ARTICOLI E NOTIZIE SULL'INCESTO E LA PEDOFILIA E COME COMBATTERLI.

giovedì 27 marzo 2008

SPAGNA: HA CONFESSATO IL PEDOFILO-ASSASSINO

CUENCA (Spagna) - Santiago G. ha confessato di essere l'omicida della piccola rom Mari Luz Cortés, cinque anni, figlia del pastore protestante gitano Juan Josè Cortes.

L'uomo, accusato del rapimento e della morte della bambina, si difende sostenendo che la bambina è caduta accidentalmente mentre lo seguiva di sua volontà.
Il padre della bambina, ha avuto conferma dei suoi atroci sospetti, in quanto Santiago, con precedenti per abusi su minori, era stato subito indicato come il presunto colpevole.

La bambina era sparita il 13 gennaio, mentre comprava le caramelle in un chiosco vicino a casa. Il giorno dopo Santiago e la moglie avevano lasciato il paese; il corpo della bambina era stato ritrovato il 7 marzo, presso la baia di Huelva. [sr]
http://www.evangelici.net/notizie/1206546754.html

martedì 25 marzo 2008

FBI CONTRO LA PEDOPORNOGRAFIA

Leggo dalle News di ZEUS

** FALSI VIDEO PER ADESCARE I PEDOFILI **
Editoriale - L'FBI fa circolare link a falsi video
pedopornografici e poi arresta chiunque vi clicchi. La Rete si
interroga: è lecito agire così?
>> di Matteo Schiavini
http://www.zeusnews.it/news.php?cod=7179

cìè chi si domanda se sia lecito?

E' l'unico modo a mio avviso per indurli ad uscire allo scoperto.- Od a levare loro il vizio per paura di essere presi.-

Anche se non basta.-

mauro

martedì 11 marzo 2008

VOGLIONO LEGALIZZARE L'INCESTO! BESTIE !

30/11/99, 00:00:00Nella depravata Europa e negli Stati Uniti vogliono legalizzare l'incesto
I casi di Germania e Stati Uniti. L'incesto non è vietato in Belgio, Olanda e Francia.Strali si erano abbattuti su mons. Bagnasco dopo che aveva detto che il principio che introduce i Dico, se si basa solo sul desiderio e il consenso dei soggetti coinvolti, porta inevitabilmente, da un punto di vista logico, alla legalizzazione dell'incesto. E aveva ragione.Scalpore aveva fatto in tutto il mondo il caso di fratello e sorella in Germania, che a loro dire si amano, e che sono pronti a portare il loro caso davanti alla Corte Costituzionale Tedesca affinchè l'antica legge che proibisce l'incesto sia abolita. Hanno trovato consenso anche tra alcune forze politiche come il Partito verde tedesco VITA.Il loro legale è sicuro di vincere e baserà la linea di difesa sul fatto che la legge è antica ed è bastata sull'"igiene razziale", ed inoltre che il divieto viola i diritti di famiglia e di "libertà sessuale".C'è da dire che nella vecchia e depravata Europa l'incesto non è vietato in Paesi come Olanda, Belgio e Francia.Contemporaneamente negli Stati Uniti verranno attaccate le le leggi conro l'incesto. Ne parla ampiamente Time. L'attacco sarà portato davanti alla Corte Suprema da un uomo dell'Ohio, condannato per incesto con la figliastra di 22 anni. Gli avvocati di Paul D Lowe sosterrano la liceità della relazione con un precedente della Corte Suprema "Lawrence vs. Texas", che ha eliminato le leggi contro la sodomia del Texas, perchè un atto consensuale tra adulti non può essere criminale.Il giudice della Corte Suprema Antonin Scalia ha dichiarato il suo dissenso contro questo precedente della Corte e di essere contrario a leggi che ammettano bigamia, matrimoni omosessuali, incesto, prostituzione, bestiaità e oscenità. Infatti il precedente Lawrence vs. Texas è stato usato nei tribunali ordinari per promuovere la vendita di giocattoli sessuali, la poligamia e l'adozione dei bambini da parte delle coppie omosessuali. Ma fino adesso, per fortuna, i giudici hanno rifiutato l'estensione del precedente della Corte a questi casi.Fonti: Corriere della Sera 28 febbraio 2007 e Time 5 aprile 2007

DA STRANO CRISTIANO



28 febbraio 2007
Hanno già quattro figli, di cui due disabili
Il caso d'incesto che divide la Germania
Patrick e Susan Stübing chiedono l'abolizione della legge che definisce criminale il matrimonio fra fratello e sorella
LIPSIA - Sono fratello e sorella ma si amano e sono pronti a portare il loro caso davanti alla Corte Costituzionale tedesca affinchè l'antica legge che proibisce l'incesto sia abolita. E' la storia di Patrick Stübing e di sua sorella Susan, entrambi di Lipsia, rispettivamente 29 e 24 anni, che in questi giorni sono sulle pagine di molti giornali tedeschi: Patrick e Susan hanno iniziato una relazione nel 2000 e oggi hanno 4 figli, tre dei quali adesso sono in affidamento
STORIA - La loro storia d'amore non è così chiara e lineare, come potrebbe apparire in un primo momento: i due infatti hanno vissuto la loro infanzia divisi nella Germania dell'Est comunista e si sono conosciuti quando erano già grandi. Patrick fu adottato da un'altra famiglia e conobbe i suoi parenti biologici non prima del suo diciottesimo anno di età. Il suo vero padre era già morto, ma egli riuscì a trovare la madre, Annemarie e sua sorella Susan solo nel 2000. Sei mesi dopo la riunione la madre Annamarie morì per un attacco di cuore. Presto Susan e Patrick s'innamorarono e cominciarono ad avere una relazione
AMANTI - Adesso però i due amanti sono stanchi di essere trattati come criminali e hanno annunciato domenica scorsa che porteranno il loro caso davanti alla Corte costituzionale tedesca per cercare di far abolire una legge «vecchia di 100 anni» che dichiara crimine l'incesto: «Vogliamo che la legge che presenta l'incesto come un crimine sia abolita» ha specificato Patrick Stübing che ha passato due anni in carcere e adesso rischia un ulteriore pena proprio perchè non ha messo fine alla relazione con sua sorella. «Non ci sentiamo colpevoli di quello che è accaduto» hanno affermato tutti e due in una dichiarazione rilasciata ai media locali.
DIVISIONE - La storia ha diviso non solo la Germania, ma anche i Paesi vicini, come il Belgio, l'Olanda e la Francia, dove l'incesto non è proibito per legge. La maggior parte dei dottori che si è interessata al caso però ha sottolineato che sebbene la loro storia sia comprensibile è giusto rispettare le regole della natura: infatti come dimostra la loro storia i figli nati da fratelli e sorelle hanno maggiori possibilità di presentare malformazioni e malattie. Due dei figli di Patrick e Susan sono disabili. Tuttavia alcuni politici e esperti legali sono critici nei confronti della legge che era parte della politica «dell'igiene razziale» promossa dai nazisti: «Noi dobbiamo abolire una legge che appartiene al secolo scorso e che non ha più senso» ha detto Jerzy Montag, portavoce del Partito verde tedesco VITA - «Vogliamo vivere come una famiglia normale» hanno dichiarato i due amanti, mentre il loro legale, Endrik Wilhelm, che porterà il loro caso davanti alla Corte Costituzionale, dice che i due hanno buone possibilità di vincere la loro battaglia. Egli imposterà la sua linea di difesa specificando che nessuna legge tedesca proibisce a persone anziane o disabili di avere bambini, anche se queste corrono seri rischi di generare figli con malformazioni fisiche e mentali. Anche i fratelli e le sorelle, a questo punto, dovrebbero avere gli stessi diritti e non essere discriminati: «Questo è una questione che interessa sia i diritti della famiglia sia la libertà sessuale» afferma l'avvocato Wilhelm. «Susan e Patrick non hanno fatto del male a nessuno».
Francesco Tortora

DAL CORRIERE DELLA SERA








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ORRORE ANCHE IN ITALIA PERSONE VOGLIONO L'INCESTO LEGALE-LEGGETE QUESTO INTERESSANTE BLOG

l’incesto e la libertà di scelta individuale…Posted by Biagio - 28/02/07 at 07:02:28 am
2 blog reactions
La notizia è apparsa ieri sul corriere.it che l’ha così titolata: Il caso d’incesto che divide la Germania. In Germania, infatti, si è aperto il dibattito sulla depenalizzazione dell’incesto (reato già depenalizzato in Olanda, Belgio e Francia) per la storia di Patrick Stübing e di sua sorella Susan, entrambi di Lipsia, rispettivamente 29 e 24 anni: Patrick e Susan hanno iniziato una relazione nel 2000 - prima non si conoscevano - e oggi hanno 4 figli (tre di questi bambini sono handicappati) , tre dei quali adesso sono in affidamento.«Con l’aumentare della consanguineità tra i genitori - leggo su Wikipedia - aumenta la probabilità della comparsa di malattie ereditarie rare recessive»: sembrerebbe quindi che la legge tenda a tutelare la prole dei rapporti incestuosi che - biologia vuole - hanno una maggior probabilità di presentare malformazioni. Il legale dei due fratelli porterà il caso davanti alla Corte Costituzionale basando la linea di difesa proprio sul problema legato ai rischi genetici. Se è vero, infatti, che i figli nati da rapporti tra fratelli e sorelle hanno maggiore probabilità di presentare malformazioni e malattie genetiche e se è vero - com’è vero - che nessuna legge proibisce a persone anziane, o disabili, o portatori sani di malattie genetiche, di avere bambini (anche se per questi è alta la probabilità di nascere con malformazioni) ne consegue che la proibizione dei rapporti incestuosi rappresenta un limite alla libertà sessuale. Poichè tale limite non viene imposto in analoghe situazioni di rischi per il nascituro, si può concludere che la legge che dichiara crimine l’incesto ( «vecchia di 100 anni» dicono i sostenitori dell’innocenza di Patrick e Susan ), si fonda su un tabù morale. Nel divieto d’incesto imposto per legge (non conosco cosa dice esattamente la legge tedesca, in Italia la cosa è leggermente diversa) c’è, stando a quanto afferma il legale di Patrick e Susan, una forma sfumata di eugenetica: vietando l’incesto a causa dell’alta possibilità che vengano generati figli portatori di handicap si compie un’operazione di selezione ereditaria positiva.Premesso che in Italia -come dicevo prima- la situazione legislativa è leggermente diversa (il codice penale stabilisce la reclusione per chiunque commetta incesto purché ne derivi scandalo pubblico ) mi chiedevo se una proposta volta alla depenalizzazione dell’endogamia potesse essere o no accettata. La contraddizione che l’avvocato dei due fratelli pone in risalto è estremamente spinosa: chi, tra i cattolici, si è battuto contro la diagnosi preimpianto avrebbe, secondo me, qualche imbarazzo ad accettare l’incesto, o sbaglio?Sotto quest’aspetto, a mio parere, è la libertà di scelta individuale l’unica via che può evitare contraddizioni: finché, appunto, la scelta rimane libera, personale e consapevole (libertà per fratello e sorella di generare figli; libertà di generare figli anche in presenza di un elevato rischio di prole disabile o malata; libertà di ricorrere alle tecnologie che permettono di evitare di generare figli disabili e malati; libertà di affidarsi al caso o al destino, o, per chi ci crede, a Dio) non può esservi alla base alcun progetto eugenetico.
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February 28, 2007 In Notizie, Pensieri sparsi, Politica

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Sono perfettamente d’accordo. Io ho una zia lontana che si è sposata con un suo cugino di primo grado e hanno due figli, uno dei quali è ritardato. Purtroppo la probabilità di procreare bambini malati è elevatissima, ma credo che se l’amore è forte e la scelta è consapevole, allora l’incesto è un diritto…
Comment by kindlerya — 28 February 2007 #

Lo ripeto: il mio era un puro e semplice ragionamento. L’incesto, in italia, è un reato. Tra l’altro il divieto si basa non su considerazioni di tipo genetiche (alta probabilità di prole con malformazioni) ma, bensì, sul concetto di scandalo pubblico. Era però interessante riflettere sul fatto che facendo riferimento a quanto afferma il legale dei due fratelli-amanti essere contro l’incesto e contro l’eugenetica non erano posizioni compatibili…Il matrimonio tra primi cugini, invece, è sottoposto a restrizioni ma non è reato.
Comment by raucci — 28 February 2007 #

mmm… non sono mica d’accordo col rapporto sessuale tra due persone appartenenti alla stessa famiglia.. ma se questi ragazzi non sapevano del legame che li univa, io non sarei in grado di dire che sono colpevoli… io li perdonerei… anche se dopo la nascita del secondo figlio handicappato io avrei insospettito qualcosa… e avrei chiesto al dottore di fare degli accertamenti… in Venezuela è un reato e rimarrà tale per moooolto tempo… se non è nemmeno permesso abortire….
Comment by Shaindel — 4 March 2007 #

Shaindel io non so se i due, all’inizio del loro raporto, sapessero o meno di essere fratello e sorella (credo di si, ma non posso affermarlo) ma il problema, secondo me, è marginale. C’è una legge che vieta l’incesto e -a quanto pare - limita la libertà sessuale reprimendo l’atto con il carcere. Sarà - quello del rapporto sessuale tra familiari maggiorenni e consensienti - anche un comportamento non condivisibile (e in effetti, per certi aspetti, lo è) ma prevedere il carcere per reprimere un tale “reato” è, mi chiedo, condivisibile?
Comment by raucci — 4 March 2007 #

Io sono per la depenalizzazione perché penso che sia giusto lasciare la libertà anche a chi decide di amare il proprio fratello o la propria sorella, l’importante è che ci sia la consapevolezza di ciò che si sta facendo. D’altra parte però penso che in una persona sana la passione sarebbe bloccata dal fatto, appunto, che si tratta di fratello o sorella.
Comment by Lela — 9 March 2007 #

Scusate, basta fare l’inseminazione eterologa. Se fratello e sorella vogliono vivere assieme liberi di farlo (come pure due gay o due lesbiche), basta fare l’inseminazione ETEROLOGA. Ovvero la sorella viene inseminata da un seme di persona diversa dal fratello oppure mediante adozione. Idem per le lesbiche.Per quanto riguarda i gay, suggerisco l’adozione gay.
Comment by Veronica — 6 April 2007 #

Per vostra informazione vivo con mia sorella da cinque anni. Abbiamo avuto un bambino mediante inseminazione eterologa fatta a Chiasso. Siamo contenti di essere una coppia. Ora pretendo il riconoscimento (come si è fatto per gli homosessuali) che non concepisco. Ok l’incesto etero, ma non l’homosessualità; quest’ultima è contro natura
Comment by Federic — 6 April 2007 #

Se l’incesto è scandaloso, allora l’homosessualità lo è ancora di più. Vedere due uomini baciarsi, mi fa schifo!
Comment by viviana — 6 April 2007 #

Basta fare la fecondazione eterologa e puoi vivere anche con tuo fratello.Ha ragione il legame, allora vietiamo anche i rapporti tra persone anziane o con epilessia. In questo caso il 95 % dei figli nasce con handicap. Meglio l’adozione o la fecondazione eterologa. Idem per le lesbiche e per i gay.
Comment by viviana — 6 April 2007 #

beh io penso che l’amore sia la forza più importante che esista…non si decide di chi annamorarsi o come innamorarsi succede e basta…basta essere consenzienti e sapere i rischi a cui si va incontro..che poi non è nemmeno detto che succedano questi rischi…e poi come avete detto c’è sempre la fecondazione eterologa o le adozioni quindi uomini e donne di tutto il mondo…non dovete avere paura di amare!!!! l’amore è una cosa bellissima in qualsiasi forma sia…
per chi dice“Vedere due uomini baciarsi, mi fa schifo!” oppure “l’omosessualità è contronatura”ribatto che ognuno ha il diritto di pensarla come vuole…quindi è inutile che io dica che secondo me queste persone sbagliano però invito le persone a documentarsi meglio su un universo che evidentemente (dato che dicono certe cose) non conosco abbastanza….perchè l’omosessualità non è contronatura…ma in realtà è molto naturale…com’è naturale l’incesto…in natura sono comuni entrambi..anzi molto comuni, possiamo dire che sia il divieto dell’incesto sia il divieto dell’omosessualità sono solo delle regole umane…e non di certo regole dettate dalla natura!!!!!se la gente iniziasse a capire un po più queste cose elementari forse la società andrebbe un po meglio!!!! chi lo sa
cordiali salutiStefano
Comment by Stefano — 21 April 2007 #

No. Non ci siamo proprio. L’incesto presso le antiche e nobili famiglie era in uso per non permettere una evetuale perdita della razza primordiale. E proprio la storia ci insengna che l’indebolimento della razza egiziana nobile e la conseguente caduta dell’impero derivò in parte anche da questo. Il popolo ebraico ebbe la meglio anche perchè era più forte, le donne ebree partorivano figli sani senza l’aiuto delle ostetriche.
I popoli più forti hanno fatto uso della eterogamia da subito. Gli ottomani, ad esempio, non sposavano mai le loro donne presso la stessa tribù. Per rendere la razza sempre più virile, forte.
Tutte queste grandissime stronzate sull’amore libero lasciano il tempo che trovano. L’incesto è un tipo di amore perverso e pervertito…frutto di una degenerazione mentale, a volte genetica.Due fratelli che si sposano sono da biasimare in primo luogo non solo perchè si amano, ma perchè sanno PERFETTAMENTE che metteranno al mondo bambini destinati a soffrire e a sentirsi emarginati, ben venga la fecondazione eterogama, ma come reagirà il bambino quando saprà che i suoi genitori sono fratelli?
Potrei farvi lo stesso discorso per l’omosessualità. Ammetto l’amore tra persone dello stesso sesso, ma non accetto l’adozione. Perchè è giusto che un bimbo cresca nella normalità di una famiglia etero, con tutti i pro e contro che ne derivano.
Dio creò Adamo ed Eva, non Giovanni e Antonio.Dio bruciò Sodoma e Gomorra.
Lo sanno pure gli atei come me…che nonostante tutto sperano e credono in un mondo miglore.
Comment by Samiria79 — 13 July 2007 #

Premetto che ho letto solo i primi e gli ultimi messaggi del thread… secondo me si stanno confondendo due cose che nella nostra societa` moderna sono (finalmente) separate: fare sesso e fare bambini.
La liberta` sessuale e` un sacrosanto diritto, qualsiasi individuo deve avere il diritto di fare sesso con qualsiasi altro individuo, purche` consenziente, senza alcun limite di sesso/eta`/parentela o quant’altro.
La liberta` di fare figli e` tutt’altra questione (mi ricollego ai primi messaggi del thread) in particolare NON si ha il diritto di fare male agli altri e siccome procreando consapevolmente un handicappato si condanna una persona a una vita intera di infelicita` (oltre le persone che lo dovranno accudire), capovolgo l’affermazione iniziale dicendo che non solo fratelli e sorelle non dovrebbero procreare, ma nemmeno chiunque sia portatore di malattie genetiche o geneticamente trasmissibili. Se questo si chiama eugenetica, ben venga l’eugenetica.
Quindi tornando al discorso iniziale, se fratelli e sorelle (consenzienti) vogliono fare sesso tra loro lo facciano pure, ma che non facciano figli!
E guardate che, da quel poco che trapela, i fratelli e sorelle che fanno sesso devono essere tanti, ma proprio tanti! Solo che non lo raccontano in giro….
Comment by Pensiero Libero — 10 November 2007 #

Certo, se noi fossimo animali sarebbe tutto diverso. Nascondersi con la scusa “in nautura succede” mi pare parecchio infantile. Mi sembra che l’uomo si differenzi dagli animali, o no? E mi sembra che oltre agli istinti siamo pure dotati di cervello, o no?
No. Considerando la marea di puttanate colossali che leggo sopra il mio post..direi proprio che ci sono uomini che preferiscono vivere come animali. Contenti voi…poi non venite a rompere i maroni che i vostri figli sono degli squilibrati sociopatici. Perchè è tutta colpa vostra e della vostra “natura”.
Comment by Samiria79 — 4 February 2008 #

Sono anni che studiamo l’incesto.Non vogliamo parlare deimatrimoni tra cugini, che non viene classificato come incestuoso vero.I casi che portano conseguenze psicologichee traumatiche, riquardano genitori e figli, nonni e nipoti,zii e nipoti, tra fratelli e fratelli e sorelle, pare che esistinorelazioni erotiche vissute come gioco durante l’infanzia.Ci sono molti casi di fratelli che diventano amanti, in Francianon è più condannato l’incesto conseziente dal tempo di Napoleone.In Svezia è consenito ai fratelli sposarsi se hanno solo ungenitore in comune.Comunque i casi di incesto consezienteè comune nei malati di mente, come anche chi commettel’incesto violento contro un consaguineo è una personaalterata mentalmente, infatti i padri incestuosi sonoin genere alcolizzati o drogati.Un vero fratello e una vera sorella se si vogliono bene come tali,mai diverrebbero incestuosi anche se praticassero il nudismo.Degli studi fatti in USA hanno dimostrato che fra consanguinei sani non esiste attrazione sessuale, anzi c’è ansia e la paurache questo accadi, cioè c’è un forte rifiuto verso questa perversione.Naturalmente come c’è la perversione zoofila,necrofila, sado-maso, feticista, ci sono persone di ogni gradosociale che sono incestuose. Ragazzi mettiamo dei paletti,l’incesto uccide chi lo subisce, ci sono tante testimonianze,libri, riviste psichiatriche, notizie, informatevi di come soffreuna ragazza violentata dal padre o dal fratello o un ragazzo violentato dal padre o da nonno e altro ancora.Solo il pensiero che dei parenti stretti si attraggono sessualmentea noi fa venire il vomito. L’incesto lasciamolo agli animali,se non vogliamo tornare primitivi e bestiali !
Comment by CENTRO ANTI-BLASFEMIA — 12 March 2008 #


http://www.raucci.net/2007/02/28/lincesto-e-la-libert-di-scelta-individuale/

lunedì 10 marzo 2008

GERMANIA : TURISTI SESSUALI E ABUSI SESSUALI SUI MINORI

Sfruttamento sessuale dei bambini nel turismo a scopo di lucro
La Germania, come la maggior parte dei paesi dell’Europa Occidentale, è un “paese d’origine” di questo problema. Vale a dire, molti dei viaggiatori che vanno all’estero hanno lo specifico scopo di andare in cerca di prestazioni sessuali. Secondo stime prudenziali basate su un studio non ufficiale del Ministero della Salute Tedesco nel 1995, questo è il caso di 200.000 – 400.000 tedeschi all’anno. Molti di questi sono pedofili, che vanno all’estero con lo scopo di sfruttare sessualmente i bambini dei paesi di destinazione. Sempre secondo le stime dello studio, ciò avverrebbe per 2.400 – 4. tedeschi all’anno.

In Germania l’abuso sessuale sui bambini non è direttamente connesso al turismo. Quelli che in Germania abusano sessualmente di bambini provengono in maggioranza dalla famiglia degli stessi. Secondo i dati statistici della polizia sulla criminalità, ogni anno vengono denunciate circa 20.000 persone per abuso sessuale su minori. La cifra non rilevata dalle statistiche, come spesso succede, è significativamente maggiore. Stime del Ministero della Famiglia tedesco calcolano che questo dato sommerso sia pari a 50.000 - 300.000 casi l’anno.

Un ulteriore problema è la tratta di esseri umani in Germania, considerata sia come paese di destinazione che come paese di transito per le vittime di tale commercio. La maggior parte delle vittime sono donne e ragazze tra i 16 ed i 25 anni, obbligate a prostituirsi. In base alle statistiche della polizia, meno dello 0,5 % delle vittime sono uomini o ragazzi. Organizzazioni non governative calcolano che il numero di donne e ragazze fatte entrare o transitate clandestinamente nel paese siano ogni anno svariate decine di migliaia, i numeri variano però considerevolmente. Il Centro delle Nazioni Unite per la Prevenzione Internazionale del Crimine ha rilevato che la Germania è il paese di destinazione preferito in cui vengono introdotte clandestinamente le vittime della tratta di esseri umani. Secondo i dati dell’UE, oltre 120.000 persone l’anno vengono fatte entrare nella Repubblica Federale.
Di queste, l’87 % proviene dall’Europa orientale e dai paesi dell’ex Unione Sovietica, soprattutto da Russia, Polonia, Ucraina, Repubblica Moldava, Lituania, Slovacchia, Lettonia, Bulgaria e Repubblica Ceca. Spesso le bande criminali trasferiscono in un altro paese le donne che sono state precedentemente arrestate ed espulse da un paese europeo. Le vittime non europee provengono in prima linea dall’Africa e dall’Asia.

Legislazione
Fin dal 1993, i casi di abuso sessuale su bambini commessi da tedeschi negli altri paesi possono essere processati e puniti in Germania. Ciò è applicabile anche se le leggi del paese straniero non siano state violate.
La Germania ha ratificato la Convenzione delle Nazioni Uniti sui Diritti del Bambino il 14 Settembre 1990 e si è impegnata a proteggere i bambini contro tutte le forme di sfruttamento ed abuso sessuale.

HIV / AIDS
Alla fine del 2003, secondo stime di UNAIDS e OMS, erano 43.000 le persone infette da HIV in Germania. Lo stesso anno circa 1.000 tedeschi sono morti a causa delle conseguenze del virus. Motivo di preoccupazione deriva dal numero crescente di nuove infezioni nel 2004 soprattutto fra i giovani.

L'INCESTO IN EUROPA

In molti paesi del mondo si diffonde la pedofilia e l'incesto.
In Europa non stiamo meglio,riguardo all'incesto, ecco che in Svezia
un fratello e un sorella con un solo genitore in comune si possono sposare.
In Svezia agiscono degi ebrei Franchisti Polacchi che favoriscono l'incesto.
In Francia chi ha rapporti incestuosi con il consenso non è punito, è così
dal tempo di Napoleone.Ecco poi una notizia a cui non crederai,
il ministro della famiglia tedesco ha fatto un libro con cui chiede ai padri
di masturbare le figlie da uno a sei anni, perché questo stimolo alla
clitoride e alla vagina renderebbe le bimbe orgogliose del loro sesso.
La polizia tedesca fa sapere che questo abuso incestuoso-pedofilo
richiedeva la punizione, ora è legale, cioè il governo sta legalizzano
l'incesto e la pedofilia ,i medici e gli psicologi dicono che questo
è uno chiaffo a tutte le donne e le bambine che sono in cura dopo
essere state traumatizzate dagli abusi del padre incestuoso.
Ecco questa è l'Europa, dove la pedofilia e il turismo sessuale
sono in aumento, dove nella Republica Ceca si è creato il centro
della prostituzione infantile e della produzione di pedopornofilia,
e i maggiori clienti sarebbero i tedeschi.Gli svedesi invece vanno
in Tailandia con bambini prostituti, e perfino loro stessi gli svedesi,
si vedono in giro nelle piazze tailandesi a prostituirsi con donne
e uomini.
Dal Centro anti-blasfemia

ECCO COME IL TURISMO SESSUALE UCCEDE BAMBINI

FILIPPINE MUORE UNA BAMBINA A CAUSA DEL TURISMO SESSUALE.

Una bambina di circa 12 anni, Rosario Burgos Baluyot, muore per le gravi conseguenze subite in seguito ad un rapporto sessuale avuto con uno straniero 5 mesi prima. Quando è portata in ospedale priva di sensi e operata, viene asportato un vibratore rotto di circa 9 cm di lunghezza, largo come una batteria, con un orlo frastagliato nella parte rotta ed una vite arrugginita appesa ad un lato.L'indignazione della popolazione locale nei confronti degli stranieri, liberi di spadroneggiare senza pagare mai per le conseguenze delle loro azioni, esplode dando luogo ad un forte movimento popolare di opinione, che dichiara guerra aperta allo sfruttamento sessuale dei bambini filippini

TURISMO SESSUALE ORGANIZZATO

Voli charter per il turismo sessuale?
Le industrie del viaggio e del sesso hanno molti interessi comuni nel voler trasformare il mondo in gigantesco parco del piacere. Radicato nell'antico universo della prostituzione, il turismo sessuale si estende allo stesso ritmo della crescita della mobilità e della globalizzazione del turismo. Nei paesi in cui la costante è la povertà, colpisce centinaia di migliaia di esseri umani, fra cui una parte non indifferente di bambini.
di FRANCK MICHEL*
Dopo il turismo classico, è arrivato il momento che anche il turismo sessuale conosca una «democratizzazione». Si osserva, sempre più, lo sviluppo di una prostituzione «à la carte», tendenza che segue quella dei viaggi organizzati...Ormai non è più raro incontrare, a Phuket o a Ko Samui, per menzionare il caso della Tailandia, un viaggiatore occidentale con, aggrappata al braccio o dietro sulla moto, una «girlfriend», appellativo ufficiale e più accettabile di prostituta, affittata a settimana o a mese. Il turismo sessuale conosce un effetto valanga che lo preserva dalla massificazione. Rimanendo in Tailandia, i nuovi clienti sono sempre più giovani occidentali alla ricerca di avventura e emozioni forti.Prendono a poco a poco il posto dei vecchi turisti tedeschi, giapponesi o americani, che a loro volta avevano rimpiazzato i militari impegnati nella guerra del Vietnam. Una nuova clientela compare sulle spiagge e nei bar: malesi, cinesi, sud-coreani... La prostituzione «turistica» è tristemente presente in molti paesi del Sud: le ragazze (come anche i ragazzi) sono giovani, povere e poco istruite, per questo facilmente sfruttabili. Entrano, in modo più o meno obbligato, nel mondo della prostituzione, «mestiere» che non hanno alcun desiderio di esercitare. Alla ricerca del sesso facile e a buon mercato, i turisti sessuali stranieri affluiscono in cerca di carne giovane, disponibile e sottomessa. Molti di loro, per mettersi la coscienza in pace, trovano mille ragioni per persuadersi che non stanno abusando della miseria di queste giovani. Non fanno che aiutarle, sostenerle, contribuendo allo sviluppo del loro paese...In questi stati, in seguito all'incremento del turismo di massa, il settore informale della prostituzione si è sviluppato con l'arrivo crescente dei turisti solitari. Oggi possiamo stabilire una sorta di cartografia del turismo sessuale: le donne vanno a Goa in India, in Giamaica, in Gambia, mentre gli uomini preferiscono i paesi del sud-est asiatico, il Marocco, la Tunisia, il Senegal, la Repubblica Dominicana, Cuba, Panama, Suriname, Messico, senza dimenticare il Brasile, dove si calcola che non meno di 500.000 bambini siano finiti nella prostituzione (1). Il turismo sessuale di massa, inoltre, si sviluppa di pari passo all'universo della mobilità del turismo. Per molti occidentali rappresenta una nuova forma di colonizzazione, adattata alla nostra epoca. Alcuni di loro vorrebbero stabilire ad ogni costo una distinzione tra prostituzione forzata e prostituzione volontaria o «libera». Con il pretesto che, in alcune città del Nord - o in alcune enclave fortunate o benestanti dei paesi diseredati - la prostituzione di lusso, detta «libera», potrebbe in alcuni casi permettere alle ragazze (scappate dalle violenze dei protettori) di «disporre liberamente del proprio corpo». In cambio, essi ammettono che nella maggior parte dei paesi del Sud - ma anche nelle enclave di miseria dei paesi del nord e dell'est - la prostituzione sia ancora un'attività esercitata per costrizione (prossenetismo, violenze, stupri) (2). Ma come combattere la prostituzione nei paesi poveri del sud, se ancora si pensa che nei paesi ricchi del nord sia il risultato di scelte individuali?Altri insistono perché non si confonda la prostituzione minorile con la prostituzione adulta. Una distinzione che alla lunga appare sospetta. Più si è d'accordo nel condannare l'abuso sessuale sui bambini, più l'abuso sugli adulti (donne e uomini) finisce per essere accettato come una deriva quasi inevitabile del mondo in cui viviamo.La prostituzione minorile è ripugnante per tutti, mentre ognuno, in fondo, finisce per adattarsi alla prostituzione «classica».Anche le donne complici In una simile atmosfera, il turista sessuale si ritrova in qualche modo deresponsabilizzato e sottratto al senso di colpa. Tanto più che questa pratica fa affidamento sulle «classiche» industrie del sesso: pornografia e prostituzione. Un tipo di prostituzione che corrisponde alla traduzione pratica di ciò che propone la pornografia (3). I due universi si accordano per strumentalizzare gli esseri umani e commercializzare i corpi. Per di più, grazie agli strumenti mediatici e pubblicitari, viene spianato il terreno al riconoscimento ufficiale dell'industria del sesso. La violenza sessuale viene celebrata nello stesso momento in cui tutti i media la ostentano, se non altro per denunciarla. Paradosso e confusione, immagini della nostra cultura porno chic e soft, che inneggia alla dominazione del maschio, nell'ora in cui la sua virilità sembra messa in dubbio.La richiesta sessuale è incoraggiata e stimolata da un'offerta sempre più allettante. Il mercato si estende e si diversifica: l'internazionalizzazione dell'offerta, con ragazze sempre più giovani, provenienti dai quattro angoli del globo, attira sempre nuovi clienti (4). Con un tale afflusso di migranti del sesso, alimentato dalla sete di consumo, il ricambio delle ragazze è assicurato. Oggetto di qualsiasi tipo di traffico, i corpi sono a disposizione. E le tariffe, data la concorrenza, continuano ad abbassarsi. Il successo crescente del turismo sessuale femminile mostra come, in questo campo, la donna ricalchi i passi dell'uomo, reiterando le rappresentazioni di potere, di dominio e di sfruttamento. A questo proposito, vale la pena raffrontare - su un piano essenzialmente simbolico - da un lato il «turista organizzato» che ha affidato la preparazione del suo viaggio a un'agenzia o a un tour-operator, e dall'altro il «turista sessuale». Il turista organizzato da quando tocca per la prima volta il suolo della sua destinazione esotica e vacanziera, si sottrae a qualsiasi responsabilità. Lo testimonia questo viaggiatore, da poco sbarcato all'aeroporto di Hanoi, in Vietnam, il quale chiarisce: «Ecco, sono appena atterrato e, per le prossime settimane, affido il mio destino alla mia guida, perché sono stremato dal lavoro e, durante le vacanze non voglio più pensare a nulla ma soltanto lasciarmi andare!». Di certo, in questa affermazione non c'era nessun retro pensiero a sfondo sessuale ma altri turisti con disinvoltura individueranno il nesso e supereranno l'ostacolo...In effetti, in capo al mondo, tutto torna a essere possibile, soprattutto sfidare una serie di divieti. Altro esempio: un turista da solo in mezzo al suo gruppo, forse affiderà il proprio destino alla guida o all'agenzia di viaggi ma, allo stesso tempo, si concederà pratiche, che nel proprio paese si sarebbe negato. Come fare il bagno nudo su una spiaggia della Malesia, circondato da pescatori musulmani infastiditi, o ancora flirtare con una ragazzina che, in un ristorante del Vietnam, gli si siede accanto per cercare di vendergli delle sigarette o qualche gingillo...È spesso così che il turista medio, lontano da casa sua, si cimenta in attività del tutto impensabili nelle proprie terre. Questa aspirazione alla trasformazione di sé è tanto più facile per i turisti - organizzati o no - da quando la deresponsabilizzazione in viaggio si è radicata nelle loro menti...Per il turista organizzato, l'Altro - l' «indigeno», come si diceva al tempo delle colonie - è il servitore turistico, il cui ruolo consiste nell'essere sfruttato.Il turista sessuale liquida qualsiasi responsabilità umana dal momento che, grazie all'intermediazione di una transazione finanziaria, si sente sollevato dal bisogno di occuparsi dell'Altro: non sente più l'obbligo né di rispettarlo né, tanto meno, di procurargli piacere.Pagando per un servizio, sessuale all'occorrenza, acquista la libertà di una persona, sulla quale, per un tempo determinato, ha tutti i diritti. Compreso quello di ridurre questa persona allo stato di «buon» venditore. Non ha bisogno di aver cura della sua preda, costretta alla sottomissione, della quale può disporre a suo piacere, senza il timore di essere espulso o di essere punito dalle autorità. Il cliente è re. Specialmente in vacanza. Il cliente-turista è quindi il solo capo a bordo, essendo l'Altro stato degradato alla condizione di schiavo sessuale, sia egli trattato bene o male dal padrone del momento. Si percepiscono grandi differenze tra il turista organizzato e il turista sessuale, ma il passaggio dall'uno all'altro è talvolta estremamente facile. «Generalmente - spiega Paola Monzini - il sesso a pagamento è diventato una componente più o meno visibile del turismo di massa» (5). Eppure la maggior parte dei turisti sessuali agiscono da soli.Essenzialmente per due ragioni: la paura di essere individuati, quindi denunciati, e l'evidente egocentrismo dell'abusante. Un turista organizzato può trasformarsi in turista sessuale? Si, se si lascia andare troppo facilmente all'attuale tendenza che lo tiene in scacco tra culto del corpo e giovanilismo su uno sfondo di desiderabilità sessuale e di disagio della civiltà (6). Per esempio si ritrova l'archetipo di questo miserabile tipo di vacanziere nel personaggio principale del romanzo Plattaforme di Michel Houellebecq (7). Qui il tuffo nel sesso e il viaggio permettono al turista qualsiasi di avere l'impressione di essere diverso da quell'impiegato sottomesso e dall'uomo senza qualità che lui rappresenta nella sua incolore vita quotidiana. In occidente, il turismo sessuale viene raffigurato in due maniere eccessivamente semplicistiche e incomplete, da una parte l'aspetto miserabile e dall'altra quello angelico.Sono cinque le ragioni principali dello sviluppo del turismo sessuale di massa: il crescente impoverimento; la liberalizzazione dei mercati del sesso incoraggiano più o meno direttamente la tratta ai fini della prostituzione; la persistenza di società patriarcali e sessiste; il degrado dell'immagine della donna sullo sfondo della violenza sessuale generalizzata e banalizzata; e l'esplosione del turismo internazionale e dei flussi di migranti di qualsiasi genere. Questo sviluppo è stato stimolato da due caratteristiche delle nostre società: in primo luogo la «democratizzazione» dei flussi di viaggiatori (masse di turisti che circolano in ogni direzione); secondariamente, l'ipersessualità dei giovani alimentata dai media, ossessionati dalla violenza sessuale.Si nutre inoltre dell'incontro tra miseria e bellezza del mondo.Miseria e bellezza che attestano la frattura che regola il diseguale ordine del pianeta. Miseria affettiva nel nord, miseria economica nel sud e nell'est; «bellezza» dei beni materiali di consumo nel nord, bellezza dei paesaggi e delle persone, ma anche della spiritualità, del modo di vivere e delle «tradizioni» del sud e dell'est.In seguito alla dichiarazione dell'Organizzazione mondiale del turismo (Omt) sulla prevenzione del turismo sessuale organizzato (8), adottata al Cairo nell'ottobre 1995, volta a sensibilizzare gli attori del turismo e l'insieme dei clienti-viaggiatori di questo flagello globale (che non riguarda solamente i minori), la lotta contro il «turismo sessuale di massa» ha cominciato a organizzarsi.
note:* Antropologo. Insegna all'Université de Corse e promuove l'associazione Déroutes & Détours (www.deroutes.com). Autore, tra l'altro, di Altrove il settimo senso: antropologia del viaggio, MC, 2001 e di Planete Sexe, Homnisphères, 2006.(1) Sulla tragedia dello sfruttamento sessuale dei bambini a scopo turistico, cfr. Jeremy Seabroock, En finir avec le tourisme sexuel impliquant les enfants. L'application des lois extraterritoriales, L'Harmattan, Paris, 2002.(2) Sul commercio dei corpi, cfr. Richard Poulin, La mondialisation des industries du sexe, Imago, Parigi, 2005.(3) Daniela Marzano, Malaise dans la sexualité. Le Piège de la pornographie, Jean-Claude Lattrès, Paris, 2006. (4) Cfr. Mona Chollez, «Qui profite de la prostitution?» Le Monde Diplomatique, luglio 2006.(5) Il mercato delle donne: prostituzione, tratta e sfruttamento, Donzelli, Roma, 2002.(6) Cfr.il dossier della rivista Téoros, «Tourisme et sexualité», Montréal, vol. 22, n¼ 1, primavera 2003.(7) Michel Houellebecq, Piattaforma nel centro del mondo, Bompiani, Milano, 2001. (8) www.world-tourism.org/project_children/ fy/statements/WTO-FHTM (Traduzione di A. C.)

SIRIA-LE GIOVANI PROFUGHE IRACHENE COSTRETTE A PROSTITUIRSI !

Submitted by admin on Mer, 30/05/2007 - 11:16


Migliaia di giovane donne irachene giunte in Siria come profughe sono costrette dalla situazione di bisogno a prostituirsi per sopravvivere, denuncia oggi il New York Times.
Giovani irachene si esibiscono nei nightclub, alimentando un giro di prostituzione, mentre nel centro di Damasco ragazze si avvicinano agli uomini, proponendo di bere assieme "una tazza di tè".
Ad aggravare il fenomeno vi è il fatto che fra i profughi vi sono molte donne rimaste senza marito, che in Siria non riescono a trovare un lavoro per sfamare i figli. "Tante donne virachene vivono da sole con i figli perchè gli uomini delle loro famiglie sono stati uccisi o rapiti", spiega suor Marie Claude Naddaf, una monaca siriana.
Il suo convento del Buon Pastore a Damasco offre assistenza ai profughi di Masaken Barzah, un piccolo centro alla periferia della capitale dove i nuclei familiari iracheni guidati da donne sono ben 119. "Ho recentemente incontrato tre cognate che vivono insieme e si prostituiscono a turno- racconta la religiosa- Poi dividono i guadagni per nutrire tutti i bambini".
Il dilagare della prostituzione fra i profughi ha messo in allarme anche le agenzie Onu che si occupano dei rifugiati iracheni in Siria- 1,2milioni su una polazione siriana di 19 milioni, secondo le statistiche delle Nazioni Unite. Intanto la presenza di tante prostitute a buon mercato sta alimentando un flusso di turismo sessuale dall'Arabia Saudita, come appare evidente dalle targhe delle auto parcheggiate davanti ai nightclub.

STOP AL TURISMO SESSUALE

Benvenuti nel sito della
Campagna Italiana contro il Turismo Sessuale Minori
"Stop sexual tourism"
Intervista a Rosarina Sampaio da Silva, Presidente della Associazione Prostitute dello Stato del Ceará A.PRO.CE (Capitale dello stato: Fortaleza)Ospite di alcune associazioni in Italia nel mese di Giugno 2007Luca: Perché la tua associazione ha voluto impegnarsi contro il turismo sessuale minorile? Rosarina: Abbiamo deciso di affrontare questo problema dal momento che la situazione è diventata inammissibile. Vedevamo le nostre bambine abusate sessualmente dai turisti, soprattutto da tanti italiani. Vedevamo che la società in generale non prendeva nessuna iniziativa per tentare di risolvere questa orribile situazione. Per questo abbiamo deciso di iniziare questa lotta; non potevamo continuare a vedere le nostre bambine prostituirsi per un giocattolo o un piatto di pasta, era diventata un’ immagine orribile e vergognosa per noi, per il nostro Stato e credo soprattutto per gli italiani. Luca: Qual’è la percentuale di bambini e bambine nel mercato del sesso? Hai avuto la possibilità di conoscere dei bambini che sono stati sfruttati sessualmente? Rosarina: La percentuale di bambini e bambine sfruttati è alta. E’ difficile dire quale è il rapporto in percentuale tra bambini e bambine, credo che i numeri siano uguali. Se già ho conosciuto dei casi concreti? Purtroppo tantissimi: questa è una dura realtà nel nostro paese. Luca: Il turismo sessuale porta reddito alla prostituzione adulta, aderire alla campagna non va in contraddizione con le associate? Non si rischia di andare a toccare gli interessi delle grandi organizzazioni che controllano il sistema con pericolose conseguenze? Rosarina: Non credo che stiamo facendo qualcosa contro le prostitute adulte; le donne brasiliane, dopo i vent’ anni, sono libere di fare quello che vogliono: uscire con un uomo italiano o di altra nazionalità; è una loro scelta. A noi interessano i bambini, questo è il nostro obbiettivo: che non ci siano i bambini in questo mercato del sesso. Questa è la nostra lotta, non possiamo più vedere queste bambine che passano di mano in mano, come un giocatolo. Siamo sicuri dei pericoli, alcuni dicono che vogliamo eliminare la prostituzione, ma non è vero, ci piacerebbe che le donne avessero una vita più degna, che fossero più rispettate, ma ripeto: quello che ci interessa è che non siano presenti i bambini in questo mercato del sesso. Luca: Perché tanti bambini e bambine coinvolti nella prostituzione? Perché la prostituzione è legata o ha a che fare con la povertà? Rosarina: Il legame tra povertà è prostituzione è alta, circa il 90% delle bambine, che entrano nel giro della prostituzione, sono spinte dalla fame, della miseria e della mancanza di lavoro dei loro genitori. A volte molte di queste bambine vengono violentate dentro le loro case e dicono che allora è meglio stare per le strade a fare “sesso” con uno sconosciuto, che essere violentate da uno dei membri della famiglia. Quindi la strada diventa per loro un posto quasi più sicuro delle loro case. Senza parlare poi delle persone che stanno dietro a questi giri, quelli che guadagnano dal loro sfruttamento. Luca: E’ più facile fermare questo fenomeno della prostituzione minorile con la sensibilizzazione della popolazione, o con l’azione della polizia brasiliana e del paese di provenienza del turista? Rosarina: Il lavoro della polizia è importante, tuttavia non è sufficiente per risolvere il problema, bisognerebbe andare più a fondo. La legge contro la prostituzione minorile esiste ma non viene attuata, quindi credo che sia più opportuno sensibilizzare, fare capire alla gente che sfruttare un bambino significa privarlo del diritto di sognare e di essere felice. La storia di Rosarina Anch’io sono stata prostituta e sono riuscita ad uscire da questo giro senza ritorsioni. Durante la mia vita da prostituta, mi sono sempre dedicata ad aiutare le altre prostitute, ho sempre cercato di spingerle a fare valere i loro diritti in quanto persone, di farsi rispettare come donne. E’ vero che la gente non guarda con benevolenza le prostitute, ma non possiamo dimenticare che prima ancora di essere prostitute sono donne dotate di sentimento, che devono essere rispettate a prescindere dal mestiere che fanno. Dopo essere uscita da questo “giro” assieme ad altre donne ho iniziato ad analizzare la situazione della prostituzione minorile nella nostra città; col tempo ci siamo accorte che era una situazione disperata, orribile, allora abbiamo deciso di creare una associazione che lottasse contro lo sfruttamento minorile nella forma del turismo sessuale, contro le violenze sulle donne, contro la discriminazione verso le prostitute. Da questo è nata la “APROCE”, ma il nostro interesse principale sono i bambini, non potevamo più vederli oggetto di piacere per turisti europei e soprattutto per italiani, senza che questo ci spingesse a prendere l’ iniziativa per contrastare il fenomeno. Basta con lo sfruttamento delle nostre ragazze, basta approfittarsi della loro povertà per i propri interessi, facendone oggetto di “divertimento sessuale”. Ho deciso di aderire a questa campagna perché ritengo che la denuncia e la protesta, contro il turismo sessuale in Brasile, siano indispensabili. Bisogna unire tutte le nostre forze contro i cd.“mostri” del sesso minorile; inoltre anch’io sono una mamma, sono una zia e non voglio che un giorno possa accadere anche a me di vedere una delle mie figlie o delle mie nipoti diventare oggetto di piacere per questi turisti depravati. Mi viene da piangere quando trovo per le strade ragazze di 10, 11 anni che si vendono per un giocatolo o un piatto di pasta, è una vergogna. Non mi interessa se dovrò un giorno pagare le conseguenze del mio impegno. Tuttavia di una cosa sono sicura: fin che avrò vita, questa sarà la mia lotta. L’anno che abbiamo fondato l’associazione, già dopo le nostre prime denuncie contro lo sfruttamento minorile, ho ricevuto le prime minacce intimidatorie: continue telefonate chiedevano se ero sicura che mio figlio fosse arrivato a scuola, o se sarebbe tornato a casa, tutto questo per farmi desistere dal continuare la mia lotta. Non posso negare che morivo della paura, temevo per la mia vita e quella della mia famiglia, ma non potevo smettere. Quelle bambine avevano bisogno della nostra “voce”. Quando hanno capito che io non mi lasciavo intimidire mi hanno sparato mentre ero in macchina, ma grazie a Dio sono qua, per continuare la mia denuncia, per urlare agli uomini italiani, “basta sfruttare le nostre ragazze!” Luca: Cosa pensa degli uomini italiani che vanno in Brasile per sfruttare questi ragazze? Rosarina: Credo che questi uomini abbiano dei disturbi psicologici, credo non siano amati dalle donne italiane; faccio fatica a trovare un aggettivo che definisca questa mostruosità, non posso negare che sono a favore della castrazione chimica. Credo non sia giusto che un uomo faccia sesso con una bambina di 11 anni come se nulla fosse: bisogna prendere misure drastiche contro questi soggetti. Luca: Grazie della tua visita e ti auguro tante cose belle per il futuro. Rosarina: Grazie a te per l’opportunità, grazie a tutti gli italiani che ho incontrato in questi giorni, persone meravigliose. Vorrei lanciare un appello a tutti gli uomini italiani che non appartengono alla categoria di cui abbiamo parlato: aderite alla nostra lotta, passate la voce, ai vostri colleghi e amici, di non venire in brasile solo per “sesso”. Questo lavoro di sensibilizzazione è molto importante e abbiamo bisogno di collaborazione da parte di tutti quelli che sono contro lo sfruttamento minorile.

TURISMO SESSUALE IN KENYA

Italiani primi nel turismo sessuale in Kenyapubblicato: mercoledì 03 gennaio 2007 da Michele in: Attualità Kenya
Secondo uno studio dell’Unicef i turisti italiani sono i maggiori frequentatori di prostitute minorenni in Kenya. Gli italiani rappresenterebbero infatti il 18% dei clienti. La maggiore percentuale spetta comunque ai clienti kenyani con un importantye 38%.
Gli italiani sono primi in questo brutto primato ma io sottolineerei la ampia ed estesa distribuzione della clientela tra turisti di tutte le nazionalità del mondo.
Speriamo di non fare cattiva pubblicità, ma vorrei denunciare il fatto che il Kenya sta vivendo un vero e proprio boom di questo genere di turismo. In effetti le località dove maggiormente è diffuso il fenomeno (Malindi, Mombasa, Kalifi e Diani) sono località ben note ai tour operator italiani che forse dovrebbero intraprendere qualche concreta iniziativa per scoraggiare questi comportamenti.
Unicef lancia un appello alla tolleranza zero. Sembra che la campagna punti per prima cosa a sensibilizzare gli operatori turistici locali e i genitori. Forse un po’ poco…

TURISMO SESSUALE CON MINORI-BRASILE

Bambini scomparsi - turismo sessuale- buone vacanze porci - 21-07-2007, 14:34

Campagna Italiana contro il Turismo Sessuale Minori“Stop sexual tourism”Intervista a Rosarina Sampaio da Silva, Presidente della Associazione Prostitute dello Stato del Ceará A.PRO.CE (Capitale dello stato: Fortaleza)Ospite di alcune associazioni in Italia nel mese di Giugno 2007Luca: Perché la tua associazione ha voluto impegnarsi contro il turismo sessuale minorile?Rosarina: Abbiamo deciso di affrontare questo problema dal momento che la situazione è diventata inammissibile. Vedevamo le nostre bambine abusate sessualmente dai turisti, soprattutto da tanti italiani. Vedevamo che la società in generale non prendeva nessuna iniziativa per tentare di risolvere questa orribile situazione. Per questo abbiamo deciso di iniziare questa lotta; non potevamo continuare a vedere le nostre bambine prostituirsi per un giocattolo o un piatto di pasta, era diventata un’ immagine orribile e vergognosa per noi, per il nostro Stato e credo soprattutto per gli italiani.Luca: Qual’è la percentuale di bambini e bambine nel mercato del sesso? Hai avuto la possibilità di conoscere dei bambini che sono stati sfruttati sessualmente?Rosarina: La percentuale di bambini e bambine sfruttati è alta. E’ difficile dire quale è il rapporto in percentuale tra bambini e bambine, credo che i numeri siano uguali. Se già ho conosciuto dei casi concreti? Purtroppo tantissimi: questa è una dura realtà nel nostro paese.Luca: Il turismo sessuale porta reddito alla prostituzione adulta, aderire alla campagna non va in contraddizione con le associate? Non si rischia di andare a toccare gli interessi delle grandi organizzazioni che controllano il sistema con pericolose conseguenze?Rosarina: Non credo che stiamo facendo qualcosa contro le prostitute adulte; le donne brasiliane, dopo i vent’ anni, sono libere di fare quello che vogliono: uscire con un uomo italiano o di altra nazionalità; è una loro scelta. A noi interessano i bambini, questo è il nostro obbiettivo: che non ci siano i bambini in questo mercato del sesso. Questa è la nostra lotta, non possiamo più vedere queste bambine che passano di mano in mano, come un giocatolo. Siamo sicuri dei pericoli, alcuni dicono che vogliamo eliminare la prostituzione, ma non è vero, ci piacerebbe che le donne avessero una vita più degna, che fossero più rispettate, ma ripeto: quello che ci interessa è che non siano presenti i bambini in questo mercato del sesso.Luca: Perché tanti bambini e bambine coinvolti nella prostituzione? Perché la prostituzione è legata o ha a che fare con la povertà?Rosarina: Il legame tra povertà è prostituzione è alta, circa il 90% delle bambine, che entrano nel giro della prostituzione, sono spinte dalla fame, della miseria e della mancanza di lavoro dei loro genitori. A volte molte di queste bambine vengono violentate dentro le loro case e dicono che allora è meglio stare per le strade a fare “sesso” con uno sconosciuto, che essere violentate da uno dei membri della famiglia. Quindi la strada diventa per loro un posto quasi più sicuro delle loro case. Senza parlare poi delle persone che stanno dietro a questi giri, quelli che guadagnano dal loro sfruttamento.Luca: E’ più facile fermare questo fenomeno della prostituzione minorile con la sensibilizzazione della popolazione, o con l’azione della polizia brasiliana e del paese di provenienza del turista?Rosarina: Il lavoro della polizia è importante, tuttavia non è sufficiente per risolvere il problema, bisognerebbe andare più a fondo. La legge contro la prostituzione minorile esiste ma non viene attuata, quindi credo che sia più opportuno sensibilizzare, fare capire alla gente che sfruttare un bambino significa privarlo del diritto di sognare e di essere felice.La storia di Rosarina Anch’io sono stata prostituta e sono riuscita ad uscire da questo giro senza ritorsioni. Durante la mia vita da prostituta, mi sono sempre dedicata ad aiutare le altre prostitute, ho sempre cercato di spingerle a fare valere i loro diritti in quanto persone, di farsi rispettare come donne. E’ vero che la gente non guarda con benevolenza le prostitute, ma non possiamo dimenticare che prima ancora di essere prostitute sono donne dotate di sentimento, che devono essere rispettate a prescindere dal mestiere che fanno. Dopo essere uscita da questo “giro” assieme ad altre donne ho iniziato ad analizzare la situazione della prostituzione minorile nella nostra città; col tempo ci siamo accorte che era una situazione disperata, orribile, allora abbiamo deciso di creare una associazione che lottasse contro lo sfruttamento minorile nella forma del turismo sessuale, contro le violenze sulle donne, contro la discriminazione verso le prostitute. Da questo è nata la “APROCE”, ma il nostro interesse principale sono i bambini, non potevamo più vederli oggetto di piacere per turisti europei e soprattutto per italiani, senza che questo ci spingesse a prendere l’ iniziativa per contrastare il fenomeno. Basta con lo sfruttamento delle nostre ragazze, basta approfittarsi della loro povertà per i propri interessi, facendone oggetto di “divertimento sessuale”. Ho deciso di aderire a questa campagna perché ritengo che la denuncia e la protesta, contro il turismo sessuale in Brasile, siano indispensabili. Bisogna unire tutte le nostre forze contro i cd.“mostri” del sesso minorile; inoltre anch’io sono una mamma, sono una zia e non voglio che un giorno possa accadere anche a me di vedere una delle mie figlie o delle mie nipoti diventare oggetto di piacere per questi turisti depravati. Mi viene da piangere quando trovo per le strade ragazze di 10, 11 anni che si vendono per un giocatolo o un piatto di pasta, è una vergogna. Non mi interessa se dovrò un giorno pagare le conseguenze del mio impegno. Tuttavia di una cosa sono sicura: fin che avrò vita, questa sarà la mia lotta. L’anno che abbiamo fondato l’associazione, già dopo le nostre prime denuncie contro lo sfruttamento minorile, ho ricevuto le prime minacce intimidatorie: continue telefonate chiedevano se ero sicura che mio figlio fosse arrivato a scuola, o se sarebbe tornato a casa, tutto questo per farmi desistere dal continuare la mia lotta. Non posso negare che morivo della paura, temevo per la mia vita e quella della mia famiglia, ma non potevo smettere. Quelle bambine avevano bisogno della nostra “voce”. Quando hanno capito che io non mi lasciavo intimidire mi hanno sparato mentre ero in macchina, ma grazie a Dio sono qua, per continuare la mia denuncia, per urlare agli uomini italiani, “basta sfruttare le nostre ragazze!”Luca: Cosa pensa degli uomini italiani che vanno in Brasile per sfruttare questi ragazze?Rosarina: Credo che questi uomini abbiano dei disturbi psicologici, credo non siano amati dalle donne italiane; faccio fatica a trovare un aggettivo che definisca questa mostruosità, non posso negare che sono a favore della castrazione chimica. Credo non sia giusto che un uomo faccia sesso con una bambina di 11 anni come se nulla fosse: bisogna prendere misure drastiche contro questi soggetti.Luca: Grazie della tua visita e ti auguro tante cose belle per il futuro.Rosarina: Grazie a te per l’opportunità, grazie a tutti gli italiani che ho incontrato in questi giorni, persone meravigliose. Vorrei lanciare un appello a tutti gli uomini italiani che non appartengono alla categoria di cui abbiamo parlato: aderite alla nostra lotta, passate la voce, ai vostri colleghi e amici, di non venire in brasile solo per “sesso”. Questo lavoro di sensibilizzazione è molto importante e abbiamo bisogno di collaborazione da parte di tutti quelli che sono contro lo sfruttamento minorile.Questa intervista e stata presa direttamente dal sito "Bambini scomparsi" per saperne di più clicca qui
Autore di Metotha e Oettham-------Poeta per passione
I bambini scomparsi hanno bisogno del nostro piccolo aiuto. perciò voi webmaster o blogger xkè nn inserite questo pikkolo banner nel vostro spazio web?sarebbe un bellissimo gesto:http://www.troviamoibambini.it/index.php
Ultima modifica di skullkrasher : 22-07-2007 a 02:27.
SANDANSKI E PETRICH, PARADISI DEL TURISMO SESSUALE10.01.2006 - Sofia
Trentamila abitanti, duemila prostitute"Ci sono ben duemila prostitute nella città di Sandaski, che raggiunge a malapena i 30mila abitanti", scrive il settimanale "Politika" in uno speciale report investigativo uscito nel dicembre 2005, raccontando il fiorire della prostituzione nelle piccole città di frontiera al confine con Grecia e Macedonia. Sandanski e Petrich sono diventate il paradiso del turismo sessuale soprattutto per clienti che vengono dalla Grecia, e molte ragazze e donne del posto sbarcano il lunario offrendo prestazioni sessuali. Non solo, durante il week-end arrivano molte studentesse dalla vicina Blagoevgrad per portare a casa un centinaio di euro, così come molte donne dalla Bulgaria settentrionale che stazionano soprattutto a Sandanski. Autobus dopo autobus, migliaia di greci arrivano in cerca di sesso a pagamento. Non bisogna essere un super-detective per scovare, in pieno giorno, prostitute e ruffiani nelle strade di Sandanski. Il commesso di un negozio di abbigliamento, in pieno centro, racconta di anziani greci che entrano accompagnati da ragazze magroline di 18 o 19 anni, di solito di origine rom, a cui regalano vestiti squadrandole da capo a piedi, per poi sgattaiolare via. Lo stesso commesso racconta che ormai, per abitudine, saluta ogni cliente sconosciuto col saluto greco "Yasso". Nei caffè siedono ragazze dai vestiti provocanti, aspettano una chiamata, poi scompaiono velocemente. I ruffiani, gente del posto, giovani e meno giovani, si aggirano davanti ai negozi più economici. Accanto alla vetrina di un negozio di scarpe, uno di loro ferma un turista. Qualche parola, poi alcune banconote finiscono nelle mani del ruffiano. Adesso l'uomo cammina sottobraccio ad una donna corpulenta, fanno una svolta e scompaiono nell'hotel "Evropas". All'ingresso dell'albergo la donna incontra delle sue "colleghe", che vanno via con tre uomini che parlano in greco. Così, alla luce del sole, viene commesso il reato di sfruttamento della prostituzione, che il codice bulgaro punisce con almeno tre anni di reclusione. Alberghi e bordelli Quella del turismo sessuale a Sandanski è una realtà ben nota, e in città tutti, seppur a fatica, riconoscono l'esistenza del fenomeno. In molti raccontano come molte ragazze della zona, dove la disoccupazione è alta, siano attirate dagli stipendi e dalle pensioni "europee" dei turisti provenienti dalla Grecia. Ma sulle strade e nei bar della città stazionano anche molte studentesse provenienti dai centri limitrofi. Arrivano, anonime, guadagnano circa cento euro al giorno e poi vanno via. Le tariffe per prestazione sessuale vanno dai cinquanta ai cento euro se si parla di ragazze giovani e belle. Le giovani di origine rom guadagnano meno, e spesso si accontentano di regali come vestiti, appunto. Secondo la polizia locale, a Sandanski ci sono circa duemila prostitute e cinquanta "sutenjori" (ruffiani). La maggior parte delle donne vengono dalle regioni con più alto tasso di disoccupazione, nel nord del paese, come Tutrakan, Rousse e Silistra. Ci sono poi russe, moldave ed ucraine. La gente del posto racconta che in quasi tutti i sessanta alberghi di Sandanski si offre un servizio "extra". I più noti, da questo punto di vista sono gli hotel "Aneli", "Evropas", il cosiddetto "Albergo albanese", il "Prim" e il "Saint Vrach", ex residenza dell'ex leader comunista Todor Zhivkov. Nella vicina cittadina di Petrich mercoledì è giorno di mercato, e molti contadini arrivano dal nord della Grecia, soprattutto in autunno, dopo il raccolto. Bambini rom li seguono a frotte chiedendo, in greco, qualche spicciolo. Alcuni offrono "frenska ljubov" (sesso orale). Anche a Petrich non è difficile trovare prestazioni sessuali, soprattutto in alcuni alberghi, come il "Las Vegas", il "Ruzhdshki inns" e il motel "Vicky", a due passi dal transito frontaliero di Kulata. "Il mercato della prostituzione" Il tabloid greco "Espresso" ha pubblicato un reportage filmato girato in candid-camera a Sandanski e Petrich, dal titolo "Il mercato della prostituzione". Secondo l'"Espresso" il mercato del sesso nella regione di frontiera tra Bulgaria, Grecia e Macedonia è il più ricco di tutti i Balcani, con seimila prostitute, tremila "papponi" e più di mille businessmen dalla Grecia. Gli abitanti di questi centri, secondo i giornalisti greci, sembrano non disdegnare i vantaggi offerti dalla situazione, soprattutto l'aumento del numero dei turisti. Nel documentario vengono mostrate le testimonianze di prostitute, ruffiani e clienti, dalle quali emergono dati che fanno un po' di luce su vari aspetti di questo mercato sotterraneo. Il prezzo di un'ora di sesso varierebbe tra i cinquanta e i duecento euro,si può affittare una donna a ore, comprarla oppure "esportarla" all'estero. Il prezzo di una ragazza varia tra i mille e i tremila euro. Secondo Stelios, un "pappa" di Salonicco, il prezzo di una donna giovane e carina si aggira intorno ai tremila euro. Una volta in Grecia le ragazze lavorano come cameriere, nei locali di streap-tease, oppure vengono costrette a prostituirsi. Non sono rari i casi in cui offerte di lavoro vengono usate come esca per far arrivare le ragazze in Grecia, dove poi vengono costrette a mettersi sulla strada. Legalizzare la prostituzione? Su un quotidiano di Atene è apparso un annuncio che reclamizzava viaggi a scopo sessuale a Sandanski, anche con ragazze sotto i quattordici anni. "Questo è chiaramente un reato" ha dichiarato a "Politika" Tanya Minkova, dell'Ong "Ideas and values", di Sandanski. "Tutti ammettono che il turismo sessuale è una realtà nella Bulgaria sud-occidentale" ha dichiarato al settimanale Ivo Haralampiev, procuratore capo di Petrich, "ma al momento non abbiamo nessun processo che lo possa testimoniare. Non abbiamo denunce per prestazioni sessuali con ragazze quattordicenni; ce ne sono alcune con giovani tra i sedici e i diciotto anni, ma secondo il codice, in Bulgaria queste non sono perseguibili. La prostituzione in Bulgaria, contrariamente a quanto avviene negli Usa, ad esempio, non è considerato un reato." La municipalità di Sandanski ultimamente ha proposto di legalizzare il mercato del sesso, ma questa soluzione, intrapresa da tempo in Olanda, sembra piuttosto difficile da realizzare nel contesto balcanico. "Legalizzare la prostituzione significa pagare le tasse" è stato il commento di Haralampiev, " e questo nessuno lo vuole fare". Il mese scorso il ministro degli Interni ha proposto di creare uno speciale registro fiscale per le prostitute, che indicherebbe alberghi e locali dove i clienti possono trovare le ragazze. Alcuni esperti, hanno dichiarato a "Monitor" che alla base di tale proposta ci sono le proteste dei sindaci delle principali località sciistiche, dove molte prostitute creano imbarazzo offrendo le proprie prestazioni ai turisti ospitati nelle strutture alberghiere. Il registro prevede anche un giro di vite sulle donne che non rispondono a determinati requisiti, autorizzando le forze dell'ordine a ripulire le strade. Oggi l'unica pena prevista è una breve detenzione nelle stazioni di polizia. Autore: Tanya MangalakovaFonte: Osservatorio sui Balcani


SANDANSKI E PETRICH, PARADISI DEL TURISMO SESSUALE10.01.2006 - Sofia
Trentamila abitanti, duemila prostitute"Ci sono ben duemila prostitute nella città di Sandaski, che raggiunge a malapena i 30mila abitanti", scrive il settimanale "Politika" in uno speciale report investigativo uscito nel dicembre 2005, raccontando il fiorire della prostituzione nelle piccole città di frontiera al confine con Grecia e Macedonia. Sandanski e Petrich sono diventate il paradiso del turismo sessuale soprattutto per clienti che vengono dalla Grecia, e molte ragazze e donne del posto sbarcano il lunario offrendo prestazioni sessuali. Non solo, durante il week-end arrivano molte studentesse dalla vicina Blagoevgrad per portare a casa un centinaio di euro, così come molte donne dalla Bulgaria settentrionale che stazionano soprattutto a Sandanski. Autobus dopo autobus, migliaia di greci arrivano in cerca di sesso a pagamento. Non bisogna essere un super-detective per scovare, in pieno giorno, prostitute e ruffiani nelle strade di Sandanski. Il commesso di un negozio di abbigliamento, in pieno centro, racconta di anziani greci che entrano accompagnati da ragazze magroline di 18 o 19 anni, di solito di origine rom, a cui regalano vestiti squadrandole da capo a piedi, per poi sgattaiolare via. Lo stesso commesso racconta che ormai, per abitudine, saluta ogni cliente sconosciuto col saluto greco "Yasso". Nei caffè siedono ragazze dai vestiti provocanti, aspettano una chiamata, poi scompaiono velocemente. I ruffiani, gente del posto, giovani e meno giovani, si aggirano davanti ai negozi più economici. Accanto alla vetrina di un negozio di scarpe, uno di loro ferma un turista. Qualche parola, poi alcune banconote finiscono nelle mani del ruffiano. Adesso l'uomo cammina sottobraccio ad una donna corpulenta, fanno una svolta e scompaiono nell'hotel "Evropas". All'ingresso dell'albergo la donna incontra delle sue "colleghe", che vanno via con tre uomini che parlano in greco. Così, alla luce del sole, viene commesso il reato di sfruttamento della prostituzione, che il codice bulgaro punisce con almeno tre anni di reclusione. Alberghi e bordelli Quella del turismo sessuale a Sandanski è una realtà ben nota, e in città tutti, seppur a fatica, riconoscono l'esistenza del fenomeno. In molti raccontano come molte ragazze della zona, dove la disoccupazione è alta, siano attirate dagli stipendi e dalle pensioni "europee" dei turisti provenienti dalla Grecia. Ma sulle strade e nei bar della città stazionano anche molte studentesse provenienti dai centri limitrofi. Arrivano, anonime, guadagnano circa cento euro al giorno e poi vanno via. Le tariffe per prestazione sessuale vanno dai cinquanta ai cento euro se si parla di ragazze giovani e belle. Le giovani di origine rom guadagnano meno, e spesso si accontentano di regali come vestiti, appunto. Secondo la polizia locale, a Sandanski ci sono circa duemila prostitute e cinquanta "sutenjori" (ruffiani). La maggior parte delle donne vengono dalle regioni con più alto tasso di disoccupazione, nel nord del paese, come Tutrakan, Rousse e Silistra. Ci sono poi russe, moldave ed ucraine. La gente del posto racconta che in quasi tutti i sessanta alberghi di Sandanski si offre un servizio "extra". I più noti, da questo punto di vista sono gli hotel "Aneli", "Evropas", il cosiddetto "Albergo albanese", il "Prim" e il "Saint Vrach", ex residenza dell'ex leader comunista Todor Zhivkov. Nella vicina cittadina di Petrich mercoledì è giorno di mercato, e molti contadini arrivano dal nord della Grecia, soprattutto in autunno, dopo il raccolto. Bambini rom li seguono a frotte chiedendo, in greco, qualche spicciolo. Alcuni offrono "frenska ljubov" (sesso orale). Anche a Petrich non è difficile trovare prestazioni sessuali, soprattutto in alcuni alberghi, come il "Las Vegas", il "Ruzhdshki inns" e il motel "Vicky", a due passi dal transito frontaliero di Kulata. "Il mercato della prostituzione" Il tabloid greco "Espresso" ha pubblicato un reportage filmato girato in candid-camera a Sandanski e Petrich, dal titolo "Il mercato della prostituzione". Secondo l'"Espresso" il mercato del sesso nella regione di frontiera tra Bulgaria, Grecia e Macedonia è il più ricco di tutti i Balcani, con seimila prostitute, tremila "papponi" e più di mille businessmen dalla Grecia. Gli abitanti di questi centri, secondo i giornalisti greci, sembrano non disdegnare i vantaggi offerti dalla situazione, soprattutto l'aumento del numero dei turisti. Nel documentario vengono mostrate le testimonianze di prostitute, ruffiani e clienti, dalle quali emergono dati che fanno un po' di luce su vari aspetti di questo mercato sotterraneo. Il prezzo di un'ora di sesso varierebbe tra i cinquanta e i duecento euro,si può affittare una donna a ore, comprarla oppure "esportarla" all'estero. Il prezzo di una ragazza varia tra i mille e i tremila euro. Secondo Stelios, un "pappa" di Salonicco, il prezzo di una donna giovane e carina si aggira intorno ai tremila euro. Una volta in Grecia le ragazze lavorano come cameriere, nei locali di streap-tease, oppure vengono costrette a prostituirsi. Non sono rari i casi in cui offerte di lavoro vengono usate come esca per far arrivare le ragazze in Grecia, dove poi vengono costrette a mettersi sulla strada. Legalizzare la prostituzione? Su un quotidiano di Atene è apparso un annuncio che reclamizzava viaggi a scopo sessuale a Sandanski, anche con ragazze sotto i quattordici anni. "Questo è chiaramente un reato" ha dichiarato a "Politika" Tanya Minkova, dell'Ong "Ideas and values", di Sandanski. "Tutti ammettono che il turismo sessuale è una realtà nella Bulgaria sud-occidentale" ha dichiarato al settimanale Ivo Haralampiev, procuratore capo di Petrich, "ma al momento non abbiamo nessun processo che lo possa testimoniare. Non abbiamo denunce per prestazioni sessuali con ragazze quattordicenni; ce ne sono alcune con giovani tra i sedici e i diciotto anni, ma secondo il codice, in Bulgaria queste non sono perseguibili. La prostituzione in Bulgaria, contrariamente a quanto avviene negli Usa, ad esempio, non è considerato un reato." La municipalità di Sandanski ultimamente ha proposto di legalizzare il mercato del sesso, ma questa soluzione, intrapresa da tempo in Olanda, sembra piuttosto difficile da realizzare nel contesto balcanico. "Legalizzare la prostituzione significa pagare le tasse" è stato il commento di Haralampiev, " e questo nessuno lo vuole fare". Il mese scorso il ministro degli Interni ha proposto di creare uno speciale registro fiscale per le prostitute, che indicherebbe alberghi e locali dove i clienti possono trovare le ragazze. Alcuni esperti, hanno dichiarato a "Monitor" che alla base di tale proposta ci sono le proteste dei sindaci delle principali località sciistiche, dove molte prostitute creano imbarazzo offrendo le proprie prestazioni ai turisti ospitati nelle strutture alberghiere. Il registro prevede anche un giro di vite sulle donne che non rispondono a determinati requisiti, autorizzando le forze dell'ordine a ripulire le strade. Oggi l'unica pena prevista è una breve detenzione nelle stazioni di polizia. Autore: Tanya MangalakovaFonte: Osservatorio sui Balcani



SANDANSKI E PETRICH, PARADISI DEL TURISMO SESSUALE10.01.2006 - Sofia
Trentamila abitanti, duemila prostitute"Ci sono ben duemila prostitute nella città di Sandaski, che raggiunge a malapena i 30mila abitanti", scrive il settimanale "Politika" in uno speciale report investigativo uscito nel dicembre 2005, raccontando il fiorire della prostituzione nelle piccole città di frontiera al confine con Grecia e Macedonia. Sandanski e Petrich sono diventate il paradiso del turismo sessuale soprattutto per clienti che vengono dalla Grecia, e molte ragazze e donne del posto sbarcano il lunario offrendo prestazioni sessuali. Non solo, durante il week-end arrivano molte studentesse dalla vicina Blagoevgrad per portare a casa un centinaio di euro, così come molte donne dalla Bulgaria settentrionale che stazionano soprattutto a Sandanski. Autobus dopo autobus, migliaia di greci arrivano in cerca di sesso a pagamento. Non bisogna essere un super-detective per scovare, in pieno giorno, prostitute e ruffiani nelle strade di Sandanski. Il commesso di un negozio di abbigliamento, in pieno centro, racconta di anziani greci che entrano accompagnati da ragazze magroline di 18 o 19 anni, di solito di origine rom, a cui regalano vestiti squadrandole da capo a piedi, per poi sgattaiolare via. Lo stesso commesso racconta che ormai, per abitudine, saluta ogni cliente sconosciuto col saluto greco "Yasso". Nei caffè siedono ragazze dai vestiti provocanti, aspettano una chiamata, poi scompaiono velocemente. I ruffiani, gente del posto, giovani e meno giovani, si aggirano davanti ai negozi più economici. Accanto alla vetrina di un negozio di scarpe, uno di loro ferma un turista. Qualche parola, poi alcune banconote finiscono nelle mani del ruffiano. Adesso l'uomo cammina sottobraccio ad una donna corpulenta, fanno una svolta e scompaiono nell'hotel "Evropas". All'ingresso dell'albergo la donna incontra delle sue "colleghe", che vanno via con tre uomini che parlano in greco. Così, alla luce del sole, viene commesso il reato di sfruttamento della prostituzione, che il codice bulgaro punisce con almeno tre anni di reclusione. Alberghi e bordelli Quella del turismo sessuale a Sandanski è una realtà ben nota, e in città tutti, seppur a fatica, riconoscono l'esistenza del fenomeno. In molti raccontano come molte ragazze della zona, dove la disoccupazione è alta, siano attirate dagli stipendi e dalle pensioni "europee" dei turisti provenienti dalla Grecia. Ma sulle strade e nei bar della città stazionano anche molte studentesse provenienti dai centri limitrofi. Arrivano, anonime, guadagnano circa cento euro al giorno e poi vanno via. Le tariffe per prestazione sessuale vanno dai cinquanta ai cento euro se si parla di ragazze giovani e belle. Le giovani di origine rom guadagnano meno, e spesso si accontentano di regali come vestiti, appunto. Secondo la polizia locale, a Sandanski ci sono circa duemila prostitute e cinquanta "sutenjori" (ruffiani). La maggior parte delle donne vengono dalle regioni con più alto tasso di disoccupazione, nel nord del paese, come Tutrakan, Rousse e Silistra. Ci sono poi russe, moldave ed ucraine. La gente del posto racconta che in quasi tutti i sessanta alberghi di Sandanski si offre un servizio "extra". I più noti, da questo punto di vista sono gli hotel "Aneli", "Evropas", il cosiddetto "Albergo albanese", il "Prim" e il "Saint Vrach", ex residenza dell'ex leader comunista Todor Zhivkov. Nella vicina cittadina di Petrich mercoledì è giorno di mercato, e molti contadini arrivano dal nord della Grecia, soprattutto in autunno, dopo il raccolto. Bambini rom li seguono a frotte chiedendo, in greco, qualche spicciolo. Alcuni offrono "frenska ljubov" (sesso orale). Anche a Petrich non è difficile trovare prestazioni sessuali, soprattutto in alcuni alberghi, come il "Las Vegas", il "Ruzhdshki inns" e il motel "Vicky", a due passi dal transito frontaliero di Kulata. "Il mercato della prostituzione" Il tabloid greco "Espresso" ha pubblicato un reportage filmato girato in candid-camera a Sandanski e Petrich, dal titolo "Il mercato della prostituzione". Secondo l'"Espresso" il mercato del sesso nella regione di frontiera tra Bulgaria, Grecia e Macedonia è il più ricco di tutti i Balcani, con seimila prostitute, tremila "papponi" e più di mille businessmen dalla Grecia. Gli abitanti di questi centri, secondo i giornalisti greci, sembrano non disdegnare i vantaggi offerti dalla situazione, soprattutto l'aumento del numero dei turisti. Nel documentario vengono mostrate le testimonianze di prostitute, ruffiani e clienti, dalle quali emergono dati che fanno un po' di luce su vari aspetti di questo mercato sotterraneo. Il prezzo di un'ora di sesso varierebbe tra i cinquanta e i duecento euro,si può affittare una donna a ore, comprarla oppure "esportarla" all'estero. Il prezzo di una ragazza varia tra i mille e i tremila euro. Secondo Stelios, un "pappa" di Salonicco, il prezzo di una donna giovane e carina si aggira intorno ai tremila euro. Una volta in Grecia le ragazze lavorano come cameriere, nei locali di streap-tease, oppure vengono costrette a prostituirsi. Non sono rari i casi in cui offerte di lavoro vengono usate come esca per far arrivare le ragazze in Grecia, dove poi vengono costrette a mettersi sulla strada. Legalizzare la prostituzione? Su un quotidiano di Atene è apparso un annuncio che reclamizzava viaggi a scopo sessuale a Sandanski, anche con ragazze sotto i quattordici anni. "Questo è chiaramente un reato" ha dichiarato a "Politika" Tanya Minkova, dell'Ong "Ideas and values", di Sandanski. "Tutti ammettono che il turismo sessuale è una realtà nella Bulgaria sud-occidentale" ha dichiarato al settimanale Ivo Haralampiev, procuratore capo di Petrich, "ma al momento non abbiamo nessun processo che lo possa testimoniare. Non abbiamo denunce per prestazioni sessuali con ragazze quattordicenni; ce ne sono alcune con giovani tra i sedici e i diciotto anni, ma secondo il codice, in Bulgaria queste non sono perseguibili. La prostituzione in Bulgaria, contrariamente a quanto avviene negli Usa, ad esempio, non è considerato un reato." La municipalità di Sandanski ultimamente ha proposto di legalizzare il mercato del sesso, ma questa soluzione, intrapresa da tempo in Olanda, sembra piuttosto difficile da realizzare nel contesto balcanico. "Legalizzare la prostituzione significa pagare le tasse" è stato il commento di Haralampiev, " e questo nessuno lo vuole fare". Il mese scorso il ministro degli Interni ha proposto di creare uno speciale registro fiscale per le prostitute, che indicherebbe alberghi e locali dove i clienti possono trovare le ragazze. Alcuni esperti, hanno dichiarato a "Monitor" che alla base di tale proposta ci sono le proteste dei sindaci delle principali località sciistiche, dove molte prostitute creano imbarazzo offrendo le proprie prestazioni ai turisti ospitati nelle strutture alberghiere. Il registro prevede anche un giro di vite sulle donne che non rispondono a determinati requisiti, autorizzando le forze dell'ordine a ripulire le strade. Oggi l'unica pena prevista è una breve detenzione nelle stazioni di polizia. Autore: Tanya MangalakovaFonte: Osservatorio sui Balcani

lunedì 3 marzo 2008

FILM TEDESCO SULLA PROSTITUZIONE INFANTILE

I bimbi scomparsi di Damian Harris.

Berlino, 9 febbraio 2008 - Prostituzione, tratta dei bambini, pedofilia: al secondo giorno di concorso, a scuotere la Berlinale è l'indipendente 'Gardens of the Night': ritratto di un'America allo sbando e senza speranze, con un cameo di John Malkovich nell'inedito ruolo di un assistente sociale.

Scioccante odissea di una bambina qualunque, strappata alla famiglia all'età di 8 anni e da allora catapultata nell'inferno del sesso a pagamento fino alla vita di strada, il film di Damian Harris si propone come scioccante denuncia di un dramma di proporzioni inimmaginabili. Un fenomeno che i titoli di coda quantificano nelle allarmanti cifre di 1,3 milioni di minori, che oggi vivono per le strade degli Stati Uniti. Un esercito di giovanissimi, per il 60% vittime di violenze o abusi che, sempre in base alle stesse statistiche, subirebbero anche un adolescente americano su tre fra le ragazze e uno su sette fra i maschi.

Forza della denuncia e pugno allo stomaco sono tutte nella storia della piccola Leslie e dell'amico Donnie: volti sconosciuti per il nostro cinema, che il figlio d'arte di Richard Harris trasforma in compagni di reclusione e sventura. Giovanissimi agli antipodi, figli della borghesia ricca una e del proletariato nero l'altro, che il destino spinge prima tra le grinfie di un pedofilo e poi a vendersi sul marciapiede. Niente immagini hard, il regista affida lo shock alla violenza appena accennata e al realismo delle riprese.

Fotografia sgranata e pellicola sporca sono al servizio dell'impietosa radiografia di un sottobosco di 'marchettari' bambini, 12enni già rotti a droga e prostituzione, transessuali preadolescenti. Queste le amicizie e questo il destino a cui il film condanna i protagonisti. Non basta liberarsi dal giogo degli aguzzini, è il cupo messaggio di 'Gardens of the Night': la violenza sui minori equivale a una condanna a morte.
http://ziczac.it/a/leggi/e8bbb067281921ab39394fdbdce513d4/

domenica 2 marzo 2008

RAGAZZI DI STRADA-LA PROSTITUZIONE MINORILE A ROMA

Ragazzi di strada
La prostituzione minorile a Roma

La prostituzione minorile non è, purtroppo, un fenomeno di recente esplosione. "Sin dai primi anni di attività presso il centro accoglienza di via Milazzo, nel 1988, ci siamo dovuti scontrare con queste situazioni". A parlare è Gianni Fulvi, responsabile dell’Area Minori della Caritas Diocesana di Roma. L’esplosione dei flussi migratori verso l’Italia non era ancora iniziata ed erano quindi soprattutto italiani i giovani coinvolti e, per lo più, di sesso maschile. "La prostituzione minorile femminile era, tra le italiane, un fenomeno molto raro. Per i ragazzi, adolescenti tra i 16 e i 18 anni, era diverso. Si trattava di giovani allo sbando, che vivevano per lo più in strada, con alle spalle famiglie in crisi, spesso al limite dell’indigenza. La prostituzione era vissuta come una scelta consapevole – certo, una scelta fatta da giovani a cui non erano mai state offerte molte alternative – un modo per fare tanti soldi rapidamente".
Con gli anni ’90 e, soprattutto, l’apertura delle frontiere con i paesi dell’Est, il fenomeno cominciò a riguardare anche giovanissime ragazze straniere. "All’inizio erano per lo più polacche, cecoslovacche e, in seguito, albanesi. Venivano portate in Italia, spesso con la forza o con l’inganno, e messe sulla strada. Penso al caso di Olga, una 15enne contattata davanti ad una discoteca di Praga e poi rapita, picchiata, minacciata di morte e costretta a prostituirsi. Oppure a Silvia, albanese, una ragazzina di 16 anni che ne dimostrava non più di tredici: una bambina. Nel suo caso fu la stessa madre a convincerla a venire nel nostro paese insieme ad alcuni uomini che le avrebbero trovato un lavoro. Non è più tornata a casa è ancora si domanda, con angoscia, se la sua famiglia fosse consapevole di averla affidata a dei trafficanti di carne umana". Tutte queste giovanissime provengono da storie di povertà, al limite dell’abbandono e, spesso, da esperienze di violenze sessuali anche da parte dei familiari. "Non è un caso – prosegue Fulvi – che tra coloro che riescono a liberarsi dalla tratta e magari a sposarsi, ad avere dei figli, molte finiscano poi per ritrovarsi in situazioni di violenza familiare, ad essere picchiate dal marito. Sono situazioni che, fatalmente, tendono a riprodursi a catena".
In effetti lasciare la strada, smettere di prostituirsi è, per queste ragazze, solo il primo passo. E’ poi necessario un lungo processo di reinserimento sociale e, prima ancora, di riaffermazione della propria dignità umana. L’obiettivo degli operatori della Caritas è proprio quello di aiutarle in questo difficile percorso. Ma in che modo queste ragazze arrivano ai centri di accoglienza? "Gran parte di esse ci vengono affidate dalle forze dell’ordine dopo essere state sorprese sulla strada o, comunque, a seguito di operazioni anti-tratta. A quel punto, dopo una fase di primissima accoglienza, i percorsi di reinserimento possono essere diversi. Alcune vengono ospitate nelle nostre o in altre comunità, per i casi più fortunati è possibile arrivare all’affido familiare e persino all’adozione. Il rientro nel paese di origine è invece più raro e difficile e decidiamo di concentrarci su questo obiettivo solo se c’è l’esplicita volontà delle ragazze. Il più delle volte, in realtà, anche le famiglie sono implicate e, comunque, non sono in grado di riaccoglierle o di assicurare loro il ritorno alla normalità". Non mancano neppure, purtroppo, coloro le quali, raggiunta la maggiore età, decidono, più o meno consapevolmente, di tornare a prostituirsi. Si tratta, in sostanza, di un’infinità di storie, diversissime, ma accomunate dallo stesso contesto: l’estrema povertà e degrado dei paesi di origine e il sistema sociale e legislativo dei paesi di arrivo.
"Dopo l’inasprimento delle norme contro la prostituzione minorile – ammette Fulvi – il fenomeno ha subito una certa flessione. Quel che è certo è che queste ragazzine non si trovano quasi più sulla strada, ma sempre più spesso all’interno di case private. Questo, naturalmente, vale anche per la prostituzione di maggiorenni". Insomma, gli eros center rilanciati da alcune proposte sarebbero già una realtà? "Per un verso sì. Devo ammettere però che è difficile valutare le proposte di legge, spero solo siamo tutti d’accordo nell’affermare che non si può più fare finta di nulla". In che senso? "Molti parlano di un fenomeno nascosto. Di case per appuntamenti da ‘scovare’. La prostituzione, in realtà è un fenomeno sotto gli occhi di tutti e si ha quasi l’impressione che sia un qualcosa di tollerato dalla società, qualcosa che, entro certi limiti, è visto quasi come una valvola di sfogo sociale". Si arriva così al nodo del problema, che non sono certo le prostitute e neppure, forse, le organizzazioni dei trafficanti, ma la nostra società. "Non si può fingere che la prostituzione sia un fenomeno estraneo al contesto Italiano, giunto chissà come e chissà da dove. Ne fa invece parte e coinvolge tante famiglie, tanti uomini, persino tra coloro che si definiscono ‘cristiani’. Occorre partire dal presupposto che la prostituzione è un prodotto della nostra società e, senza false ipocrisie, ammettere che, in queste o altre forme, è sempre esistito. Dobbiamo poi capire cosa possiamo e vogliamo fare quantomeno per arginare questa situazione. Il dibattito, naturalmente, è aperto. Quel che è certo è che, almeno per quanto riguarda la prostituzione minorile, non si può transigere, non può esserci tolleranza o comprensione che tenga".
http://www.caritasroma.it/pubblicazioni/romacaritas/5-6-2002/ragazzidistrada.htm

PROSTITUZIONE MINORILE RUMENA A ROMA

Prostituzione minorile rumena a Roma. A cura di M.Antinori e F.Liberati

Nel dicembre 2005 sono stati pubblicati alcuni dati relativi al fenomeno della prostituzione minorile a Roma. Lo studio, realizzato grazie all'assistenza dell'associazione Terres des Hommes ed inserita nella sua Campagna Internazionale contro il traffico dei minori, ha evidenziato come primo fondamentale dato la stragrande maggioranza di ragazzi rumeni, tra i 14 e i 18 anni, che ogni giorno, passeggiando lungo i viali e i sobborghi di Roma, sono costretti ad aspettare che qualche cliente li carichi sulle loro macchine sperando che sia almeno offerto loro un pasto caldo e un luogo dove passare la notte. (... continua)Nel dicembre 2005 sono stati pubblicati alcuni dati relativi al fenomeno della prostituzione minorile a Roma. Lo studio, realizzato grazie all'assistenza dell'associazione Terres des Hommes ed inserita nella sua Campagna Internazionale contro il traffico dei minori, ha evidenziato come primo fondamentale dato la stragrande maggioranza di ragazzi rumeni, tra i 14 e i 18 anni, che ogni giorno, passeggiando lungo i viali e i sobborghi di Roma, sono costretti ad aspettare che qualche cliente li carichi sulle loro macchine sperando che sia almeno offerto loro un pasto caldo e un luogo dove passare la notte. Tutto ciò avviene sotto gli occhi inconsapevoli dei comuni cittadini che ogni giorno passano accanto a loro e sotto quelli crudeli e calcolatori dei protettori che vigilano e regolano il loro traffico. Gli assistenti sociali hanno registrato che nei soli primi mesi del 2005 il numero di ragazzi/e provenienti illegalmente dalla Romania è pari a quello registrato nell'intero 2004. Già dopo la seconda guerra mondiale si registrava una discreta presenza di bambini rumeni in Italia, rappresentando però una minoranza rispetto a quelli provenienti dagli altri paesi. L’incremento è cominciato nel 2002 quando ai cittadini rumeni non era più richiesto il visto per entrare in Italia; nel 2003 il fenomeno è aumentato ancor di più, raggiungendo l'attuale dimensione di netta prevalenza rispetto agli altri minori stranieri.La situazione in Romania è, del resto, molto difficile. Diverse sono le organizzazioni locali attive nella lotta contro il traffico degli esseri umani e, nello specifico, il governo sta per firmare un accordo bilaterale con l'Italia. Le varie associazioni che si occupano dei minori stranieri non accompagnati (cioè minorenni che non hanno la cittadinanza italiana o d’altri stati dell'Unione Europea e che si trovano in Italia privi di un permesso d’asilo o della tutela dei genitori) lamentano innanzi tutto la mancanza di coordinazione degli interventi italo-rumeni; Italia e Romania, infatti, non hanno ancora un metodo coerente ed unitario per verificare il numero di minori trafficati, né un sistema nazionale di dati dedicato alle "vittime" che sono state rimpatriate.La maggior parte dei minori rumeni che si trovano a Roma sono adolescenti, di età compresa tra i 16 e i 17 anni, ma ci sono anche bambini più piccoli. Arrivano in Italia, legalmente o illegalmente, dopo aver finito la scuola dell’obbligo. Sono ragazzi soli, senza mezzi e facilmente influenzabili dai più grandi arriavati prima di loro. Di solito questi giovani diventano soggetti a rischio di sfruttamento solo dopo pochi giorni dal loro arrivo. Le attività illegali in cui vengono coinvolti sono: furto, estorsione, traffico di droga, accattonaggio e prostituzione. Molti ragazzi rumeni conoscono molto bene le procedure che incontreranno in Italia, infatti, quando arrivano nei centri di assistenza o nei distretti di polizia richiedono subito diverse modalità di assistenza (permesso di residenza, tutela, ammissione nei centri di accoglienza, inserimento nel mercato del lavoro ecc..). Sfortunatamente i minori che decidono di rimanere nei centri di accoglienza sono pochi, la maggior parte si limita a rimanere pochi giorni necessari ad una prima assistenza ma poi abbandonano la struttura. Le loro strade diventano: il furto per ragazzi tra i 10 e i 12 anni, che di solito vivono in gruppi e sono molto difficili da avvicinare; la prostituzione per ragazze tra i 14 e 17 anni, di solito divise in piccoli gruppi di 3-5 giovani, generalmente accompagnate da una donna adulta, che sembra essere la loro responsabile. I protettori le osservano da lontano girando intorno con le macchine, o contattandole con i cellulari. Le ragazze percepiscono i loro protettori come persone che le aiutano e non come sfruttatori. La maggior parte dei minori arriva in Italia per cercare fortuna e, in alcuni casi, sono già a conoscenza di cosa le aspetti una volta arrivate a destinazione. Hanno visto coetanee tornare in patria con molti soldi e hanno voluto provare anche loro, desiderose di costruirsi un futuro migliore attraverso quello che ritenevano il modo più facile e veloce. Anche per i ragazzi, che sembrano essere coinvolti sempre di più nella prostituzione,la motivazione che li spinge a partire sembra essere la ricerca di denaro. Una volta in Italia assumono gli atteggiamenti consumistici propri dei pari italiani, cercando di comprare vestiti alla moda o l’ultimo modello di cellulare. I luoghi di provenienza dei minori rumeni sono principalmente Bucarest, Calarasi, Craiova, Galati e Iasi; i giovani che arrivano a Roma provengono principalmente da Craiova. Dunque il fenomeno dell'immigrazione clandestina di ragazzi e ragazze dalla Romania all'Italia è molto grave ed in costante aumento. Le principali attività cui sono destinati questi giovanissimi rientrano nel mercato del lavoro nero e in quello del sesso. Nonostante l'allarme lanciato da entrambi i paesi non sì è ancora arrivati ad un'azione mirata e congiunta che consenta in primo luogo una stima reale del fenomeno, seguito poi dallo studio e realizzazione d’appropriate misure di contrasto. E’ necessario che le associazioni cosi come i governi individuino una strategia di lotta efficace che sia sempre basata sul principio del maggior interesse per il minore. Novembre 2005 – Copyright CDS – FRCCF –Tdh LosannaSintesi dello Studio "Minori Rumeni a Roma – studio di 3 mesi CDS- FRCCF" a cura di M.Antinori e F.Liberati • www.antitrafic.ro• www.childtrafficking.com I risultati della pubblicazione sono di pubblico dominio e possono essere riprodotti, pubblicati o usati in altro modo senza il permesso di CDS, FRCCF e Terre des hommes Losanna.Si richiede che CDS – FRCCF – Terre des hommes Losanna siano citate come fonti delle informazioni.
http://www.soschild.org/modules.php?name=News&file=article&sid=438