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domenica 17 febbraio 2008

POLIZIA POSTALE-SMASCHERA I PEDOFILI

La Polizia Postale: "Ecco come smascheriamo i pedofili"


L’aggettivo più appropriato è "raccapriccianti". Le immagini scorrono sul computer e ti prendono alla gola, ti trascinano in un vortice di devastazione e squallore: bambini torturati, nudi, sottoposti a sevizie, oggetto di atti di libidine, forzati a comportamenti sessuali espliciti e violenti. Sono istantanee dell’orrore che arrivano dagli abissi più oscuri della depravazione: fotografie fatte circolare da un pedofilo colto in flagrante che si faceva chiamare "Bastardo", con un senso lucido e cinico della denuncia autocosciente, cioè: guardate che io sono malato, sono pericoloso, me ne rendo conto perfettamente e mi piace essere così.
Siamo a Torino, nella sede della Polizia postale e delle comunicazioni, proprio in questi giorni impegnata in una vasta operazione di perquisizioni domiciliari in Piemonte alla caccia di utenti di Internet, assidui frequentatori di Siti web, che potrebbero essere incriminati per detenzione di materiale pedo-pornografico. Questa particolare specialità della Polizia di Stato si occupa soprattutto di crimini informatici, i reati del futuro: hacker, commercio on-line, e, ovviamente, dei reati nei quali si configura lo sfruttamento sessuale dei minori. Dal 1998, anno in cui è entrata in vigore la legge 269 sulla pedofilia, ha indagato più di 700 persone, segnalato oltre 4.000 casi agli organi investigativi stranieri tramite l’Interpool e attuato 70 arresti in flagranza.
L’agente Davide Gabrini, 24 anni, perito informatico è al suo posto di lavoro. Ha il computer acceso, collegato alla chat per eccellenza, quella gestita dal protocollo Irc, un ambiente di messaggistica diviso in più "stanze": c’è chi parla di sport, di cinema, di politica. E c’è anche qualche "porta" aperta sull’inferno. Sullo schermo di Gabrini scorre una conversazione, dall’altra parte c’è un pedofilo: all’inizio è prudente, ha paura, non sa se fidarsi, poi si scopre. Gli dice che ha delle foto di una certa "serie", bambini thailandesi e dei Paesi dell’Est. Gabrini finge di stare al gioco: riceve il materiale e ne scambia altro. Così per ore, per giorni, per intere notti. Dall’altra parte il pedofilo non sa che intanto la Polizia postale sta piano piano risalendo alla sua identità. Ci vorranno ancora perquisizioni, appostamenti e controlli, ma prima o poi il cerchio si stringe.
«Il grosso degli scambi di materiale pedo-pornografico», spiega l’agente Gabrini, «avviene sulle chat, in un ambiente a forte contenuto relazionale. Lavoriamo con pazienza e una buona dose di estro: entriamo con nomi di copertura in una rete di scambi già consolidata, cerchiamo di farci conoscere e di ottenere la fiducia dei pedofili. Ci sono quelli che ci cascano subito e quelli più furbi, che adottano molte precauzioni. Le immagini che arrivano sono terribili: all’inizio ero molto turbato, infatti abbiamo anche l’assistenza di psicologi. Adesso riesco a essere più distaccato: cerco di vedere senza guardare».
Nella sede di Torino lavorano 20 agenti specializzati, tra i quali due donne, super-esperti informatici e di Internet, età media intorno ai 30 anni. Sono coordinati dal dottor Salvatore Acerra, 55 anni, da 30 in Polizia. «Il legislatore italiano ci ha messo a disposizione strumenti efficaci», spiega il comandante: «Innanzitutto il rigore della legge, che prevede reati che altri Stati non prevedono: in Italia anche soltanto "scaricare" sul computer materiale pedo-pornografico in cui si ravvisi lo sfruttamento sessuale di minori è considerato reato. Mentre in altre legislazioni, come negli Stati Uniti, detenere o diffondere immagini di bambini nudi non lo è. E infatti il 78 per cento dei Siti accertati è negli Usa. E poi la nostra è una legge ottima anche perché prevede la figura dell’agente "sotto copertura" che, previo consenso dell’autorità giudiziaria, può anche scambiare materiale pornografico o creare Siti appositi per smascherare e quindi catturare i pedofili».
Pino Pignatta
I NUMERI DI UN DRAMMA
• Ogni anno sono 50.000 le vittime dei pedofili
• Le denunce per violenze sessuali sui minori sono aumentate dal 1984 al 1998 del 98 per cento
• Il 73 per cento delle vittime sono bambine. Il 38 per cento di loro ha un’età compresa tra i 6 e i 10 anni
Statistiche nazionali.
Sono numeri che fanno rabbrividire.
Orpheus




permalink | inviato da il 18/5/2007

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