ARTICOLI E NOTIZIE SULL'INCESTO E LA PEDOFILIA E COME COMBATTERLI.

sabato 9 febbraio 2008

ISLAM:LA PEDOFILIA E' DEL TUTTO LEGALE

Islam: la pedofilia è del tutto legale




Chi ha letto i quotidiani in questi giorni sarà rimasto colpito dal
contrasto fra il Gay pride di Roma e la stretta decisa dagli ayatollah
iraniani in materia sessuale. Il Consiglio dei Guardiani - una sorte
di Corte costituzionale - ha chiesto che sia applicata la legge che
per gli omosessuali prevede la fustigazione, il carcere e, in caso di
recidiva, la condanna a morte.

Il Parlamento di Teheran ha anche votato una legge che punisce registi
e attori di film porno con la pena capitale; un'attrice è già stata
lapidata. La legge tra l'altro è retroattiva, e minaccia dive iraniane
per peccati di gioventù. In una trasmissione radiofonica qualcuno,
disturbato dalle immagini del Gay pride, mi ha suggerito che forse in
Iran non hanno tutti i torti: «ha da venì l'ayatollah» insomma,
versione aggiornata, ma non meno ingenua, dell'antico «ha da venì
Baffone». Non è così: e non solo perché la nostra morale cattolica
distingue fra peccato e peccatore, rifiuta l'istituzionalizzazione del
legame gay, ma rispetta la persona dell'omosessuale. Ma perché le
posizioni iraniane vanno considerate nel loro contesto, dove la tutela
della moralità lascia parecchio a desiderare. Gli ayatollah,
anzitutto, rimangono affezionati alla pratica sciita del «matrimonio
temporaneo» (che non esiste nell'islam sunnita).

Chi non ha raggiunto il numero coranico di quattro mogli può sposare
una donna anche per un'ora; se in quell'ora ha rapporti con lei né
viola i precetti dell'islam né commette peccato. È evidente che questo
può essere un sistema per legalizzare la prostituzione. Di qui nasce
la controversia fra le istituzioni internazionali e l'Iran sul tema.
Secondo statistiche indipendenti l'Iran è fra i primi dieci paesi
dell'Asia per numero di prostitute, mentre per Teheran la
prostituzione è quasi inesistente. Ma c'è di peggio. Il Consiglio dei
Guardiani continua a respingere qualunque proposta di rivedere le
leggi che autorizzano il matrimonio per le bambine a partire dall'età
di nove anni. Alcune delle cosiddette «femministe islamiche» che si
battono contro questa pratica sono state incarcerate. Secondo i
manuali medici internazionali i rapporti con bambine sotto gli undici
anni sono, tecnicamente, pedofilia. In Iran è del tutto legale, sulla
base della tradizione secondo cui lo stesso profeta Muhammad sposò la
moglie Aisha in giovane età.

Per alcune «femministe islamiche» Aisha aveva sedici anni, secondo
altre interpretazioni ne aveva meno. Ma, al di là delle controversie
storiche, gli ayatollah sono rigidissimi sulla lettera della
tradizione. Le organizzazioni femminili denunciano l'alto tasso di
suicidi fra le spose bambine. Ma è tutto inutile. Se è certo legittimo
criticare i peccati dell'Occidente, chi pensa che in paesi come l'Iran
la morale sia meglio tutelata dovrebbe cominciare a chiedersi di quale
morale esattamente si tratti.

Fonte: Il Giornale

Parlare della violenza dei musulmani contro le donne è ormai banale.
Banale e pericoloso poiché molte persone hanno perso la vita. Infatti,
nella loro selvaggia arroganza gli islamici non permettono critiche e
molto meno da donne "infedeli". L'occidente non fa niente per
soccorrere le donne che sono trattate come bestie nel mondo arabo.
Ovviamente sotto la viltà di tale comportamento c'è il petrolio di cui
l'occidente ha tanto bisogno. Così l'Occidente vuole liberare
l'Afghanistan e l'Iraq dalle mani dei terroristi, però non tocca
l'insignificante argomento "donne". Noi donne contiamo poco in
occidente, ma nel mondo musulmano non valiamo proprio niente.

L'Occidente è molto preoccupato a vendere armi, mine antiuomo e
comperare il loro petrolio passando sopra al fatto che il loro dio
violento gli fa trattare le donne come "capre" e ciò non importa a
nessuno. Nessuno osa difenderle più di tanto. Fanno campagne per
portare dignità a queste donne che però non ne vedono mai i loro
frutti. Con o senza talebani, con o senza al qaeda, le donne
continuano a vivere come bestie. Sono delle vagine ambulanti nascoste
sotto i veli per sfornare altri maschi violenti o terroristi.


L'intimidazione è così grande che questi arroganti ci minacciano a
casa nostra con bombe, attentati e fatwa. La gente ha paura, tanta
paura che nessuno si ricorda più di sostenere che il loro Maometto non
era nessuno prima di sposare Khadigia, la sua prima moglie. Lei lo
assunse al proprio servizio quando era giovane e povero. Colpita dal
suo zelo e onestà lo sposò, malgrado avesse 15 anni meno di lei. Lui =
è
stato mantenuto da lei e la sua posizione di donna ricca e rispettata
gli permise purtroppo di seguire le sue inclinazioni. Inizia così la
sua camminata di violenza e soggezione a chi non credeva in lui. Senza
soldi e le influenze di questa donna, oggi Maometto non sarebbe
nessuno! Ma i vigliacchi dimenticano anche i libri di storia per non
offendere i sensibili umori degli integralisti. Affermano che esiste
l'Islam moderato (dove?) si nascondono dietro il "politicamente
corretto" e zittiscono. E' più facile tacere e lasciare che tutte le
donne musulmane continuino a vivere come ombre.


Tagliano loro la gola se vengono stuprate, perché la loro famiglia
deve mantenere l'onore. Le lapidano nelle piazze per adulterio, però a
New York non interessa a nessuno. Le donne sono bruciate con l'acido e
nella civile Tokio nessuno le difende. Le donne vedove non possono
lavorare, rimangono per terra a chiedere l'elemosina e a Parigi
nessuna donna piange per questo. Ogni giorno tagliano il clitoride di
migliaia di bambine per lasciare l'esclusiva del piacere ai maschi,
però a Milano questo non suscita scalpore. Le picchiano a sangue, non
possono studiare, lavorare, parlare, camminare da sole per le strade,
ma le donne vigliacche dell'Occidente cambiano canale per non vedere
queste barbarie. Vanno a fare shopping, argomento più interessante.
Così, loro sono lì sotto i veli, senza vita, senza dignità, senza
diritti.


Io invece mi preoccupo e non cambio mai canale quanto vedo le loro
sofferenze. Tanto che propongo la fine della complicità fra i maschi
avidi di soldi dell'occidente e gli avidi di potere violenti
d'oriente. Loro insieme ci hanno sempre lasciato da parte, senza
coinvolgerci, senza mai chiedere ad una madre occidentale se voleva
vedere suo figlio morire per la loro guerra del petrolio. Non ci hanno
mai consultato.


Io propongo un boicottaggio di tutti i prodotti che arrivano dal mondo
musulmano. Dove i maschilisti fan del mantenuto Maometto sottomettono
tutte le donne e le bambine. Poiché i maschi capiscono solo il
linguaggio dei soldi, smettiamo di comperare i prodotti di questi
uomini crudeli. Le loro benzine, tappeti, gioielli, cibo, etc.
Dobbiamo anche colpire la loro fonte di guadagno con il turismo. Non
dobbiamo più viaggiare nei paesi dove le donne non contano. Questo è
l'unico modo di colpire i maschilisti dell'Islam e gli avidi
dell'Occidente.


Spedisci questo messaggio a tutte le donne che conosci. Noi donne
siamo il 52% della popolazione mondiale e dobbiamo farci sentire unite
per la prima volta nella storia. Noi unite potremo cambiare questa
barbara realtà.

Tania Rocha

Paesi musulmani: 57 paesi del Medio Oriente, Africa, Asia Centrale e
del Subcontinente indiano.




Marito musulmano tenta di uccidere la moglie che rifiuta il velo




La giovane e bella moglie italiana non poteva vestire all'occidentale.
Nessun abito alla moda per lei, niente trucco o rossetto. Attorno al
corpo solo una lunga tunica nera, sul capo il tradizionale velo
islamico. Parrucchiere ed estetista vietati, il lavoro in ufficio
bandito. Quando poi lei si stufa e minaccia di cambiare aria, il
marito musulmano la accoltella e la scaraventa giù dal balcone di
casa. «Perché - spiega - quella donna voleva rinnegare l'Islam». Lei
si salva per miracolo, lui verrà processato per tentato omicidio.
Accade un anno e mezzo fa a Torino, in un modesto caseggiato di
ringhiera in via Biella, al confine tra i quartieri popolari di Porta
Palazzo e San Donato. La stessa Torino che s'è vista in televisione
giovedì sera durante la trasmissione di Michele Santoro, Annozero. La
Torino dove predicatori islamici giustificano la violenza sulle donne,
perché sono «esseri senza anima».

Antonella anche, secondo il suo uomo. Lei è una ventiduenne torinese
originaria di Catania, è sposata con il marocchino ventiseienne
Mohammed Idaaf. I due vivono insieme da quasi due anni. Inizialmente
lei mostra interesse e curiosità nei confronti delle nuove abitudini
di vita garantite dal matrimonio con un uomo di fede musulmana,
accettando di buon grado i precetti dell'Islam e i consigli del marito
osservante. Niente lavoro, nessuna amicizia, tutto il giorno in casa a
svolgere i lavori domestici. Uscite ridotte al minimo e sempre
indossando velo e tunica. E poi la preghiera, tanta preghiera. Avanti
così, per mesi. Poi qualcosa cambia. Ad Antonella quella vita comincia
ad andare un po' stretta, l'entusiasmo per i nuovi costumi va via via
svanendo. Decide di parlarne con Mohammed, sceglie di raccontare al
marito cosa le sta succedendo. Gli spiega che è stufa di quella vita,
stanca di indossare velo e jilbab. Gli rivela che ha intenzione di
tornare a vestire all'occidentale, che ha voglia di riallacciare le
vecchie amicizie e di riprendere le vecchie abitudini. Il marito non
la prende bene e comincia a picchiarla.

Per Antonella è l'inizio di un incubo. Mohammed la insulta in
continuazione, la punisce con calci e pugni. La situazione peggiora
quando lei decide effettivamente di rinunciare per sempre al velo.
All'ennesimo litigio lui afferra un coltello lasciato sul tavolo della
cucina e la pugnala, poi la scaraventa giù dal balcone di casa e la fa
precipitare dal primo piano del palazzo in cui abitano. Lei si salva
per miracolo, lui viene arrestato e accusato di tentato omicidio. Una
prima perizia psichiatrica giudica Mohammed Idaaf incapace di
intendere e di volere, socialmente pericoloso e incapace di stare in
giudizio. L'inchiesta giudiziaria si ferma, l'uomo viene ricoverato in
clinica. Non potrà essere processato. Ieri mattina, tuttavia, qualcosa
è successo. Gli esiti di una nuova perizia psichiatrica hanno infatti
cambiato le carte in tavola. Il professor Elvezio Pirfo, psichiatra
del carcere torinese delle Vallette, ha spiegato che il marocchino
integralista è in grado di sedersi in un'aula di tribunale e
affrontare un processo. Il giudice Silvia Salvadori ha trasmesso gli
atti in Procura. Adesso spetterà al pubblico ministero Antonio
Malagnino chiedere il rinvio a giudizio del marocchino. Nel frattempo
Antonella ha richiesto l'annullamento del matrimonio con Mohammed,
spiegando di essersi sbagliata sulle qualità personali dell'uomo che
aveva sposato.

Il Giornale


Vergognatevi donne islamiche



Si chiama 'burkini' - fusione di burqa e bikini - il rivoluzionario
costume da bagno pensato per le donne musulmane da Aheda Zanetti,
stilista australiana di origine libanese, mamma di 4 figli e con un
diploma di parrucchiera nel cassetto. Come ha raccontato lei stessa al
sito s'informazione mediorientale "Middle East Online", l'idea le è
venuta guardando la nipote 'velata' giocare a netball (sorta di basket
praticato soprattutto dalle donne). 'Mio Dio! Deve esserci un modo
migliore di fare sport', ha pensato la stilista, vedendo come i
classici abiti musulmani impedissero alle ragazze di muoversi
liberamente.

E così si e' messa al lavoro, ideando una sorta di tuta di polyestere,
corredata di un grazioso gonnellino, che copre da capo a piedi il
corpo delle bagnanti, testa inclusa, e costa fra i 160 e i 200 dollari
australiani (100-125 dollari Usa) a seconda del modello slim-fit o
modest-fit. 'Abbiamo studiato un sistema per riempire una nicchia di
mercato ancora scoperta - ha spiegato la Zanetti - Il nuovo costume è
molto leggero e aderente e permetterà alle ragazze musulmane di fare
sport in spiaggia, giocando ad esempio a beach volley o di nuotare in
libertà. Il "burkini" ha poi dato il via a una linea di abbigliamento
sportivo per musulmane con lo slogan "la modestia prima di tutto" e la
società della stilista libano-australiana sta ricevendo ordini da
tutta l'Australia. 'Ogni giorno - ha raccontato la Zanetti - qualche
donna entra nella mia boutique e dice, Finalmente! Ora non devo più
stare solo a guardare mentre marito e figli giocano al mare!'.

Ovviamente, non sono mancate le critiche da parte delle seguaci più
ortodosse dell'Islam, ma il governo australiano pare favorevole
all'iniziativa, che permetterà alle ragazze musulmane di partecipare
ai corsi per diventare bagnine, e così la Zanetti si è già messa
all'opera per realizzare burkini rossi e gialli per le "Baywatch"
australiane che hanno ricevuto l'approvazione delle autorità islamiche
locali, fra cui Taj Aldin al-Hilali, uno dei più personaggi più noti
nella terra dei canguri. Quotidiano.net




http://www.commenti.info/200708/islam-la-pedofilia---del-tutto-leg.php

Nessun commento: