personale. Barbareschi nella conversazione ha ricordato "la drastica decisione" di recarsi negli stati Uniti presso l'Alcolisti anonimi Americana, per superare il trauma di un abuso sessuale subito durante l'infanzia. Barbareschi ha accettato di raccontare questo suo passato "pesante" dicendo: "Il problema delle molestie sessuali sui bambini e bambine in Italia va oltre l'immaginazione. Ed è una cosa spaventosa. Lo so, perché l'ho vissuto sulla mia pelle e ho impiegato molti anni prima di riavere di nuovo stima di me stesso".
Da questa esperienza drammatica l'intento di aiutare altri che hanno vissuto la stessa situazione:
"Nella Fondazione, che gestisco assieme all'Associazione Prometeo di Bergamo, io metterò tutte le mie risorse.
Voglio che questa sia una battaglia importante".
La "Fondazione Onlus Barbareschi", come abbiamo già riportato nel nostro sito, è stata tenuta a battesimo, con la presenza del noto attore, al V convegno Internazionale "Pedofilia Oggi", tenuto a Boario Terme dalla Associazione Prometeo onlus, da quasi 10 anni in prima linea nella lotta alla pedofilia.
Tratto da: IGN-NEWS.


Vi segnaliamo infine questo link dove troverete Luca Barbareschi leggere un breve passo del libro Predatori di Bambini di Massimiliano Frassi:
http://www.radiomontecarlo.net/RMC_04/on_air/rubriche/rush_hour/index_leggio_html
http://www.associazioneprometeo.org/pilot.php?action=new_pg&cl=6&ip=159&iv=159&im=188

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